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Eventi internazionali

GPS che si indossa e iPad: il futuro della Coppa Davis

Nelle finali di Coppa Davis, allenatori e giocatori potranno analizzare i dati in tempo reale attraverso particolari iPad. Murray e i britannici si sono allenati con un top che contiene un rilevatore di movimenti provato anche da Jannik Sinner

di | 18 novembre 2019

coppa davis

Il futuro del tennis, e dello sport, è nei dati. L'occhio non sempre basta a decifrare i dettagli che segnano il confine tra la vittoria e la sconfitta. La nuova Coppa Davis guarda avanti lungo questa strada. Come i coach dei protagonisti alle Next Gen Finals di Milano, infatti, anche i capitani e i giocatori delle 18 nazionali coinvolte nelle fasi finali alla Caja Magica di Madrid potranno consultare in tempo reale i dati attraverso il sistema Foxtenn Diamond.

Potranno così conoscere se la risposta funziona meglio di rovescio incrociato o con il dritto profondo al centro, se il servizio dà più punti al corpo o a uscire da destra e così via. E così definire anche in corsa il piano di gioco. I dati restano a disposizione delle squadre anche dopo la partita, per poter essere eventualmente utilizzati negli allenamenti per preparare il match successivo.
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Foxtenn, compagnia catalana di cui Banco Sadell è co-proprietaria al 10%, realizza la tecnologia alternativa a Hawk-Eye per la verifica delle chiamate che si basa sull'utilizzo di oltre venti telecamere sincronizzate ad alta risoluzione e non su una ricostruzione digitale della traiettoria della palla. In questo modo, secondo il presidente Javier Simón, si azzera il margine di errore.

In questa prima edizione delle finali di Coppa Davis, però, Foxtenn fornirà solo le statistiche aggiuntive a disposizione di giocatori e allenatori. La review delle chiamate sarà effettuata attraverso Hawk-Eye.

La tecnologia coinvolge anche i regimi di allenamento. Andy Murray, così come suo fratello Jamie, in questi giorni hanno indossato in campo il particolare "top elastico" della Catapult che contiene un sistema di tracciamento GPS. In questo modo, il giocatore può arrivare a conoscere velocità e direzione, accelerazione e forza, rotazione, orientamento del corpo, battito cardiaco e tutta una serie di altri parametri, fino a 1500, per una mappatura completa dei movimenti e delle azioni compiute in campo. 

"Da quando uso questo sistema, diffuso anche tra i calciatori" ha detto a fine ottobre Murray al Telegraph, "mi sono accorto che in allenamento mi capitava di lavorare fin troppo: alcune sessioni erano più dure di un match in cinque set". 

Questo sistema, approvato dall'ITF lo scorso settembre, "può fornire indicazioni preziose ai giocatori, agli allenatori e anche allo staff medico dell'ATP" ha detto il presidente Chris Kermode alla vigilia delle Next Gen ATP Finals di Milano. Il futuro è già qui.
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