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Eventi internazionali

2000, 10, 20: numeri a caso (e non)

Nuovo anno, nuovo decennio e se la vera svolta tennistica fosse quella del ventennio? Dopo l’era di Roger Federer e Serena Williams si apre quella del tennis azzurro? Classifiche a confronto per giocare, divertirsi, riflettere. E metabolizzare il Cenone. Buon anno nuovo

di | 31 dicembre 2019

Serena Williams sulla chaise longue

Siamo arrivati fin qui, al passaggio tra 2019 e 2020, tra un anno tennistico e un altro, un decennio tennistico e un altro, cercando di riempire lo spazio di non-gioco, con le retrospettive, annuali e decennali.

Forse sarebbe stato più utile prenderci tutti, quelli che scrivono e quelli che leggono, un break da questa nostra malattia racchettomane (un grande dirigente sportivo soleva dire a quelli incalliti come me, in simili circostanze: vai al cinema, fai l’amore con la tua ragazza…).

I mezzi di informazione però non si fermano mai e dunque ci si deve inventare qualcosa: le cifre tonde aiutano. Anche se non sempre offrono un senso nuovo e più interessante (o utile) ai fatti. E spesso sono arbitrarie. Perché, per esempio, occuparci del Decennio che si chiude, per guardare a quello che si apre, e non del Ventennio? La storia ricorda Ventenni più significativi di tanti Decenni: quello mussoliniano, quello berlusconiano... Nel nostro caso, tennisticamente parlando, possiamo per esempio parlare del Ventennio Rogeriano. E al femminile, Sereniano.

Uno sguardo alle classifiche Atp di fine 1999, passaggio epocale di secolo e millennio, vede infatti due fondamentali elementi di continuità. In quella maschile, allora capeggiata da Andre Agassi (davanti al russo Yevgeny Kafelnikov e al grande rivale Pete Sampras), compariva al n.64 un certo Roger Federer, diciottenne. Unico diciottenne tra i primi 200 del mondo. Unico giocatore di allora ancora oggi tra i primi 100 Atp, tra l’altro al n.3. Nel ventennio ha infilato 20 titoli Slam, più di 100 tornei vinti (103), più di 1000 partite vinte. E’ diventato padre di 4 figli.

Il fatto che vent’anni dopo ci sia un solo diciottenne tra i primi 200, al n. 78, si chiami Jannik Sinner, sia nato in agosto come Roger e abbia come prima lingua anche lui il tedesco, come vogliamo interpretarlo? Un caso o un presagio?

Uno sguardo alla classifica femminile Wta offre l’incredibile parallelo con Serena Williams. Alla fine del 1999 aveva 18 anni ed era già n. 3 del mondo, dietro alla svizzera Martina Hingis e alla connazionale Lindsay Davenport. Vent’anni dopo Serena è ancora n.10 e nel frattempo ha conquistato 23 titoli del Grande Slam ed è stata n.1 del mondo per 186 settimane consecutive. E’ diventata anche mamma.
Doveroso è notare che anche sua sorella Venus era al top a fine millennio (n.4) e compare ancora oggi nella top 100 Wta (al n.52). Ma lei ha vinto “solo” 7 Slam e non è ancora diventata mamma.

Che ventennio sarà il prossimo? Avrà dei nomi di riferimento come questi? Di sicuro parte con presupposti molti diversi per noi italiani.

Le classifiche di fine 1999 vedevano solo tre azzurri tra i primi 100 del mondo: al n.84 (e dunque n.1 d’Italia) c’era un certo Andrea Gaudenzi, che proprio dallo scoccare della mezzanotte è il nuovo presidente dell’Atp. Nel 1999, da 26enne, aveva già dato il meglio di sé come giocatore, raggiungendo il n.18 del mondo nel 1995 e guidando l’Italia alla finale di Coppa Davis nel 1998. Proprio in quella sfida, a Milano contro la Svezia di Magnus Norman (oggi famoso come ottimo coach), si era rotto i legamenti della spalla dicendo addio alle ambizioni di un livello più alto.

Al n. 87 di fine '99 trovavamo l’italo-belga Laurence Tieleman, elegante tennista da erba, riapparso recentemente come personaggio in un libro a fumetti.

Al n.94 compariva ancora il mitico, solitario, giramondo Gianluca Pozzi, che però aveva già 34 anni. Toccava la palla come McEnroe ma non poteva garantire un futuro.

Tra le ragazze tenevano alta la bandiera Silvia Farina, n.27, oggi commentatrice, e Rita Grande (n.54), che a fine carriera sarebbe stata anima ideatrice e corpo organizzativo del Trofeo Kinder+Sport, il circuito giovanile più partecipato al mondo.

