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Eventi internazionali

7 maggio: il compleanno di Ajla, in quarantena con Matteo

Oggi compie 27 anni l’australiana Tomljanovic, n.56 della classifica mondiale. E può festeggiare a Boca Raton, in Florida allenandosi con il suo fidanzato ( ‘boyfriend’, come dice lei), il nostro Matteo Berrettini

di | 07 maggio 2020

Ajla Tomlianovic con la maglia della nazionale australiana

Ajla Tomlianovic con la maglia della nazionale australiana

Il COMPLEANNO

L’abbiamo vista scherzare con il suo compagno (fidanzato, boyfriend o come preferisce lei) nell’ultima puntata di ‘Tennis United’, uno cui vogliamo molto bene anche noi. Lei è Ajla Tomljanovic e oggi compie 27 anni. Lui è il nostro Matteo Berrettini.

Stanno attraversando insieme questo periodo di quarantena a Boca Raton, in Florida, all’Accademia di Chris Evert ed è una bella occasione per fare gli auguri a lei e salutare lui: di sicuro potranno godersi una bella giornata insieme. Magari allenandosi insieme, come hanno raccontato a Bethanie Mattek-Sands e Vasek Pospisil, brillanti conduttori del magazine settimanale che Atp e Wta hanno prodotto insieme e lanciato sulle loro piattaforme digitali.

Ajla Tomlianovic e Matteo Berrettini intervistati nella puntata di Tennis United la scorsa settimana

Ajla dice che giocare con Matteo è bello ma che a un certo punto lui vuole provare i colpi fino in fondo, per migliorare. E le sue bordate di diritto sono pesanti: a lei il braccio dopo un po’ non regge più, le fa male. Racconta che anche se suo papà Radko insiste che così sta molto migliorando, per lei è difficile rendersene conto.

Noi siamo sicuri che Matteo e Ajla dopo una quarantena così non potranno che essere più forti: sono già la coppia più bella del tennis mondiale.

E per lei, che non ha avuto una carriera facile, spezzata in due dall’infortunio alla spalla che l’ha tenuta ferma più di un anno, una ripartenza ad alta velocità (quella del servizio e del diritto di Matteo) potrebbe essere una bella occasione: quale altra giocatrice del circuito ha uno sparring così? Scherzi a parte,a se ha già giocato più di 500 partite nel circuito Ajla è una giocatrice in ascesa, che ha un gran potenziale da esprimere ancora.

Di famiglia croata, naturalizzata australiana, è nata a Zagabria nel 1993. E’ attualmente n. 56 della classifica Wta ma il primo aprile dello scorso anno è arrivata fino al n.39 della graduatoria mondiale.

La sua è una famiglia con tradizione sportiva: suo papà Ratko è stato campione europeo di pallamano nel 1992 e 1993 con la nazionale jugoslava. Lei ha esordito nel circuito, a livello ITF, a soli 14 anni. Nel 2009, quando ne aveva 15, vinse il doppio juniores agli Open d’Australia insieme a Christina McHale.

Poi intraprese, un gradino alla volta, la salita per il circuito che conta: entrò tra le prime 100 del mondo nel 2013: era n.495 a inizio stagione e chiuse al n.78, dopo aver raggiunto i quarti di finale al torneo di Quebec City.

Nel 2014 i quarti di finale divennero due, ad Acapulco e Tiajin. E ci furono da registrare gli ottavi al Roland Garros. Ma anche qualche problema di salute nella successiva estate.

Ajla Tomlianovic spinge il rovescio a due mani

Il 2015 portò la prima finale, a Pattaya City, battuta solo da Daniela Hantucova. E la semifinale a Tokyo, fermata dalla belga Wickmayer. Chiuse la stagione al n.66.

Quella successiva, 2016, sarebbe stata fatale alla sua spalla.

All’inizio del 2017 dovette praticamente ricominciare da capo e lo fece con grande coraggio: era scesa al n.930 del mondo. A fine stagione era di nuovo n.151. E un anno dopo, nel novembre 2018, era arrivata al n. 43 in virtù delle finali raggiunte a Rabat e Seul, dei quarti a Monterrey, Maiorca, San Jose e Hiroshima. 

Lo scorso anno, come dicevano sopra, ha toccato quota 39. E battuto due top 10: la bielorussa Sabalenka a Miami e l’olandese Bertens a Zhengzhou.

Adesso si sta allenando con il n.8 del mondo, uno con la palla davvero pesante. Non ci sarebbe nulla di strano se, quando tutto ripartirà, i colpi delle avversarie dovessero sembrarle… carezze. Glielo auguriamo di cuore.

Ajla Tomlianovic e Matteo Berrettini a Melbourne 2020

ALTRI COMPLEANNI

Ryan Harrison: 28 anni. Statunitense di Shreveport, Louisiana, classe 1992, è attualmente n.452 del mondo, ma vanta un best ranking di n.40, raggiunto nel luglio del 2017. E’ stato uno delle maggiori speranze del tennis Usa: a 20 anni, era già entrato nella top 50. Una serie di infortuni, l’ultimo dei quali, al gomito, lo ha costretto a un’operazione e a un lungo stop, ne hanno condizionato il rendimento. L’inizio del 2020 l’aveva visto in ripresa. Tanti auguri, Ryan.  

Katerina Maleeva: 51 anni. Bulgara nata a Sofia nel 1969 è la seconda di tre sorelle formidabili tenniste e quella che ha raccolto meno in termini di titoli (Manuela, la maggiore è stata n.3 del mondo, Magdalena la minore, n.4). Ciononostante Katerina vanta un best ranking di n.6 del mondo, con 11 tornei Wta nel palmares e i quarti di finale raggiunti almeno una volta in tutti e quattro i tornei del Grande Slam. Niente male per essere la più scarsa in famiglia…

Ryan Harrison a destra e Michael Venus vincitori del doppio al Roland Garros 2017

ACCADDE OGGI

Il 7 maggio 1995 Martina Hingis, quattordicenne svizzera di origini cecoslovacche, giocò la sua prima finale in un torneo del circuito Wta. E venne sconfitta 6-1 6-0 in soli 49 minuti dalla spagnola Conchita Martinez. Era la Citizen Cup di Amburgo e la ragazzina, che era entrata nel circuito professionistico da soli sei mesi, aveva superato nei turni precedenti altre due top player, la ceca Jana Novotna e la tedesca Anke Huber.

Martina sarebbe diventata n.1 del mondo, il 31 marzo del 1997, quando aveva solo 16 anni. Era l’inizio di una carriera straordinaria che l’avrebbe vista vincere 43 titoli in singolare (5 dei quali del Grande Slam: Australian Open 1997/’98 e’99; Wimbledon 1997 e Us Open 1997) e 64 in doppio, specialità in cui pure avrebbe raggiunto la prima posizione della classifica mondiale e conquistato 13 titoli Slam con 8 compagne diverse (5 Australian Open, 2 Roland Garros, 3 Wimbledon e 3 Us Open).

Martina Hingis nel 1995

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