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Campioni next gen

Alcaraz, la stella del futuro che brilla già (su Milano)

Dopo le ultime prestazioni, e la vittoria su Jannik Sinner a Parigi Bercy, lo spagnolo è la star delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals di Milano (9-13 novembre). Con Jannik l’inizio della rivalità di domani e il passaggio del testimone… a forma di X

04 novembre 2021

Carlos Alcaraz

Carlos Alcaraz, 18 anni, spagnolo

Carlos Alcaraz è già una star. Praticamente quella più attesa a scintillare nel cielo delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals che dal 9 al 13 novembre infiammeranno Milano. Lì, dove Jannik Sinner vinse nell’ultima edizione disputata prima dello stop da covid-19. Adesso che le polveri della prima sfida tra i due a livello di tour maggiore (a Parigi Bercy) si sono raffreddate, così come le condivisioni e i repost sui social, il quadro si vede più nitido.

Alcaraz ha tutti i crismi del predestinato, come Sinner del resto. E, come è successo per Sinner, di lui si fa un gran parlare (motivato!) da anni. Fin da quando un altro Carlos, Juan Carlos (Ferrero, ex n.1 del mondo), lo ha preso per mano per accompagnarlo dalla terra rossa di Alicante ai piani alti del tour. Adesso che il baby fenomeno di El Palmar, Murcia, ha cominciato a bucare gli schermi di tv e telefonini, oltre che il campo avversario, inizia tutto un altro cammino.

E così il 18enne che occupa il posto numero 35 del ranking ATP, a uno come Sinner adesso ha anche altro da chiedere. Non solo una lunga rivalità di là da venire, ma pure il passaggio del testimone a forma di X. Sì, quello del trofeo in cristallo che viene consegnato al vincitore delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals. L’altoatesino lo sollevò nel 2019 all’esordio, lui proverà a fare lo stesso tra qualche giorno.

Tra gli 8 di Milano (per la lista completa mancano ancora un paio di nomi), Carlos al momento è il più giovane. E se la dovrà vedere con un paio di statunitensi come Sebastian Korda e Brandon Nakashima, decisi a far tornare in alto lo Zio Sam, con l’idolo di casa Lorenzo Musetti, che non ha nessuna intenzione di lasciar andare il titolo oltre confine, e con la prima onda sud-americana di sempre a infrangersi sulle coste Next Gen: i due argentini Juan Manuel Cerundolo e Sebastian Baez.

L’unico che, ancora diciottenne, può mettersi affianco di Alcaraz in quanto a carta d’identità, è il danese Holger Vitus Rune, altro crack in procinto di esplodere che però deve ancora staccare il pass definitivo per Milano. Alcaraz dal canto suo, la camera all’ombra della Madonnina l’ha già prenotata da parecchio, da quando cioè ha raggiunto i quarti di finale agli scorsi Us Open.

Ci è riuscito grazie a una stagione sontuosa - considerata l'età - nella quale ha incamerato il primo titolo in carriera (a Umago, in Croazia) e ha collezionato record rumorosi. Come quello - recentissimo - che in novembre l’ha incoronato come il più giovane Top 35 ATP dai tempi di Nadal, che raggiunse la posizione n.34 a 17 anni nell’aprile del 2004.

Lui che di vittorie contro top player ben più scafati ne ha già messe in saccoccia. Come quella contro il n.3 del mondo Stefanos Tsitsipas, proprio agli Us Open, una battaglia da 5 set con tanto di tie-break decisivo. O come, perché no, quella ancora calda contro Sinner sul campo n.1 di Parigi Bercy, un match dagli high-lights corposi ed entusiasmanti.

Milano lo aspetta, con gli adattamenti che richiede il format da tre set su cinque ai quattro game e con l’eredità di chi l’ha preceduto da raccogliere. Come Tsitsipas e Sinner, per l’appunto. Ma anche come Medvedev e Rublev, tutti passati dalle sfide Next Gen prima di consacrarsi tra i “Masters” stagionali che adesso promettono scintille al Pala Alpitour di Torino (14-21 novembre).

Oltre a qualche primato statistico (raggiunto o da raggiungere in futuro), con Nadal condivide l’amore per la terra rossa e il Roland Garros, il tifo per il Real Madrid e l’hobby del golf. Tanto - e molto di più ancora da scoprire in futuro - da consentire paragoni ‘scomodi’ ma non troppo campati per aria.

Di certo c’è che tra tutte le giovani stelle da vedere da vicino a Milano - magari mentre si fa il tifo per Lorenzo Musetti - quella di Carlos Alcaraz è a oggi la più brillante.

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