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Settanta nazioni in campo venerdì e sabato per il turno di qualificazione che vale il pass per Madrid e i play-off del World Group I e II: i ritorni di Nishikori e Cilic (contro l’India di “nonno” Paes), i “derby” Colombia-Argentina e Slovacchia-Repubblica Ceca, ma anche la voglia di Tsitsipas e Ruud di portare in alto Grecia e Norvegia
di Gianluca Strocchi | 03 marzo 2020
Oltre 320 giocatori in campo in rappresentanza di 70 nazioni, in 35 confronti sparsi nei sei continenti. E’ davvero una “due giorni” da record quella che venerdì 6 e sabato 7 marzo manda in scena le sfide del turno di qualificazione di Coppa Davis 2020 e quelle dei play-off del World Group I e World Group II, i primi che verranno disputati con il nuovo format globale su base mondiale e non più per regioni, introdotto con la riforma della competizione per nazioni divenuta effettiva lo scorso anno, con un meccanismo diretto di promozione e retrocessione. Riforma che ha portato da tre a due le giornate di gara, con due singolari al venerdì (il sorteggio di giovedì definirà l’ordine dei match) e altrettanti più il doppio al sabato, tutti sulla distanza dei due set su tre, con tie-break.
Se Fabio Fognini è il leader dell’Italia che a Cagliari contro la Corea del Sud insegue il pass per le Finali di Madrid (23-28 novembre), a cui sono già certe di partecipare la Spagna campione in carica, il Canada finalista dell’edizione 2019 e le semifinaliste Gran Bretagna e Russia, nonché Francia e Serbia alle quali è stata assegnata la wild card, non mancano i campioni della racchetta tra i convocati per il turno preliminare resi noti nei giorni scorsi dalla Federazione Internazionale Tennis. Spiccano, in particolare, due grandi ritorni, vale a dire quelli di Kei Nishikori e Marin Cilic.
Fermo dagli ultimi US Open, dopo l’intervento al gomito destro il 30enne di Shimane è pronto a tornare a difendere i colori del Sol Levante (non giocava in Davis dal 2016). Nishikori, attualmente numero 31 del ranking mondiale, proverà a migliorare ulteriormente il suo brillante bilancio all’ombra dell’Insalatiera, con 20 vittorie (3 delle quali in doppio) e appena 3 sconfitte, contro un avversario come l'Ecuador che ha in Emilio Gomez, numero 149 Atp, il suo miglior esponente. I tifosi nipponici non potranno però applaudire dal vivo il loro beniamino visto che il match di Miki, su disposizione dell’ITF seguendo il consiglio del Ministero della Salute giapponese, si disputerà a porte chiuse, senza pubblico, a causa dell’emergenza Coronavirus, infezione che in Asia ma non solo sta provocando non pochi problemi.
Si riveste di biancorosso, i colori della sua Croazia, anche Marin Cilic, di nuovo in Nazionale dopo averla spinta fino al trionfo nel 2018 – il secondo dopo la storica prima volta datata 2005 – quando nella splendida cavalcata della squadra balcanica si aggiudicò cinque singolari e un doppio. Il vincitore degli US Open 2014, ora numero 36 Atp, ha come compagni di squadra Borna Gojo, che è ancora alla ricerca della sua prima vittoria in Davis dopo il debutto alle Finals 2019 con le sconfitte rimediate da Andrey Rublev e Rafael Nadal, e il 23enne Nino Serdarusic, convocato per la prima volta dal nuovo capitano Vedran Martic, che in doppio si affiderà all’esperienza di due specialisti quali Mate Pavic e Ivan Dodig, sempre che non ci sia bisogno della potenza di Cilic. Numeri alla mano, l’India si presenta a Zagabria con Sumit Nagal come numero uno e con in rosa anche il 46enne Leander Paes (8 trofei Slam in doppio in bacheca), alla sua presenza numero 58 in Davis dove insegue la 93esima vittoria (48-22 in singolare e 44-13 in doppio il bilancio del tennista di Calcutta).
