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Eventi internazionali

Film 2019, settembre: a New York è un Berrettini da urlo, Finals e top ten vicine

Solo un Nadal lanciato verso la conquista del suo Slam numero 19 ferma Matteo in semifinale a Flushing Meadows. Il maiorchino nella sfida per il titolo deve sudare cinque set per riuscire a sbarazzarsi di Medvedev, rivelazione assoluta della stagione

di | 27 dicembre 2019

Matteo Berrettini

Sono 8 gli azzurri in tabellone agli Us Open: Fognini, Seppi, Cecchinato e Sinner escono subito, ma il 18enne altoatesino, bravissimo a superare le qualificazioni, gioca praticamente alla pari con Wawrinka, il campione dell’edizione del 2016. Sonego supera Granollers ma poi si arrende ad Andujar: Fabbiano approfitta con freddezza di un Thiem non al top ma poi lascia via libera a Bublik.

 

Ancora meglio fa Lorenzi, ripescato come lucky loser, che batte il giovanissimo Svajda e poi Kecmanovic prima di cedere a Wawrinka. Ma il più bravo di tutti è Berrettini, che probabilmente nemmeno immagina quanto sarà lunga la sua avventura newyorkese.

Paese che vai tifosi che trovi

Quello newyorkese non è un pubblico facile ma Daniil Medvedev, il giocatore più “caldo” del momento ci mette parecchio del suo: nel primo set del terzo turno contro Feliciano Lopez strappa di mano l’asciugamano a un ball-boy, rimedia un “warning” e scaglia la racchetta in direzione del giudice di sedia. Lo fischiano, lui mostra il dito medio: allora gli urlano di tutto e applaudono ai suoi errori. Così il match con lo spagnolo diventa battaglia e dopo la vittoria il moscovita ringrazia i tifosi con un discorso all’insegna del sarcasmo: “Voglio dirvi grazie perché la vostra energia mi ha dato la vittoria. Senza di voi avrei molto probabilmente perso perché ero stanchissimo. Ieri avevo i crampi, oggi per me è stata durissima, Perciò voglio che tutti voi sappiate una cosa: ho vinto per merito vostro. Più continuerete a fare così, più io vincerò: per voi". Ma dai…

Anche Djokovic rimedia una violenta pioggia di “buu” (non fischi, che negli States equivalgono ad applausi) quando negli ottavi, sotto 57 46 1-2, alza bandiera bianca arrendendosi alla spalla che gli dà il tormento e si ritira, lasciando via libera a Wawrinka. Quando però abbraccia a rete l’avversario che l’aveva battuto nella finale del 2016 il pubblico di New York lo contesta. “Mi dispiace, sono venuti per lo spettacolo e sono arrabbiati perché io non gli ho potuto dare un match completo. Il dolore è costante da tre settimane”.

Berrettini enorme: è in semifinale agli Us Open

Aggiorna la storia del tennis italiano al maschile a New York aggiungendo un nuovo, emozionante capitolo Matteo Berrettini. E lo fa superando da campione anche un’avversaria infida e subdola come la paura di vincere. A Flushing Meadows l’azzurro, numero 25 del ranking mondiale e 24esima testa di serie, mette in fila Gasquet, Thompson, Popyrin, Rublev e,  in una memorabile serata sull’Arthur Ashe Stadium, sconfigge per 36 63 62 36 76(5), dopo quasi quattro ore di lotta, il francese Gael Monfils, numero 13 del ranking e del seeding, conquistando una storica semifinale agli Us Open, 42 anni dopo Corrado Barazzutti (al penultimo atto a Forest Hills nel 1977 quando si giocava sulla terra verde, battuto poi da Connors).

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“Non ricordo nessun punto…anzi sì, il doppio fallo sul primo match-point!... Mentre lottavo avvertivo una sensazione strana: ero in campo ma mi sentivo anche spettatore di una delle partite più intense che avessi mai visto”, dice Berrettini. I cinque match-point? Beh, è bello quando la partita poi la vinci. Ero un po’ teso non so se ve ne siete accorti…. Il 23enne romano diventa così il quarto italiano nell’Era Open (cioè dal 1968) a centrare una semifinale Slam (dopo Panatta, che al Roland Garros ha vinto il titolo nel 1976 ed è stato semifinalista nel 1975 e nel 1973; Barazzutti, in semifinale agli Us Open nel 1977 e a Parigi nel 1978; Cecchinato, semifinalista al Roland Garros lo scorso anno), il più giovane di tutti.

Vince Nadal ma Matteo è già grande

In semifinale Berrettini se la gioca alla pari per due set con il vincitore di 18 Slam. Matteo non sfrutta due set-point nel tie-break del primo parziale e cede 76(6) 64 61 a Nadal, numero due del ranking e del seeding. A suon di ace e servizi vincenti il 23enne romano dimostra di non subire l’impatto emotivo di una sfida di questo livello (come accaduto invece negli ottavi a Wimbledon contro Federer) e di aver studiato a dovere la partita a tavolino con il suo team. Rafa si spaventa e lo dimostra il ruggito che accompagna il punto che decide il tie-break in suo favore. E dopo il match-point lo spagnolo non lesina i complimenti: “Matteo ha tutto, diventerà un grandissimo giocatore. Lo è già e ha tanti anni davanti a sé per migliorare ancora”.

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And the champion is…Rafa!

