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La canadese trionfa nel Premier 5 di Toronto dove Serena è costretta al ritiro. A Washington e nel Bronx Camila si ferma sul più bello. A Cincinnati Madison ritrova le “chiavi” e stoppa Kuznetsova
di Tiziana Tricarico | 27 dicembre 2019
Non gioca un incontro ufficiale da un mese, più precisamente dal ko al primo turno di Wimbledon dove difendeva i quarti del 2018. E non vince un match dallo scorso gennaio: secondo turno degli Australian Open. Per Camila Giorgi non è importante giocare bene, ma superare l’esordio a Washington dove la 27enne di Macerata, numero 62 del ranking mondiale, batte 62 75 la statunitense Sachia Vickery, numero 149 Atp, proveniente dalle qualificazioni.
Di slancio la marchigiana si sbarazza anche della svedese Peterson, della kazaka Diyas e della statunitense McNally prima di cedere in finale (la settima in carriera) piuttosto nettamente per 62 62 all’altra americana Jessica Pegula, 25enne di Buffalo, numero 79 Wta, che al secondo tentativo si aggiudica il suo primo trofeo.
Pur incerottata, come accade più o meno sempre, e forse non del tutto ancora a posto fisicamente vince partite lottate, sconfigge tre top ten - Bertens negli ottavi, Pliskova nei quarti e Serena in finale - conquista il suo secondo titolo in carriera e si arrampica al numero 14 Wta, naturalmente best ranking. E pazienza se la finale in pratica non si gioca. Dura infatti appena 19 minuti la sfida per il titolo della "Rogers Cup" (WTA Premier 5 - montepremi 2.830.000 dollari) sui campi in cemento di Toronto, nella provincia dell’Ontario.
Bianca Andreescu, 19enne canadese di origini rumene, numero 27 del ranking mondiale, se l’aggiudica superando la statunitense Serena Willliams, numero 10 Wta ed ottava testa di serie, costretta ad abbandonare a causa di un infortunio alla schiena sul punteggio di 3-1 per la giocatrice di casa. Commuovente l’abbraccio tra l’ex numero uno del mondo in lacrime e la teenager di Mississauga che cerca di consolarla.
Scivolata ai margini della top venti la 24enne statunitense di Rock Island, già numero 7 del mondo, rialza la testa e conquista a Cincinnati il suo primo torneo Wta Premier 5 (2.944.486 dollari di montepremi), ritrovando un posto nell’élite mondiale. Nella finale del “Western & Southern Open” Madison Keys, numero 18 del ranking e 16 del seeding, deve rimontare due volte la russa Svetlana Kuznetsova, numero 153 Wta ed in gara grazie ad una wild card, battuta 75 76(5): e nel farlo mostra le sue grandi doti offensive, col servizio e i fondamentali da fondo.
Costretta a confrontarsi con il tennis vario e l’esperienza della 34enne di San Pietroburgo (già numero 3 del mondo e con due Slam nel palmares: Us Open 2004 e Roland Garros 2009) - capace di mettere in fila in una settimana straordinaria Sevastova, Yastremska, Stephens, Karolina Pliskova e Barty - Madison mette in campo tutti i suoi pregi e i suoi difetti, ma alla fine salva la faccia al tennis femminile.
Una tremenda notizia scuote il mondo del tennis ma soprattutto di Amanda Anisimova. Alla vigilia dell’ultimo Slam del 2019 il padre della giovane tennista statunitense, Konstantin, 63 anni, muore improvvisamente. Anisimov viene ritrovato nella sua casa in Florida e non si conoscono le cause del decesso. Insieme a quella paterna Amanda, in procinto di compiere 18 anni (il 31 agosto), perde una figura di riferimento anche sul campo da tennis visto che attorno al padre ruotava tutto il team.
La Anisimova - esplosa quest’anno con la vittoria del primo titolo a Bogotà, la semifinale al Roland Garros ed un best ranking di numero 24 - decide di non partecipare agli Us Open.
Sono in quattro a tentare la strada per il tabellone principale degli Us Open, l’ultimo Slam dell’anno. Martina Trevisan, Martina Di Giuseppe e Giulia Gatto Monticone (che aveva conquistato un posto nel main draw sia al Roland Garros che a Wimbledon) escono subito di scena: Jasmine Paolini viene eliminata al secondo turno.