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6 maggio: Kim dice addio. Poi invece torna…

Tredici anni fa la tedesca Clijsters disse addio al tennis dopo essere stata n.1 del mondo e aver vinto gli Us Open ed essere arrivata due volte in finale a Parigi. Si sposò, ebbe una figlia e tornò due anni dopo. Per vincere altri Slam. I compleanni di Dominica Cibulkova e Corrado Borroni

di | 05 maggio 2020

Kim Clijsters nel 2009, con la figlioletta Jada, dopo vittoria agli Us Open

Kim Clijsters nel 2009, con la figlioletta Jada, dopo vittoria agli Us Open

ACCADDE OGGI

Il 6 maggio del 2007 la belga ex n.1 del mondo Kim Clijsters annunciò il suo ritiro dal tennis. Due giorni prima aveva perso al primo turno del torneo di Varsavia. Aveva solo 23 anni ma aveva già annunciato che il 2007 sarebbe stato il suo ultimo anno sul circuito: stava per sposarsi e avrebbe voluto metter su famiglia. Ma i continui infortuni le avevano fatto prendere una decisione immediata e più drastica: “E’ ora di appendere la racchetta al chiodo – scrisse sul suo sito – la fatica di alzarsi ogni mattina dal letto dolorante, il tempo che mi ci vuole per scaldare muscoli tanto provati mi rendono troppo difficile l’andare avanti”.

Ciononostante due anni dopo, sposata e mamma della piccola Jada tornò in campo e al terzo torneo, gli Us Open, fece centro. Si sarebbe ripetuta l’anno successivo a New York e nel 2011 agli open d’Australia. Tre Slam in una sorta di seconda carriera mentre nella prima ne aveva colto uno solo.

Il nuovo ritiro, quello che doveva essere definitivo sarebbe arrivato nel 2012. Nel 2013 avrebbe dato alla luce Jack, suo secondo figlioletto. Cui sarebbe seguito, nel 2016, Blake. Madre di tre figli Kim fu introdotta nella Hall of Fame del tennis nel 2017.

Ciò non le ha impedito di riprovarci di nuovo, quest’anno in febbraio, al torneo di Dubai dove ha perso al primo turno, ma giocando all’altezza della situazione contro la spagnola Muguruza, reduce dalla finale degli Open d’Australia. Highlander.

Compleanni

Dominika Cibulkova: 31. Festeggia il suo primo compleanno da ex giocatrice la piccola slovacca (un metro e 61 cm) dal “sorriso che accende il mondo” (così si è espresso il presidente Wta il giorno del suo addio), nata a Bratislava nel 1989.

Ha annunciato la fine della sua carriera lo scorso novembre ma l’ultima partita l’aveva disputata a fine maggio al Roland Garros e l’ultima vittoria l’aveva colta al primo tunro degli Internazionali BNL d’Italia, due settimane prima, contro la bielorussa Sasnovich. Nel precedente decennio si era tolta un sacco di soddisfazioni: aveva raggiunto il n. 4 della classifica mondiale il 20 marzo del 2017, dopo aver trionfato nelle Wta Finals 2016, a Singapore, battendo in finale la tedesca Kerber.

Un record assoluto per il tennis del suo Paese. E’ stata anche la prima giocatrice slovacca a raggiungere una finale Slam, agli Australian Open del 2014, battuta dalla cinese Li Na. E vanta una semifinale al Roland Garros nel 2009 e tre piazzamenti nei quarti a Wimbledon (2011, 2016 e 2018).

“Quando ho iniziato a giocare la gente mi diceva: Domi, sei troppo bassa. Me lo dicevano di continuo e questo ha reso quanto successo nella mia carriera ancora più incredibile” ha raccontato alla presentazione del suo libro “Tennis is my life”. Grande.

Dominika Cibulkova con il trofeo conquisato a Singapore nel 2016 vincendo le Wta Finals

Corrado Borroni: 47. Ex giocatore, milanese, nato nel 1973, vanta un best ranking di n. 196 del mondo raggiunto il 29 gennaio 1996.

Non è stato però quello il suo giorno più glorioso. Tennista talentosissimo, con un formidabile rovescio a una mano, fisico potente ma fragile, si presenta da n.411 del mondo alle qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia del 1995 e le supera.

La sorte gli mette di fronte al primo turno del tabellone principale il russo Evgeny Kafelnikov, n. 9 del mondo allora e più avanti n.1 e vincitore di due Slam. Con una prestazione strepitosa, a forza di giocate vincenti, Borroni lo batte in tre set. E supera che il turno successivo, con lo spagnolo Carretero prima di essere fermato da un altro mostro sacro del tennis di allora, lo svedese Stefan Edberg.

Quel giorno Corrado fece vedere lo straordinario potenziale del suo tennis, che purtroppo non avrebbe mai potuto mettere a frutto in pieno. L’anno dopo gli fu diagnosticata un’artrosi precoce a entrambe le anche e dovette dire addio al tennis professionistico.

Corrado Borroni a Roma nel 1995

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