Lo spagnolo, avanti di due set e di un break, è costretto a correre e sudare fino al quinto. Daniil Medvedev, alla prima finale Slam, dà il meglio proprio quando sembra ad un passo dal ko, recupera lo svantaggio, mette la testa avanti e salva due match-point. Ma Nadal conquista comunque il suo 19esimo Slam (-1 dal record di Federer) diventando il primo tennista a vincere 5 Major dopo i 30 anni: 75 63 57 46 64 lo score con il quale il 33enne mancino di Manacor firma il suo quarto Us Open.

50 anni dall’ultimo Grand Slam

L’8 settembre, giorno della finale maschile, cade un anniversario importante. Mezzo secolo prima, con la vittoria agli Us Open del 1969, Rod Laver conquistava per la seconda volta in carriera tutti e quattro gli Slam nella stessa stagione. Un’impresa che tutti sognano ancora ma che oggi sembra un miraggio.

Sonego fa il bello di notte a Genova

Gettare il cuore oltre l’ostacolo. E’ quello che fa Lorenzo Sonego per conquistare il secondo successo consecutivo nell’”Aon Open Challenger - Memorial Giorgio Messina” (challenger ATP - montepremi 137.560 euro) sui campi di Valletta Cambiaso a Genova. In una finale iniziata in tarda serata a causa della pioggia e terminata a notte fonda, il 24enne torinese, numero 49 del ranking e primo favorito del seeding (in gara con una wild card), nonché campione in carica, si impone per 62 46 76(6) sullo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, numero 126 Atp e undicesima testa di serie, recuperando dallo 0-4 nel tie-break decisivo.

 

Per il piemontese è il terzo titolo challenger dopo Ortisei 2017 e Genova 2018: in questa stagione il tennista seguito da "Gipo" Arbino ha vinto anche il suo primo trofeo ATP sull'erba di Antalya, in Turchia, ed ha raggiunto i quarti nel Masters 1000 di Monte-Carlo.

Medvedev implacabile, Tsonga da record

Al “St. Petersburg Open” (ATP 250 con un montepremi di 1.180.000 dollari) escono subito Viola, Travaglia, Fabbiano e Sinner mentre si ferma nei quarti Matteo Berrettini, numero 13 Atp e terza testa di serie, che un po’ a sorpresa perde in due tie-break col bielorusso Egor Gerasimov, numero 119 Atp, proveniente dalle qualificazioni. Il torneo lo vince Daniil Medvedev, numero 4 del ranking e primo favorito del seeding, che domina 63 61 il croato Borna Coric, numero 15 Atp e quarta testa di serie, e conquista il terzo titolo stagionale dopo Sofia e Cincinnati. Il 23enne moscovita diventa il quinto giocatore in attività capace di arrivare in fondo a cinque tornei di fila dopo Federer, Nadal, Murray e Djokovic.

 

Un poker che fa storia quello di Jo-Wilfried Tsonga, il primo a vincere 4 volte il torneo di Metz (ATP 250 - montepremi 524.340 euro) dove era già andato a segno nel 2011, 2012 e 2015: in finale il francese, numero 61 Atp, batte in rimonta 67(4) 76(4) 63 lo sloveno Aljaz Bedene, numero 71 del ranking mondiale.

La Laver Cup resta ancora in Europa

Terza vittoria in tre edizioni per il Team Europa in Laver Cup, la competizione voluta da Roger Federer che mette di fronte i migliori tennisti europei con i rappresentanti del Resto del Mondo. Un successo che arriva, nonostante il forfait di Nadal nell’ultima giornata, grazie a Federer e Zverev che portano i punti decisivi negli ultimi due singolari. Nel team campione per la prima volta c’è anche un azzurro, Fabio Fognini.

Il tour si sposta in Cina

Grazie ad un gran match contro Kyrgios e a 5 match-point annullati a Zhang, Andreas Seppi approda nei quarti agli "Huajin Securities Championships”, nuovissimo torneo ATP 250 (931.335 dollari di montepremi) sul cemento dell’Hengqin International Tennis Center di Zhuhai, in Cina, dove però lascia via libera allo spagnolo Bautista Agut, numero 10 Atp e secondo favorito del tabellone. Il titolo se lo aggiudica il Next Gen australiano Alex De Minaur, numero 31 Atp, che regola 76(4) 64 il francese Adrian Mannarino, numero 51 Atp.

 

A Chengdu (ATP 250 - montepremi 1.096.575) dopo due anni torna a vincere un titolo Pablo Carreno Busta: in finale il 28enne spagnolo di Gijon, numero 63 del ranking mondiale, si impone in rimonta per 67(5) 64 76(3) sul kazako Alexander Bublik, numero 71 Atp.

Franco Davin e Fabio Fognini

Fognini e Davin “divorziano”

Con l’arrivo dell’autunno diventa ufficiale una notizia già nell’aria da un paio di mesi: le strade di Fabio Fognini e Franco Davin si separeranno a fine stagione. La conferma arriva dal coach argentino con un post su Instagram: "Quando a fine 2016 abbiamo iniziato a lavorare, l'obiettivo principale era arrivare nei primi dieci. Dopo quasi tre anni di grande lavoro ce l'abbiamo fatta, con dedizione, sforzo ma soprattutto tanta passione…. Ognuno andrà verso nuove strade…. Tutti sappiamo di cosa è capace Fabio in campo, con un talento fuori dal comune, con il suo carattere e il suo carisma. Ma il Fabio migliore è quello fuori dal campo, una gran persona”.

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