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Il numero 1 del mondo centra i quarti. Subisce il break quando serve per il match ma Soeda può solo rimandare la tredicesima sconfitta su 13 contro top 10. Fuori al primo turno i vincitori dei tornei della scorsa settimana, Carreno Busta e Alex De Minaur.
di Alessandro Mastroluca | 02 ottobre 2019
Vince ancora Novak Djokovic. Concreto nelle occasioni importanti, ha amministrato contro Go Soeda e raggiunto i quarti all'ATP 500 di Tokyo, torneo cui non aveva mai preso parte in carriera prima di quest'anno. Si è limitato ad accelerare quando serviva contro il giapponese che ha dato l'impressione di dover giocare con pochi margini di sicurezza anche solo per rimanere a contatto. Le ha provate tutte, Soeda, che ha mantenuto anche un rendimento positivo a rete ma cede 63 75. testimonia il livello di controllo di Djokovic, che giocherà per la nona volta i quarti in 12 tornei dall'inizio della stagione. Il numero 1 del mondo si è intenerito, in maniera inusuale, quando è andato a servire per il match sul 63 53. Si è rilassato con qualche minuto di anticipo (doppio fallo, una smorzata improbabile, un errore forzato da fondo) ma non ha comunque rimesso in discussione il match. Djokovic firma il 43mo successo in 51 partite stagionali. Soeda, 35enne che vive a Tokyo, incassa la tredicesima sconfitta in 13 sfide contro un top 10.
"La spalla sta bene" aveva detto il serbo dopo il suo debutto assoluto nel torneo contro l'australiano Alexei Popyrin, numero 94 del mondo, che ha spinto al limite Matteo Berrettini allo Us Open. Il match contro Soeda conferma l'auto diagnosi di Djokovic che ha chiuso con gli stessi vincenti complessivi (22) anche se ha realizzati meno da fondo (9 contro 13 di dritto, 3 a 5 di rovescio). Tuttavia ha sette gratuiti in meno (determinanti i 12 del giapponese di rovescio contro i 5 del serbo) e quasi la metà degli errori forzati, oltre a un rendimento migliore con prima e seconda.
Il numero 1 del mondo vince 16 punti di fila tra primo e secondo set, una serie interrotta solo dal primo doppio fallo della partita. Come nel primo, Djokovic applica una pressione a lungo scoraggiante per il giapponese. E' talmente sicuro di essere padrone della scena, però, da rimettere in partita nel finale Soeda che si illude anche di vincere lo scambio più lungo del match subito dopo il controbreak del 4-5 con un contropiede vincente.
La giudice di linea chiama l'out, mettendo però le mani giunte avanti subito dopo: un gesto che indica una palla buona. Djokovic protesta, lei conferma all'arbitro di aver inizialmente giudicato la palla fuori e il numero 1 del mondo ottiene la possibilità di una verifica tardiva del segno. Fox Tenn, la tecnologia alternativa a Hawk Eye usata a Tokyo che sostiene di mostrare il punto di rimbalzo esatto e non una ricostruzione digitale della traiettoria, dà ragione a Djokovic e alla prima impressione della giudice di linea. Infastidito, Djokovic manca tre match point: inusuale soprattutto la risposta buttata via sull'ultima delle tre chances non sfruttate.