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26 aprile, un compleanno… gigante

E’ quello di John Isner, recordman degli ace dall’alto dei suoi 208 centimetri che, a 35 anni, ormai padre di due bimbi, è ancora il n.1 del tennis americano

di | 25 aprile 2020

 John Isner con Nicolas Mahut al termine della partita più lunga nella storia del tennis

John Isner con Nicolas Mahut al termine della partita più lunga nella storia del tennis

Il COMPLEANNO

John Isner: 35. E’ n.21 nella classica congelata del tennis mondiale ma è stato anche n.8, il 16 luglio del 2018. Stiamo parlando del grande John Isner, il giocatore americano più forte dell’ultima generazione, quella successiva alla stagione dell’ultimo n.1 del mondo a stelle e strisce, Andy Roddick. Un gigante di 2 metri e 8 centimetri, nato a Greensboro, nella Carolina del Nord.

Famoso per essere sempre ai primi posti nelle graduatorie degli ace, imitato nella sua originale gestualità che lo porta a far rimbalzare la palla in mezzo alle gambe, da dietro, prima di servire (Denis Shapovalov ha preso da lui) ha colto proprio nel 2018 le sue affermazioni più importanti, vincendo il Masters 1000 di Miami (il titolo più importante tra i 15 del suo palmares) e raggiungendo le semifinali a Wimbledon.

Nell’occasione fu sconfitto dal sudafricano Kevin Anderson in quello che passa alla storia come il secondo match più lungo di sempre. Anderson se lo aggiudicò con il punteggio di 7-6 6-7 6-7 6-4 26-24 in 6 ore e 36 minuti di gioco.

John Isner stringe la mano a Fabio Fognini dopo che l'azzurro lo ha battuto in ATP Cup

Decisamente curioso il fatto che fosse lo stesso Isner a detenere il record della partita più lunga di tutti i tempi. Si tratta di quella che aveva vinto nel 2010, sempre a Wimbledon, al primo turno, contro il francese Nicolas Mahut, disputata nell’arco di tre giorni, per le sospensioni dovute all’oscurità, e durata addirittura 11 ore e 5 minuti.

Il primo giorno vennero disputati i primi 4 set. Nel secondo la partita decisiva venne sospesa sul 59-59. Isner alla fine si impose con il punteggio di 6-4 3-6 6-7 7-6 70-68. Durante quella partita il gigante John polverizzò anche il record di ace messi a segno in un singolo match che apparteneva a un altro colosso, il croato Ivo Karlovic (211 centimetri di statura) con 78: lo statunitense ne piazzò 113 (Mahut a sua volta ne realizzò 103).

Sposato nel 2017 con Madison McKinley, disegnatrice di gioielli, è padre di due bimbi, la piccola Hunter Grace, di un anno e mezzo, e John Hobbs, nato lo scorso 20 ottobre. Tanti auguri, grande John!

L’ALTRO COMPLEANNO

Darian King: 28. Giocatore delle Barbados, nato a Bridgetown nel 1992, attualmente è n. 166 della classifica mondiale ma nella sua miglior stagione è arrivato fino al n.106, raggiunto l’8 maggio 2017. Nella seconda metà del 2016 si era aggiudicato tre Atp Challenger (a Cali, Binghamton e Tiburon) e nella prima metà del 2017 si è qualificato (e ha superato anche il primo turno) nei Masters 1000 di Indian Wells e Miami.

ACCADDE OGGI

Il 26 aprile del 1981 la statunitense Chris Evert Lloyd si aggiudicò la finale del torneo Wta di Amelia Island, in Florida, rifilando un devastante 6-0 6-0, in soli 54 minuti, alla sua grande rivale Martina Navratilova. Per la Evert, che dopo la storia d’amore con il collega statunitense Jimmy Connors aveva sposato il biondo collega inglese John Lloyd, si trattava della 49esima partita vinta consecutivamente sulla terra battuta e la 174 vittoria su quella superficie (con una sola sconfitta) dal 1973.

Le cronache riportano che la Navratilova, avvilita, si rivolse al pubblico a fine partita più o meno in questi termini: “Quando hanno presentato Chris hanno detto che era un fenomeno su questi campi. Lei oggi ha fatto vedere che era vero e io non sono riuscita a fare meglio di quello che avete visto. Ho in mano un assegno da 16.000 dollari e sento che forse dovrei restituirne a voi almeno la metà…”.

Chris Evert Lloyd

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