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Tennis e montagna, connubio perfetto che nella fetta di stagione estiva post-Wimbledon caratterizza il tour sulla terra europea. Uno dei simboli di questi tornei è la cittadina svizzera dove negli ultimi due anni hanno vinto Fognini e Berrettini. E dove a Federer regalarono la mucca Juliette
di Marco Mazzoni | 19 luglio 2019
Purtroppo non fu fortunato: il suo equipaggio, Italia-2, non terminò la gara. Con la racchetta era uno dei migliori a livello nazionale. Partecipò con successo a varie edizioni dei campionati italiani, vincendo nel '29 il titolo di doppio misto con la Valerio. A Wimbledon e Roland Garros arrivò al terzo turno, disputò vari incontri in Davis. Dagli anni '30 non si contano le sue imprese, sempre al limite dell'impossibile, animato dal fuoco della scoperta. Eccone alcune: nel 1931, ottenuto il brevetto di pilota d'aereo, atterrò sul ghiacciaio del Monte Bianco... cappottandosi!
Quindi girò per l'Africa a bordo del suo aereo partecipando ad una serie di esibizioni di tennis. Per pubblicizzare i suoi incontri, si fece stampare centinaia di volantini che gettava direttamente dal suo velivolo. Nel 1932 arrivò a match point contro il campione francese Cochet: lungo scambio, la chiamata è dubbia... alla richiesta dell'arbitro se la palla fosse buona, Bonzi rispose “Buonissima!” suscitando applausi di approvazione da parte del pubblico. Poco importa se perse quel match, ormai per tutti era lo sportivo gentiluomo, uomo affascinante e generoso.
Tra i campioni del passato, ci sono Hoad, Drobny, Patty, Cooper, Emerson, Ayala, Roche, Newcombe, Laver, Gimeno, Nastase, Vilas, Rosewall, Clerc, Nystrom, Edberg, Sanchez, Bruguera, Kafelnikov, Costa, Corretja, Gasquet, Thiem. Pure Roger Federer, vincitore nel 2004 da n.1 del mondo.
Curioso notare la presenza di molti campioni australiani a cavallo del passaggio all'era “open”.
I “canguri” arrivavano in massa in Svizzera dopo Wimbledon, attirati dal posto magnifico dove potevano competere coccolati come vere star, ed inseriti in un contesto davvero prezioso.
E poi sulla terra in altura il loro tennis offensivo si esaltava, tanto che le edizioni più belle furono proprio quelle degli anni '60 e '70, quando il contrasto di stile evidente tra i “terraioli doc” e gli “attaccanti serve and volley” produceva partite davvero spettacolari.
I cinque set con cui Newcombe sconfisse Okker nel '71 furono considerati uno degli incontri più belli dell'anno.
Anche in tempi più recenti attaccanti puri riuscirono a ben figurare o vincere: Edberg nel 1986, Cahill nel 1988, sino a Feliciano Lopez nel 2016.
“Siamo in Svizzera, è un dono originale... mi piace, la mucca è un bell'animale, e molto calmo. Me la porto a casa? No! Meglio che resti a pascolare qua, in montagna”. Roger si divertì mungendola e posando con lei per i fotografi. Di Juliette si sono perse le tracce, sappiamo che ha vissuto placidamente per anni negli alpeggi intorno a Gstaad, e che il formaggio prodotto col suo latte veniva recapitato regolarmente a casa Federer.
Curioso l'aneddoto raccontato da Claudio Hermenjat, allora vice direttore del torneo: “Quella di Juliette fu una decisione forse bizzarra ma azzeccata. Roger fu sorpreso e contento".
"Ne hanno parlato in tutto il mondo - disse -, tanto che Roy Emerson riceveva telefonate da parte di molti amici che gli chiedevano che diavolo ci facesse una mucca sul suo campo...”.
Il centrale dell'impianto di Gstaad è intitolato proprio al campione australiano, ben cinque volte vincitore del torneo. Emerson si innamorò letteralmente della città, che definì “un vero paradiso, il miglior posto al mondo per giocare a tennis”. Un amore da cui nacque un business.
I fortunati possessori di uno skybox sono coccolati come in un hotel di lusso, e non manca l'intrattenimento per tutto il pubblico, prima e dopo gli incontri, incluso una serie di concerti di ottimo livello. L'area commerciale pullula di proposte di ogni genere, dai più noti brand del lusso a proposte gastronomiche notevoli, non solo il classico panino da mangiare in fretta prima di un match.
All'interno del villaggio è presente un'area dedicata agli autografi, eccellente idea per far incontrare i giocatori con il pubblico, soprattutto i più piccoli, a caccia di un ricordo dei loro idoli.
Il torneo è uno degli eventi più importanti del cartellone estivo di Gstaad, città che ha costruito il suo mito grazie alle bellezze naturali ma anche alla qualità dell'accoglienza. Oggi la maggior parte degli hotel - di ogni categoria - propone un pacchetto ad hoc per la settimana del torneo, ma è incredibile la quantità di esperienze che si possono vivere soggiornando a Gstaad.
Si va dall'arrampicata sul ghiaccio sul Glacier3000, sopra il Col du Pillon, a discese in kayak nei fiumi, fino a full immersion negli alpeggi, dove si può lavorare il latte per produrre il formaggio, dormire sul fieno ed addirittura fare un bagno rigenerante nel siero di latte!