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FILM 2019, MARZO: Poco azzurro, ma cambiera'…

Ad Acapulco si rivede Kyrgios mentre nel deserto californiano Thiem firma il suo primo “1000”. Federer fa 100 a Dubai e pure 101 a Miami, un numero di titoli da fantascienza per il tennis moderno

di | 21 dicembre 2019

Roger con il 100esimo trofeo a Dubai 2019

Sorpresa di quelle con la "S" maiuscola negli ottavi di finale dell’“Abierto Mexicano Telcel" (ATP 500 con un montepremi di 1.780.060 dollari) sul cemento di Acapulco, in Messico. In una serata da incubo esce di scena Rafa Nadal, numero 2 del ranking e primo favorito del seeding, vincitore di questo torneo nel 2005 e nel 2013 (si giocava sulla terra) ed ancora finalista nel 2017, al rientro nel circuito dopo la finale persa a Melbourne contro Djokovic. Il 32enne mancino di Manacor cede per 36 76(2) 76(6), dopo oltre tre ore di lotta, all'australiano Nick Kyrgios, sceso al numero 72 Atp, fallendo ben tre match-point nel tie-break del set decisivo (e per una volta non la prende particolarmente bene). Settimana da incorniciare per il il 23enne di Canberra che finisce per aggiudicarsi il trofeo - il primo dopo 14 mesi - superando in finale 63 64 il tedesco Alexander Zverev, numero 3 del ranking e 2 del seeding.

Roger fa 100 a Dubai

Obiettivo 100esimo titolo ATP centrato, e rivincita servita. Due risultati in un colpo solo per Roger Federer che firma per la nona volta il "Dubai Duty Free Tennis Championships" (ATP 500 con 2.736.845 dollari di montepremi) sul cemento della metropoli degli Emirati Arabi Uniti. In finale il 37enne fuoriclasse di Basilea, numero 7 Atp (risalirà in quarta posizione) e secondo favorito del torneo, sconfigge 64 64, in appena 69 minuti, il greco Stefanos Tsitsipas, numero 11 del ranking mondiale (che si regala per la prima volta la top ten) e quinta testa di serie, che lo aveva eliminato negli ottavi a Melbourne. “King Roger” diventa così il secondo giocatore a toccare la fatidica soglia a tre cifre: meglio di lui solo Connors con 109 trofei (anche se non dello stesso valore).

Sorride - finalmente - anche Guido Pella. Al quinto tentativo l’argentino rompe il ghiaccio conquistando il suo primo titolo in carriera al “Brasil Open" (ATP 250 con un montepremi di 550.145 dollari) sulla terra rossa di San Paolo. Nella sfida per il trofeo il 28enne mancino di Bahia Blanca, numero 48 Atp e seconda testa di serie, batte 75 63 il 22enne cileno Christian Garin, numero 92 del ranking, alla prima finale nel circuito maggiore.

L'ATP cambia

Chris Kermode, Presidente e Chairman esecutivo di ATP, lascerà il suo incarico alla fine del 2019 al termine del suo mandato: lo annuncia l'organizzazione che guida il circuito maschile in una dichiarazione a margine del Masters 1000 da Indian Wells. La decisione presa dopo una votazione durante una riunione del Consiglio di amministrazione. Il nome del suo successore non è ancora noto. Kermode, 54enne ex tennista professionista britannico non di prima fascia, guida l’ATP dall’inizio del 2014.

Un Thiem da 1000 e una notte ad Indian Wells

Poca fortuna per gli azzurri al "BNP Paribas Open", primo Atp Masters 1000 stagionale (8.359.455 dollari di montepremi) sul cemento di Indian Wells, in California: Matteo Berrettini e Andreas Seppi escono al primo turno, Marco Cecchinato e Fabio Fognini al secondo (ma per entrambi si tratta dell’esordio nel torneo). Il ligure si riscatta parzialmente arrivando in semifinale nel doppio in coppia con Novak Djokovic. Anche per Nole il deserto californiano stavolta è indigesto: il numero uno del mondo, cinque volte vincitore del torneo, al rientro nel tour dopo un mese e mezzo dal 15esimo acuto Slam firmato a Melbourne, va a sbattere al terzo turno contro Kohlschreiber, che si regala una delle giornate più indimenticabili della sua carriera.

 

Nadal - che ribadisce il suo impegno nella crociata contro il cemento - dà forfait in semifinale per i soliti problemi al ginocchio destro e Federer si ritrova senza fare fatica a giocarsi l’ennesimo match-clou. Ma il trofeo, il primo “1000” in carriera, finisce nella bacheca di Dominic Thiem: il 25enne di Wiener Neustadt, numero 8 del ranking e 7 del seeding, batte in rimonta 36 63 75, in poco più di due ore di partita, “King Roger”, numero 4 del ranking e del seeding, già trionfatore cinque volte - come Djokovic - nel deserto californiano. Grazie a questo successo l’austriaco - 19esimo vincitore diverso nei 19 tornei disputati fin qui in stagione (record) - toglie proprio al 37enne mito di Basilea la quarta poltrona mondiale eguagliando il best ranking.

Federer chiude a Miami un marzo da record

Coast to coast il circuito si sposta in Florida. Terzo turno fatale per Fognini e Cecchinato al "Miami Open", secondo Atp Masters 1000 stagionale (8.359.455 dollari di montepremi) che si disputa da quest’anno sui campi in cemento dell’Hard Rock Stadium (la “casa” dei Miami Dolphins di football NFL). Curiosamente battuti entrambi con lo stesso punteggio - doppio 64 - rispettivamente da Bautista Agut e Goffin. In precedenza, al secondo turno, fuori a testa altissima Sonego, superato solo con un doppio tie-break dal campione in carica John Isner. 

Il numero uno del mondo Djokovic delude anche in Florida salutando negli ottavi, sconfitto ancora da Bautista Agut mentre il 18enne Felix Auger Aliassime diventa il più giovane semifinalista di sempre a Miami e va a fare compagnia al connazionale Denis Shapovalov, che di anni ne ha 19. L’esperienza però fa ancora la differenza: infatti il titolo se lo giocano Roger Federer, che stoppa Shapovalov, e John Isner, che ferma Auger Aliassime. Ed è il 37enne fuoriclasse di Basilea, numero 5 Atp e quarta testa di serie, a calare il poker vincente in Florida - dopo i trionfi datati 2005, 2006 e 2017 - superando 61 64 il campione in carica Isner, numero 9 del ranking e 7 del seeding, in non perfette condizioni per un infortunio al piede, mettendo così in bacheca il trofeo numero 101. Un numero da fantascienza per il tennis di oggi.

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