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Zhengzhou: Pliskova trionfa dopo la pioggia

Primo titolo in carriera per Rebecca Peterson, a Nanchang. Trionfo giapponese a Hiroshima: Hibino batte Doi, poi insieme vincono il torneo in doppio. La pioggia ritarda di sei ore la finale a Zhengzhou

15 settembre 2019

peterson nanchang

La forte pioggia ritarda di sei ore la finale di Zhengzhou, unico torneo Premier della settimana. La numero 2 del mondo, e prima testa di serie, Karolina Pliskova, batte 62 63 la numero 7 del tabellone, Petra Martic. La croata l'aveva sconfitta quattro volte su cinque. Ma Pliskova, subito il break in apertura, festeggia il quindicesimo titolo in ventisette finali, il quarto dall'inizio del 2019.

Pliskova diventa così la giocatrice con più tornei vinti in stagione. Martic, invece, subisce la terza sconfitta nelle quattro finali giocate nel circuito maggiore.

A Nanchang, la svedese Rebecca Peterson, testa di serie numero 5, domina 62 60 la giovane kazaka, ma russa di nascita, Elena Rybakina e festeggia il primo titolo WTA. Ha completato il match con 13 vincenti e un solo gratuito mentre Rybakina, provata anche dalle due vittorie sulla svizzera Viktorija Golubic nei quarti e la cinese Peng Shuai in semifinale completate in tre set a tarda sera, ha prodotto tre colpi vincenti e commesso 11 errori. Rybakina, testa di serie numero 4 del tabellone del torneo cinese, ha vinto il suo primo torneo WTA a Bucarest, a luglio, e ha raggiunto già due finali in dieci tornei del circuito maggiore. Grazie a questo risultato, la ventenne entrerà comunque per la prima volta in top 50 la prossima settimana.

Peterson non aveva mai giocato una finale WTA prima di questa settimana, ma ne aveva vinte 11 su 14 nel circuito ITF tra il 2013 e il 2018. E' diventata così la prima giocatrice non cinese nell'albo d'oro del torneo, entrato nel calendario del circuito WTA nel 2016, e l'ottava svedese a vincere un titolo nell'era Open. Prima di lei, ci erano riuscite Ingrid Lofdahl (1972, Bastad), Catrin Jexell (1982, Hong Kong), Catarina Lindqvist (cinque titoli tra il 1984 e il 1991), Cecilia Dahlman (1989 e 1990, Atene), Asa Svensson (1999, Kuala Lumpur e 2002, Bol), Sofia Arvidsson (2006 e 2012, Memphis) e Johanna Larsson (2015, Bastad e 2018, Norimberga).

Hibino trionfa a Hiroshima

Nao Hibino festeggia in casa il secondo titolo in carriera. A quattro anni dal successo a Tashkent, supera 63 62 Misaki Doi nella terza finale stagionale fra due giocatrici fuori dalle prime cento del mondo. Era già successo, infatti, a Praga (vittoria della n.146 Jil Teichmann sulla n.106 Karolina Muchova) e Bucarest (successo di Elena Rybakina, n.106, su Patricia Maria Tig, allora senza classifica).

Hibino, n.146 del mondo con un best ranking di n.56, e la numero 107 Doi, con un passato da top 30, torneranno comunque in top 100 la prossima settimana.

Hibino e Doi hanno dato vita alla prima finale tutta giapponese nel circuito WTA, nell'era Open, dal 1997. Al torneo di Jakarta, la capitale dell'Indonesia, Naoko Sawamatsu, figlia e nipote di tennista che arrivò al numero 14 del mondo, conquistò il suo quarto e ultimo titolo in carriera su Yuka Yoshida. 
La terza vittoria in cinque confronti diretti ha permesso a Hibino di interrompere una serie di tre sconfitte di fila in finale: dopo il titolo a Tashkent, infatti, si era arresa l'anno successivo nel tentativo di bissare il trionfo, poi nel 2017 contro Ashleigh Barty a Kuala Lumpur nel 2017 e contro Peng Shuai a Nanchang. Doi, invece, ha conquistato il suo unico successo nel circuito maggiore battendo Mona Barthel in Lussemburgo nel 2015. Da allora aveva raggiunto solo un'altra finale, a Kaohsiung nel 2016. Perse contro Venus Williams, che festeggiò il suo 49° e finora ultimo torneo vinto in carriera.

Insieme, poi, Hibino e Doi sono tornate in campo per completare una domenica speciale. Hanno infatti centrato il loro primo titolo in doppio insieme, al terzo set (un tiebreak a dieci punti) contro against Christina McHale e Valeria Savinykh.

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