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Campioni next gen

“Juanma” l’argentino fa un altro record: le Next Gen di Milano sono più vicine…

Il 19enne Juan Manuel Cerundolo ha saltato le qualificazioni agli US Open per disputare il Challenger di Baja Luka: col terzo trionfo nella categoria sale al numero 108 ATP e continua la strada nel solco dei grandi d’Argentina

di | 16 settembre 2021

Juan Manuel Cerundolo, argentino di Buenos Aires, compirà 20 anni il prossimo 15 novembre

Juan Manuel Cerundolo, argentino di Buenos Aires, compirà 20 anni il prossimo 15 novembre

Juan Manuel Cerundolo compie 20 anni il 15 novembre, appena promosso dal numero 135 al 108 ATP, settimo argentino nel ranking pro, è anche il più giovane dei biancolesti, il più bisognoso di fare esperienza dopo essersi fatto un nome già al debutto fra i grandi.

Infatti, a febbraio a Cordoba, ha superato le qualificazioni da appena numero 335 del mondo e vincendo 8 partite in 9 giorni, è riuscito a conquistare un titolo ATP al primo tentativo nel tabellone principale, 17 anni dopo lo spagnolo Santiago Ventura che nel 2004 a Casablanca dalle qualificazioni superò in finale Domink Hrbaty, primo del suo paese ad aggiudicarsi il titolo al primo torneo sul massimo circuito e più precoce dal 19enne Guillermo Coria a Vina del Mar 2001, quinto di più bassa classifica ad imporsi d’acchito sulla scena ATP Tour, cioé dal 1990. Subito dopo, stimolato dal suo esempio, il fratello maggiore, Francisco (anni 23), partendo anche lui dalle qualificazioni, s’è fermato solo in finale all’ATP di Buenos Aires e contro il ben più quotato Diego Schwartzman. 

I due fratelli hanno già fatto a storia: per la prima volta dopo quarant’anni, a Cordoba, hanno emulato i fratelli Carlos ed Alejandro Gattiker che parteciparono insieme al torneo di Kitzbuhel 1981. Col titolo di Juan Manuel e la finale della settimana successiva di Francisco a Buenos Aires hanno anche imitato gli ultimi due fratelli che ci riuscirono nel 2007, quando Mischa Zverev perse in finale a Ginevra e una settimana dopo il fratellino Sascha si aggiudicò gli IBI del Masters 1000 di Roma battendo Novak Djokovic.

“Juanma”, mancino, non altissimo, coi suoi 183 centimetri, non pesantissimo, coi suoi 71 chili, deve farsi ancora le ossa nel gioco di pura regolarità da fondocampo, con lunghi estenuanti palleggi e palle liftate, epperciò frequenta soprattutto i tornei minori.

Finalista all’ITF di Antalya, vincitore al Challenger di Roma 2 dov’ha messo in fila Zeppieri, Giannessi e Cobolli, finalista nel Challenger di Meerbusch, dopo aver vinto Como (in finale su Moroni), dovendo scegliere fra le qualificazioni negli Stati Uniti, dopo essere stato respinto nel pre-torneo degli Slam al terzo turno a Parigi e al primo a Wimbledon, invece di imbarcarsi per la costosa e delicata trasferta di New York, s’è iscritto a Banja Luka, con montepremi di 44mila dollari, e l’ha vinto alla, grande.

Dopo l’1-6 iniziale contro il 276 del mondo Jaziri, s’è aggiudicato 8 set su 8, dominando in finale il n.160 Milojevic. Sotto la regia di papà Alejandro, Juan Manuel ha investito su se stesso, sulla corsa alle Intesa SanPaolo Next Gen Finals del 9-13 novembre al Palalido di Milano coi migliori 8 under 21 del mondo. Al momento è al settimo posto, dopo i magnifici quattro, Aliassime, Sinner, Alcazar e Korda, alla granbde speranza Usa, Brooksby e al carrarese Musetti, e prima della triade Nakashima, Rune, Gaston e al connazionale Baez. E’ figlio d’arte: papà Alejandro, “El Toto” è stato a sua volta tennista pro, anche se è arrivato appena al numero 309 ATP nel 1982; la moglie, Maria Luiz Rodriguez, ha provato anche lei la carta delle racchette, ma in parallelo con gli studi, e poi si è dedicata alla famiglia che conta anche la terza figlia, Maria Constanza, che ha scelto l’hockey prato.

Per un pelo, Juan Manuel non è nato su un capo da tennis, nel vero senso della parola: la mamma infatti aveva accompagnato a Buenos Aires il papà che seguiva all’epoca Martin Vassallo Arguello impegnato quel giorno nel delicato derby contro David Nalbandian. Ma durante il match Maria Luiz era stata assalita dalle doglie e anche El Toto era scappato con lei in ospedale, dove di lì a pochi minuti “Juanma” sarebbe venuto al mondo nel segno della grande passione sportiva della famiglia Cerundolo. 

Ora il predestinato aggiunge un altro capitolo nella storia del tennis argentino: a 19 anni e 9 mesi è il terzo più giovane del paese ad aggiudicarsi tre titoli Challenger, dopo nomi ingombranti come Juan Martin del Potro e Guillermo Coria che arrivarono a quella vetta, rispettivamente, a Segovia 2006, a 17 anni e 10 mesi, e a Montevideo 2000, a 18 e 10 mesi.

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