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Eventi internazionali

Barazzutti verso Madrid: "In Davis da protagonisti"

La rivalità tra Berrettini e Fognini in corsa per le Atp Finals, il record di otto giocatori azzurri nei primi 100 del ranking. Il tennis italiano maschile sta vivendo un grande momento e il 2019 potrebbe riservarci altre gioie

di | 12 ottobre 2019

Berrettini e Fognini:

Il trionfo di Fabio Fognini a Monte Carlo lo scorso aprile, primo azzurro a conquistare un titolo Masters 1000 da quando è stata istituita la categoria nel 1990. Le semifinali di Matteo Berrettini prima agli US Open, un torneo dello Slam, poi a Shanghai, altro "1000". Lo stesso 23enne romano, che da lunedì sarà il nuoco numero uno d'Italia, ha vinto due titoli nel 2019 a Budapest e sull'erba a Stoccarda. Dopo anni in cui le donne hanno tenuto in piedi il movimento a suon di trionfi individuali e di squadra grazie alla generazione d'oro di Pennetta, Schiavone, Vinci e Errani, ora tocca agli uomini regalare successi ed emozioni forti. In questo 2019 i titoli Atp griffati Italia sono già cinque: aveva cominciato lo scorso febbraio Marco Cecchinato a Buenos Aires, mentre lo scorso giugno Lorenzo Sonego ha dominato sui prati di Antalya. Non solo terra: ora siamo competitivi su tutte le superfici, veloce compreso. Non è casuale che nel ranking ci siano otto italiani nei primi 100: un record. Solo Francia con 12 e Stati Uniti con 9 ne hanno di più. Dietro spingono giovanissimi in crescita esponenziale: Jannik Sinner, il più forte indiscutibilmente il classe 2001 più forte del mondo, Lorenzo Musetti, vincitore degli ultimi Australian Open junior, Giulio Zeppieri.

OBIETTIVO FINALS DI LONDRA

E il 2019 potrebbe riservarci altre gioie: Berrettini è a soli 20 punti dalla top ten nel ranking Atp, mentre nella Race, la classifica che prende in considerazione i punti accumulati da gennaio in poi, è ottavo. Al momento uno dei due posti ancora a disposizione per le Atp Finals di Londra è suo. E in corsa c'è anche Fognini, che il traguardo della top ten lo ha centrato lo scorso giugno arrivando sino al numero 9, ed attualmente è undicesimo nella Race. In passato solo due i giocatori italiani sono stati tra i primi 10 giocatori del mondo la top ten da quando è stata istituito il ranking ATP nel 1973. Il migliore degli azzurri, ripetiamo, nell’era open, è Adriano Panatta, giunto al numero 4 nel 1976, l'anno della conquista degli Internazionali d'Italia e del Roland Garros. Dietro di lui c'è Corrado Barazzutti, salito fino al numero 7 nel 1978. E sempre loro due sono riusciti a qualificarsi per il Masters di fine anno: Panatta nel 1975 e Barazzutti nel 1978.

UNA GRANDE SQUADRA

Le finali della Coppa Davis con il nuovo format (18 nazioni in sede unica) in calendario dal 18 al 24 novembre a Madrid ci vedrà tra i protagonisti, come sottolinea il capitano azzurro Barazzutti da Shanghai dove ha seguito Fognini e Berrettini. "In questo momento siamo una delle nazioni meglio piazzate in campo maschile - sottolinea - e la rivalità tra Fabio e Matteo è positiva. I due ragazzi si stimano e sono amici, per me è una grande fortuna averli in squadra. E alle loro spalle abbiamo altri giocatori competitivi ai massimi livelli. Sono convinto che a Madrid avremo un grande team, solido e compatto con tanta scelta. Ne sono felice perché tutti vorrebbero avere problemi di abbondanza. Sarà una grande occasione da sfruttare al meglio". Sei i gironi: si qualificano le prime di ciascun raggruppamento più le due migliori seconde.L'Italia è stata inserita nel gruppo con Stati Uniti e Canada: si giocano tre match (due singolari e un doppio) al meglio dei tre set.

SINERGIA VINCENTE

Barazzutti spiega i motivi di questa esplosione del tennis maschile, che ci sta riportando ai fasti degli anni Settanta, dei quali proprio Corrado fu protagonista contribuendo alla conquista dell'unica (sinora) Coppa Davis conquistata dall'Italia: "Ricevo molte telefonate da ogni parte del mondo e mi chiedono tutti il motivo di questo ottimo momento del nostro tennis. Ormai da diversi anni abbiamo migliorato la qualità dei nostri coach, dei nostri allenatori. Ora sono tanti, molto bravi e competenti. I giovani stanno crescendo grazie alle loro qualità, è ovvio, ma anche grazie a questa sinergia con la federazione che mette a disposizione dei giocatori tutto ciò che serve per rendere al meglio. Questo lavoro di squadra sta funzionando, si è creato un circolo virtuoso e i risultati sono sotto gli occhi di tutti". Avanti così e appuntamento a Madrid. Possibilmente con tappa a Londra.
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