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Il trucco di Medvedev per battere Nole vale con goffin?

Sotto 36 23, a Cincinnati Medvedev decide di servire forte anche sulla seconda. Ne tira alcune anche oltre i 200 chilometri orari. Cambia la partita, completa la rimonta e raggiunge la terza finale in tre settimane. Affronterà Goffin

di | 18 agosto 2019

Djokovic e Medvedev

Nei primi 119 anni di storia del Western & Southern Open nessun russo era mai arrivato in finale. Daniil Medvedev rimonta da sotto 36 23 30-40, batte Djokovic per la seconda volta quest'anno, ed entra nella storia del torneo. Medvedev, che aveva sconfitto il serbo a Montecarlo, chiude 36 63 63.  "Non so come ci sono riuscito" ha ammesso il russo, primo a sconfiggere "Nole" nella semifinale di un Masters 1000 dopo aver perso il primo set dai tempi di Del Potro a Indian Wells 2013. Ci riesce perché dopo il primo set decide di servire due 'prime'. "Visto che sulla seconda mi attaccava e mi faceva punto sempre, ho cambiato strategia". Arriva a tirare 'seconde' che viaggiano a più di 200 kmh. Un rischio da campione.

Ottiene così la trentesima vittoria stagionale sul duro, dieci in più di chiunque altro quest'anno. Il russo, che migliorerà il best ranking e salirà almeno al numero 7 con la prospettiva di entrare in top 5 dovesse vincere il titolo, affronterà David Goffin. Proiettato a rientrare tra i primi 15 nel ranking la prossima settimana, per non essergli da meno è il primo belga in finale in un Masters 1000. 


"Ho bisogno di vincere"

"Mi sentivo decisamente stanco nel primo set, e giocando contro Novak non credevo di poter mantenere la giusta intensità". Poi, dal secondo set, la partita è completamente cambiata. Quasi raddoppia il numero dei vincenti, 8 nel primo parziale, 28 equamente distribuiti negli ultimi due, gioca più sciolto e preciso in qualche modo convinto a liberare i colpi da un dolore al braccio. Chiude con 16 ace: Djokovic non ne aveva mai incassati così tanti quest'anno.

"Io ho bisogno di vincere, è questa la mia mentalità" ha spiegato. "Gioco così tutte le partite, già dal primo turno, perché se perdo al primo turno poi non potrò arrivare in finale, quindi perché affrontarlo diversamente?".
 
edvedev, alla terza finale in tre settimane consecutive, nessuno ci era più riuscito dopo Alexander Zverev un anno fa, incontrerà Goffin per la terza volta quest'anno. L'ha sconfitto all'Australian Open, Goffin ha vinto negli ottavi a Wimbledon pur trovandosi sotto 1-4 al quinto set. 

"Ricordando quella partita, credo che dovrò giocare una partita aggressiva. Allora sentivo di non poter reggere la solidità di David quando è al massimo della forma". Anche a Wimbledon, come nella semifinale contro Djokovic, ha adattato il piano di gioco e forzato di più la seconda nel tentativo di chiudere la partita. Con Goffin, è arrivato solo a una quasi vittoria, contro Djokovic invece aver aumentato di 15 kmh la velocità media della seconda di servizio dopo il primo set gli ha permesso di ribaltare la semifinale, di firmare il primo break subito dal serbo dopo 37 game di servizio vinti di fila, e negare al numero 1 del mondo la sua cinquantesima finale in un Masters 1000.

"Medvedev è uno dei migliori giocatori del mondo" ha ammesso Djokovic. "Si vedono i miglioramenti nel suo gioco, sta andando nella giusta direzione. Ha servito forte dall'inizio della partita, praticamente tirava due 'prime', e non mi capita molto spesso di vedere qualcuno che spinge così tanto la seconda per lunghi periodi nel corso di un match".
 

Le chiavi della finale

Servizio e rovescio rappresentano dall'inizio i due fondamentali più facilmente, e non certo erroneamente, individuati come le basi della sua storia di successo. Ma quel che emerge chiaramente dalle ultime settimane è un evidente, per molti aspetti decisivo, miglioramento dal lato del dritto. Anche in semifinale, è risultato il più efficace dei due fondamentali (15 vincenti e 9 gratuiti, 6-8 il bilancio con il rovescio).

Confidare nella possibilità di aprirsi il campo col dritto in diagonale, per poi pensare di anticipare il rovescio lungolinea in campo aperto, la crescente fiducia nelle occasioni in cui può guadagnare campo da destra diventeranno un fattore nella finale contro Goffin.
 

Nell'indirizzare la fisionomia della finale peserà, e molto, l'efficacia in risposta. Nelle ultime 52 settimane, rivelano i dati ATP, Medvedev e Goffin rientrano tra i migliori dieci del circuito per rendimento in risposta. Goffin vince un punto su tre contro la prima, Medvedev fa meglio di lui contro la seconda (55% di punti contro 52%).

Dalla risposta cercano lo stesso vantaggio territoriale attraverso stili diversi. Goffin,  insegue l'anticipo per generare un colpo angolato, stretto. Medvedev mette la fluidità di esecuzione al servizio della ricerca della profondità. Così in semifinale ha più volte sorpreso Djokovic con risposte in lungolinea o in contropiede.

Goffin fa 13

Il belga, che ha perso solo un set nel torneo, celebrea la tredicesima finale ATP grazie al 63 64 su Richard Gasquet, arrivato all'ultimo chilometro con le gambe in riserva. "Era da tanto che non giocavo così tante partite in una settimana" ha detto il francese. "Rispetto al quarto di finale con Bautista, sentivo di avere meno energie, così è difficile tenere contro un avversario che gioca veloce e cambia sempre ritmo".

Giocare a Cincinnati, ha rivelato, gli piace. "Qui ho giocato il mio tennis migliore negli ultimi anni, sono felice" ha spiegato il belga, semifinalista l'anno scorso. La bellezza e l'efficacia si alimentano, in un percorso che parte da lontano. E' il risultato dell'ottimo lavoro con il coach Thomas Johansson, l'onda lunga della finale di Halle e del primo quarto di finale a Wimbledon.
 
Gasquet, che ha iniziato la stagione a Madrid dopo l'operazione per un'ernia inguinale a gennaio, si è visto costretto sulla difensiva nell'angolo destro. In difficoltà fisica, è rimasto dietro, si è affidato alle sue certezze. "Tutti invece vorremmo che giocasse più avanti" ha spiegato Thierry Ascione che lo seguirà dallo Us Open, "che accorciasse di più gli scambi. Quando sta bene, lo fa già. Serve automatizzarlo, far evolvere il suo gioco trovando un diverso compromesso con le sue certezze".
 
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