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Sapete quali erano i colori ufficiali del torneo prima del verde e del viola? E perché sono stati cambiati 110 anni fa? E come si chiama il falco che tutti i giorni ‘protegge’ l’erba dell’AELTC? Ecco una lista di curiosità imperdibili sul torneo più famoso del mondo
di Marco Mazzoni | 08 luglio 2019
Sta diventando anche il nostro giardino. Un tempo guardavamo l'erba di Wimbledon come un gran bel classico ma del quale potevamo fare tranquillamente a meno. Italiani, popolo di santi, navigatori e... tennisti da terra battuta. Pochi risultati significativi in tutta la nostra storia nel Club dove è nato il tennis moderno ma soprattutto un disagio di fondo, un giocarci obtorto collo, un po' come andare al matrimonio di un lontano cugino che avremmo evitato volentieri ma ci tocca. Sui prati all'inglese bisogna battere forte (o molto tagliato in slice) e preciso, attaccare decisi, saper giocare bene a rete. Pur riconoscendo il fascino del luogo, a noi, storicamente dialoganti da fondocampo, più tocco che esplosione, quel gioco d'azzardo, un po' da pistoleri non è mai piaciuto.
Non era il nostro, non eravamo a casa sui prati. Là si scivolava pure, e non in modo controllato per raggiungere l'ennesima palla di un lungo scambio: si rischiava proprio di finire lunghi distesi.
Ora che le cose stanno cambiando, che la nuova generazione azzurra ha servizi esplosivi e vuole andare a prendersi i titoli che contano attaccando dappertutto, è ora di guardare allo splendido giardino sportivo che si apre oltre i Doherty Gates con un atteggiamento diverso. Conoscerlo meglio e di più per sentirci più a nostro agio.
Ad accompagnarci tra i segreti dei Championships e dell'All England Lawn Tennis Club lo sguardo curioso e la penna a forma di racchetta di Marco Mazzoni. (e.a.)
The Chempionships sono l'evento dell'anno. Compresa la novità 2019 di SuperTennis in Italia, la copertura televisiva di Wimbledon è una delle più complete e capillari tra gli eventi sportivi mondiali. Anche una delle più antiche.
Le prime immagini di Wimbledon furono prodotte ed emesse dalla BBC il 21 giugno 1937. Un altro record è del 1967: i Championships di quell'anno furono la prima trasmissione a colori in Gran Bretagna, con 80 produttori presenti. Attualmente nel Broadcast Centre lavorano oltre 2.500 broadcasters, con una copertura pressoché totale in tutto il mondo.
Le immagini dei Championships arrivano in ogni angolo del pianeta, dalle più piccole isole dei Caraibi alla Micronesia. Eppure, al netto di questo immenso sforzo produttivo, ci sono ancora molte cose che dovreste sapere sui Championships e che, probabilmente, non sapete. Rimediamo subito.
Imogen Davis viene da una lunga tradizione familiare di falconieri. Da oltre 10 anni svolge questo compito particolare, in coppia con il suo fido Rufus, un bel falco di 12 anni con un'apertura alare di oltre un metro. “I piccioni sono fatalmente attratti dalla semenza dell'erba, e Rufus con la sua presenza li spaventa senza aggredirli - spiega Imogen -. Rufus sorveglia soprattutto il Centrale, Campo 1 e le strutture principali, perché il tetto e le varie coperture sono luoghi ideali per la nidificazione dei volatili, che sostando nell'area possono danneggiare i prati. Come funziona la falconeria? Rufus mi conosce da sempre, da quando aveva quattro mesi.
Ritorna da me perché io rappresento il modo più semplice per procurarsi cibo, generalmente proteine animali; inoltre questa specie di predatori dei cieli ha un'indole “sociale”, cerca approvazione per il compito di scacciare gli altri uccelli, quindi torna da me come per dirmi... hey, visto che bel lavoro ho fatto?”. Ma quando opera il falco? La mattina presto, dalle 5 alle 9, e quindi di sera intorno al tramonto.
Uno degli aspetti che distingue Wimbledon dagli altri tornei di tennis professionistici è l'assenza di cartelloni pubblicitari sui campi. Il verde che circonda i court, dal Centrale al campo 18, è praticamente immacolato.
La forza economica e la tradizione del torneo sono talmente grandi da consentire questa scelta “anacronistica”, visto come il tour Pro e gli altri Slam siano invece ricchissimi di partners, tutti interessati alla massima visibilità durante il gioco.
In modo assai discreto, tuttavia qualche brand è in realtà presente in campo: l'orologio ufficiale (Rolex), il fornitore delle palle (Slazenger) con un minuscolo brand sui teloni posteriori.
Da quest'anno una piccola novità: in un angolo del campo (sul Centrale appena sotto al tabellone dello score) è apparso il logo Oppo, marchio di hi-tech digital cinese, già partner di altri eventi (Roland Garros). Una presenza molto discreta, ma che non sfugge all'occhio attento...
I campi in erba di Wimbledon sono un vero oggetto di culto, trattati con cura maniacale per tutto l'anno, non solo nei giorni antecedenti il torneo e durante l'evento. Siamo nell'epoca dei “social”, non poteva mancare un canale ufficiale dei... giardinieri di Wimbledon! Seguendo su Twitter il profilo @AELTCGroundsman avrete informazioni, foto e curiosità sul lavoro quotidiano dei Wimbledon Groundsman. L'account è molto curato e ricco di foto interessanti: dagli operatori al lavoro, con le macchine tradizionali e qualche arnese a dir poco inconsueto (come degli strumenti che rilevano la consistenza del manto!), a bellissime foto dell'impianto in momenti particolari della giornata, come l'alba o il tramonto. Il profilo vanta quasi 5.000 tweets e 14.500 followers. È un account ufficiale, tanto che tutte le foto postate hanno il copyright dell'AELTC. Per intenditori!
Follow @AELTCGroundsmanIl prize money a Wimbledon è cresciuto quasi ogni anno, ed in modo significativo. Nel 1968 Rod Laver, campione maschile, portò a casa un assegno di 2000 sterline; Billie Jean King 750.
La crescita è stata costante, praticamente di anno in anno. Ecco alcuni degli step più significativi: nel 1974 si toccò 10.000 sterline per il vincitore e 7.000 per la vincitrice; nel 1979 il prize money maschile raddoppiò rispetto a cinque anni prima, 20.000 per gli uomini e 18.000 per le donne. Altri 5 anni e boom! 100.000 sterline di premio nel 1984 per John McEnroe e 90.000 per Martina Navratilova.
Negli anni '90 la crescita fu notevole, arrivando a toccare 500mila sterline nel 2001 per Goran Ivanisevic e 462.500 per Venus Williams.
Il 2007 è data importante: il prize money femminile diventa uguale a quello maschile. Nel 2010 si toccò la cifra simbolica di 1 milione di sterline (Nadal - Serena Williams), e nel 2016 Andy Murray e Serena Williams portarono a casa un assegno “monstre” da 2 milioni di sterline. I prossimi campioni dei Championship avranno un premio di 2.350.000 sterline (2.617.900 euro). Non male...