Ambisce chiaramente a qualificarsi per l’appuntamento alla Caja Magica anche l’Australia, che ad Adelaide contro il Brasile (sempre battuto nei tre precedenti testa a testa) può contare su Nick Kyrgios, Alex De Minaur, John Millman e Jordan Thompson, ai quali capitan Lleyton Hewitt ha aggiunto James Duckworth, alla prima chiamata, premio per i brillanti risultati nel circuito in questo inizio di stagione. Pure il team verdeoro presenta un debuttante, Felipe Meligeni Rodrigues Alves, convocato da Jaime Oncins insieme ai più affermati Thiago Monteiro, Joao Menezes, Thiago Seyboth Wild (sicuramente "carico" dopo la conquista del primo titolo Atp a Santiago) e Marcelo Demoliner.
Favori del pronostico anche per gli Stati Uniti, che con Taylor Fritz, Reilly Opelka e Tommy Paul insieme ai gemelli Bob e Mike Bryan ricevono ad Honolulu (Hawaii) la visita dell'Uzbekistan. Il team a stelle e strisce di Mardy Fish sembra avere troppa “potenza di fuoco” per un avversario guidato da Denis Istomin, numero 165 Atp.
Tutto da seguire è il derby sudamericano che va in scena a Bogotà, dove la Colombia padrona di casa tenta lo sgambetto ai danni dell’Argentina, che ha in Guido Pella, numero 26 della classifica mondiale, e Juan Ignacio Londero, numero 63 Atp, due singolaristi di spessore. E’ un “derby” anche il testa a testa in programma a Bratislava fra Slovacchia e Repubblica Ceca, in passato unica nazione (sino al 1992): un match che si preannuncia aperto, anche se l’esperienza di Jiri Vesely (Andrej Martin è il numero uno fra i padroni di casa) e Lukas Rosol potrebbe compensare il fattore campo e far pendere la bilancia dalla parte dei cechi.
Senza la sua stella Sascha Zverev la Germania, con Jan-Lennard Struff, il veterano Philip Kohlschreiber, il potenziale debuttante Dominik Koepfer e la coppia di doppisti Kevin Krawietz e Andreas Mies, non può permettersi di sottovalutare a Dusseldorf la Bielorussia che ha in Gerasimov e Ivaschka due clienti temibili sul veloce.
Stesso discorso vale per l’Austria, che orfana di Dominic Thiem, numero 4 del mondo e sempre più vicino a scalzare dal podio un Roger Federer in infermeria, con Dennis Novak (numero 96 Atp) come miglior classificato ospita a Graz l’Uruguay dei fratelli Cuevas (Pablo è numero 60 nel ranking).
Sono decisamente trasferte a rischio quelle che attendono il Belgio, senza la punta di diamante David Goffin (n.152 Atp Kimmer Coppejans e n.226 Atp Ruben Bemelmans) chiamato a rendere visita all'Ungheria di due top 80 come Marton Fucsovics e Attila Balazs a Debrecen, e l’Olanda. I “tulipani”, che non hanno un giocatore classificato fra i primi 150 del mondo (Robin Haase e Tallon Griekspoor i migliori per ranking tra i selezionati da Paul Haarhuis), saranno di certo messi a dura prova in Kazakistan, dove Alexander Bublik (n.47 Atp) e Mikhail Kukushkin (n.89) vorranno spingere la propria squadra a Madrid. Quello che tenterà di fare anche Cristian Garin, fresco di ingresso nella Top 20 (18° in classifica), con il suo Cile opposto a Stoccolma alla Svezia dei fratelli Ymer.
Sarà invece Casper Ruud, numero 36 del ranking mondiale dopo la finale raggiunta a Santiago che si aggiunge a primo titolo Atp conquistato a Buenos Aires, a guidare la Norvegia nel play-off del World Group I contro le Barbados a Oslo, mentre Georgia e soprattutto Grecia fanno affidamento su Nikoloz Basilashvili e Stefanos Tsitsipas, numero 6 della classifica mondiale e reduce dalla finale nel “500” di Dubai (persa con l’imbattibile Djokovic di questo inizio 2020…), per le rispettive chance di promozione dal World Group II.
A settembre, infatti, le squadre sconfitte nel turno di qualificazione dovranno affrontare le nazioni vincitrici dei play-off del World Group I (una già si conosce, la Romania, per il ritiro della Cina, costretta al forfait a seguito delle restrizioni di viaggio determinate dall'epidemia di Coronavirus), mentre le perdenti dei play-off del World Group I saranno chiamate a misurarsi con le squadre vincitrici dei play-off World Group II. I team sconfitti nei play-off del World Group II, invece, continueranno a competere nei rispettivi eventi regionali del Gruppo III successivamente nel 2020.