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Eventi internazionali

E ora gli USA ci copiano: “Il sistema Italia funziona”

Parola di Jim Courier che collaborerà con il colosso dell'informatica Oracle per la nuova serie di eventi ITF e Challenger negli Stati Uniti. 25 eventi geograficamente vicini e in settimane attigue lanciati dal boss di Indian Wells che ricalcano il sistema italiano. “Così vogliamo aiutare i nostri giovani

di | 06 settembre 2019

challenger oracle

Quest'estate abbiamo parlato diffusamente del tennis USA e delle difficoltà che i giovani tennisti stanno incontrando per imporsi nel mondo Pro. Tim Mayotte, ex top 10 statunitense, è stato molto critico con la USTA, adducendo la maggior parte dei problemi a un sistema tecnico non più al passo coi tempi insieme alla perdita di peso politico degli Stati Uniti nel tour, con la scomparsa di vari eventi in calendario.

Di sicuro il percorso che un giovane deve affrontare per entrare nella top 100 è sempre più lungo e periglioso. Obbligatorio fare esperienza nei tornei minori per costruire il proprio gioco e raccogliere punti per salire in classifica.

Larry Ellison (a sinistra), patron del torneo di Indian Wells, stringe la mano a Roger Federer

In quest'ottica è molto interessante il progetto annunciato questa settimana dal gigante hi-tech Oracle, guidato dal vulcanico imprenditore Larry Ellison, già proprietario del Masters 1000 di Indian Wells.

Con l'obiettivo di incrementare le opportunità di crescita dei giovani tennisti a stelle e strisce, Oracle ha deciso di creare un circuito di tornei Challenger negli Stati Uniti.

La “Oracle Pro Series” inizierà il prossimo inverno, sarà composta da 25 tornei maschili e altrettanti femminili, con montepremi variabili da 25mila a 108mila dollari. I tornei saranno aperti a tutti (non solo tennisti USA), assegneranno punti ATP e WTA, e verranno organizzati in modo da ottimizzare i costi e minimizzare gli spostamenti per i giocatori.

Molti eventi saranno combined, anche back-to-back una settimana dopo l'altra, sfruttando in particolare le strutture dei campus universitari, già pronti a ospitare i tornei e ben conosciuti dai giovani che spesso frequentano i college negli anni della formazione sul tour Pro.

L'idea è nata per aiutare il tennis americano in un periodo di discreto caos dopo il tentativo di riorganizzare i tornei minori da parte di ITF, ATP e WTA, con la rivoluzione iniziata quest'anno e poi in parte cancellata per le molte proteste dei giocatori compresi nella fascia 200-500 del ranking.
Gli USA sono grandi ma agevoleremo i piccoli spostamenti come in Italia. Lì i giovani possono giocare spendendo poco

- Jim Courier

Il modello scelto da Oracle ricalca la strada che da molti anni è stata intrapresa in Italia, paese leader nell'organizzazione di tornei Challenger e ITF, indispensabili alla crescita dei giovani, come ha raccontato Jim Courier.

L'ex n.1 americano parteciperà attivamente alla gestione di questo nuovo tour attraverso la sua società, la InsideOut Sports & Entertainment.

“Cercheremo di aiutare la crescita dei giovani tennisti statunitensi creando un percorso stagionale di eventi di categoria inferiore. In Europa ci sono tornei praticamente ogni settimana, in USA no, l'idea è quella di iniziare il nuovo tour Oracle colmando le settimane vuote. Inizieremo probabilmente già sulla fine del 2019 con eventi in California, Texas e Florida. Saremo molto attenti all'aspetto organizzativo, per aiutare i giocatori con i costi. Gli USA sono un paese grande, studieremo il calendario in modo da consentire piccoli spostamenti, proprio come in Italia, dove la serie di tornei vicini ha consentito ai giovani italiani di giocare spendendo poco e migliorarsi. La crescita del movimento italiano è evidente, il loro sistema ha funzionato”.

Jim Courier, ex n.1 del mondo ora a capo della sua società InsideOut Sports

La crescita del movimento italiano è evidente, il loro sistema ha funzionato

- Jim Courier

La USTA è stata costantemente consultata durante il processo di ideazione e costituzione del nuovo Oracle tour, in modo da armonizzare i nuovi eventi con quelli esistenti, senza creare conflitti. Secondo il progetto, quando il tour sarà a regime negli USA si disputeranno circa 160 tornei minori all'anno, praticamente ogni settimana, con un calendario razionale, comodo per i giocatori ed attento ai costi.
“Molti dei giovani americani frequentano le strutture dei campus universitari, unendo lo studio alla scalata verso il tennis professionistico. Consentire loro di giocare tornei in quest'ambiente sarà un aiuto alla loro formazione e crescita”, ha commentato Jim Courier durante gli US Open. “Non dimentichiamo che fino a poche settimane fa una come Coco Gauff disputava tornei di quella categoria, indispensabili per la propria crescita”.

Le prime reazioni dopo l'annuncio sono state positive, in attesa di scoprire il calendario dei tornei e come verranno organizzati. “Più tornei possiamo giocare in casa, maggiori saranno le opportunità di crescita”, ha detto Michael Mmoh, 21enne attualmente intorno alla posizione 200 del ranking Atp.

Positivo ma anche critico Noah Rubin, promotore dell'iniziativa Behind the Racquet: “Gli Stati Uniti sono un paese enorme, mi son sempre chiesto perché non ci fossero più tornei. La novità va nella giusta direzione ma se si decide di apportare nuove risorse nel nostro sport, la priorità dovrebbe essere quella di migliorare le condizioni nei tornei attuali, con montepremi maggiori, strutture migliori e più attenzione ai giocatori”.
Larry Ellison e Oracle alcuni anni fa hanno acquisito e rilanciato il Masters 1000 di Indian Wells, trasformandolo da un torneo sull'orlo della bancarotta e a rischio cancellazione in un evento top. Vedremo se il loro intervento per sostenere la base del tennis USA sarà altrettanto decisivo.
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