Vent’anni dopo la musica è tutt’altra. Le ragazze, è vero, oggi sono ancora solo due nella top 100 (Jasmine Paolini, n.96, e Camila Giorgi n.100) ma il ventennio ci ha regalato i massimi trionfi di sempre con quattro Fed Cup conquistate, la vittoria Slam di Francesca Schiavone al Roland Garros nel 2010 e la finale tutta azzurra agli Us Open 2015 con il successo di Flavia Pennetta su Roberta Vinci. E, ancora, il career Grand Slam in doppio della stessa Vinci con Sara Errani. Errani a sua volta finalista a Parigi nel 2012. Pennetta, Schiavone, Errani e Vinci sono entrate tutte e quattro nella top 10 mondiale. A questo livello, dalla nascita del gioco, si ricordava solo la pioniera Lucia Valerio nei ‘quarti’ a Parigi e Wimbledon e tra le prime 10 del mondo all’inizio degli Anni Trenta del secolo scorso.

Una svolta altrettanto forte e prospettica è quella del tennis maschile con il ranking di oggi: il ventennio si apre con un italiano di 23 anni, Matteo Berrettini, al n. 8 del mondo. Già capace di arrivare al Masters di fine anno (le Atp Finals) come non succedeva da più di 40 anni. E, come già accennato sopra, un azzurrino di 18 anni, Jannik Sinner, già tra i primi 100, al n.78. Sono i nomi più proiettati al futuro di un gruppo che ha ben otto rappresentanti tra i primi 100, solo due dei quali hanno superato i 30 anni, l’highlander Andreas Seppi, top 100 da un decennio, e Fabio Fognini, n.12, primo a conquistare un Masters 1000 (quest’anno a Monte-Carlo) e primo a rompere il tabù ‘Top 10’ dai tempi del suo attuale coach Corrado Barazzutti, cioè dagli Anni Settanta del secolo scorso.

Dunque che cosa sta cominciando, un anno, un decennio, un ventennio? Di sicuro una nuova era per il tennis azzurro, che potrebbe già essere celebrata nel prossimo straordinario quinquennio delle Atp Finals sul suolo italico, al Pala Alpitour di Torino (2021-2025). C’è di che stappare gli spumanti in piena confidenza, con orgoglio e prospettiva. Qualcosa di più e di diverso dei soliti, pur sempre graditi, auguri.

 

PS. Per i malati di sfide, numeri, partite, ranking (insomma quelli come noi), oltre a suggerire di dare uno sguardo alle nuove classifiche FIT, quelle dove troviamo gli amici da sfottere e gli avversari da studiare, segnaliamo una consultazione interessante per l’inizio del 2020. Quella del ranking Elo, una classifica molto particolare, non ufficiale, che tiene conto non del piazzamento nei tornei ma della qualità degli avversari battuti.

La pubblica il sito www.tennisabstract.com. Il metodo, che riprende quello inventato dal fisico e scacchista ungaro-americano Arpad Elo, è pensato per cercare di dare l’idea più precisa possibile del livello di gioco di un tennista rispetto agli altri, in modo da poter fare pronostici più attendibili sull’andamento dei singoli match.

Nel sistema Atp i punti si prendono in funzione del turno cui si arriva. Vincere un Atp 500 battendo Pella, Mannarino e Berankis o farlo superando Nadal, Djokovic o Federer attribuisce lo stesso bottino: 500 punti.

Nel sistema Elo i due tipi di performance darebbero quantità di punti totalmente diversi, premiando la maggior qualità degli avversari battuti. Non a caso la classifica Elo è effettivamente più attendibile di quella Atp quando si vogliono azzardare dei pronostici. Utilizzandola per indovinare i vincitori nei 50 incontri di singolare svoltisi nelle recenti finali di Coppa Davis si sarebbe fatto centro 36 volte (cioè nel 72% dei casi) mentre in base alla classifica Atp, puntando sul giocatore meglio piazzato, avremmo scelto il vincitore 30 volte (60%).

Potete divertirvi a fare confronti. Giusto per stuzzicarvi, eccone qualcuno: i primi tre del mondo sono sempre Nadal, Djokovic e Federer, Matteo Berrettini è sempre Top 10 (n.10) ma al numero 8 e 9 ci sono Andrei Rublev e Alex De Minaur (che per l’Atp sono n.23 e n.18). Jo Wilfried Tsonga e Nick Kyrgios, n.29 e n.30 Atp nella classifica Elo, salgono al n.16 e n.15. E che dire di Andy Murray, n.125 secondo i punti Atp e n.25 secondo i punti Elo?

Infine Jannik Sinner, n.78 Atp, nella graduatoria Elo è già n.44. Giusto davanti a Felix Auger-Aliassime, n.45 Elo, che per l’Atp è già n.21 del mondo..

Non sapete cosa fare a Capodanno? Scorrete le due classifiche e provate a pensare qual è la più attendibile secondo la vostra percezione della forza dei giocatori. Buon divertimento. E buon anno.

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