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Da Garbin a Garin, il successo ha l'accento

Il weekend ha premiato l'Italia di Fed Cup e il lavoro del capitano Tathiana Garbin. Il cileno Christian Garin ha conquistato il primo titolo del 2020 a Cordoba

di | 10 febbraio 2020

Il capitano di Fed Cup di Tathiana Garbin

Il capitano di Fed Cup di Tathiana Garbin

Da Garbìn a Garìn, una consonante cambia  le racchette dal femminile al maschile, dalla Fed Cup al circuito ATP, da capitano non giocatore a singolarista,  dall’Estonia all’Argentina, da una realtà all’altra, nel nome del successo, però. Non un successo qualsiasi, non un successo comune da personaggi comuni. Perché Tathiana Garbìn, simpatica, intelligente, educatissima veneta, tanto era spumeggiante ed estroversa da atleta, quando era popolarissima come “TAX”, tanto è moderata, attenta, posata da tre anni in qua, come ct delle azzurre. 
Non quelle famose che hanno dominato la scena conquistando 4 Fed Cup, ma quelle senza più Francesca Schiavone, Flavia Pennetta e Roberta Vinci, quelle con Sara Errani in discesa, Camila Giorgi prima infortunata e spesso in bilico che trascina le giovanissime Elisabetta Cocciaretto e Jasmine Paolini. Partendo dalle qualificazioni di Tallinn per raggiungere i playoff del 18-19 aprile nella maratona per tornare nel World Group 2021. Il primo, doppio, ostacolo, superato contro le padroni di casa dell’Estonia e la Croazia è un risultato significativo che dà credibilità a fiducia, anche se è lontano dalle direttrici e dai riflettori del tennis dei grandi nomi. Ed è un risultato che è molto figlio dell’atmosfera ideale creata proprio da Tathiana.
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Che sa di tennis, ma soprattutto sa trattare le persone, è positiva e insieme determinata. Proprio com’era in campo, quand’è arrivata al numero 22 del mondo a trent’anni, dopo aver conquistato il primo e unico titolo WTA a Budapest. Tax sa bene quali siano i problemi di un tennista: è stata una promessa giovanile e non si è realizzata come avrebbe sperato ma, con un quarto turno al Roland Garros e due affermazioni contro star come Monica Seles (all’epoca numero 4 del mondo) e Justine Henin (numero 1), ha assaporato le emozioni dei quartieri alti. E comunque s’è esaltata da subito nel gioco di squadra, aggiudicandosi 11 doppio sul circuito. Che non sono pochi. E hanno lasciato ricordi bellissimi a lei e all’ambiente. Dove apre sempre qualsiasi sorriso.
Come lei, anche il quasi omonimo Garìn - con l’accento comandato sulla I - , erede di chissà quali emigrati veneti in Sud America, sale alla ribalta domenica. Christian, 23 anni, firma il titolo ATP di Cordoba, grazie alla rimonta sul favorito Diego Schwartzman, nel derby infinito fra Cile e Argentina. Ancor più di TAX Garbìn, sognava un futuro radioso, dopo aver vinto il Roland Garros juniores 2013 battendo in finale il bambino d’oro Sascha Zverev ed aver superato Lajovic nell’ATP di Vina del Mar, quinto under 16 dal 2000, dopo Nadal, Gasquet, Harrison e Tomic. L’impatto col professionismo è stato invece duro, per via di troppi intoppi tecnici. Il cileno è transitato per un anno alla Rafa Nadal Academy e quindi da zio Toni, a Manacor, poi ha messo su un team tutto suo ed ha acquisito la sua credibilità, grazie alla specializzazione - démodé ma sempre pericolosa - di “terraiolo”, coi titoli dell’anno scorso a Houston e Monaco di Baviera.
Ora, insieme al terzo titolo ATP, riprova a lasciare un segno maggiore nel tennis, proprio come la Garbìn. Infatti, zitta zitta, l’umile formichina Tathiana ha riacceso il fuocherello dell’ambizione e della fiducia nelle sue ragazze, nel nome delle quattro signore di Fed Cup, così, come lottando col coltello fra i denti, rimontando il terzo avversario consecutivo, reagendo all’inizio di stagione certamente non esaltante dopo cinque sconfitte in sei partite sul cemento, Garìn ha ripreso coraggio, nel nome di Marcelo Rios il fenomeno. Intanto, si è ripreso l’accento.

Christian Garin festeggia il titolo a Cordoba

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