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Campioni next gen

Il nuovo Zeppieri: "Lavoro e mi diverto. Sogno Roma e Parigi"

Giulio, reduce dalla semifinale a Umago, si racconta nel momento migliore della carriera. "Sì - dice - ero una promessa, ma sono stato un po' oscurato dai risultati di Musetti e di Sinner, dunque non ho avvertito pressione. Mi aspettavo la crescita di Lorenzo, adesso spero di raggiungerlo"

di | 05 agosto 2022

Giulio Zeppieri - Foto Roberto Dell'Olivo

Giulio Zeppieri - Foto Roberto Dell'Olivo

Non fossero arrivati i crampi, sul 3-3 del terzo set, Giulio Zeppieri avrebbe avuto buone chance di aggiungersi alla lista (che si fa più lunga di settimana in settimana) degli italiani in grado di battere Carlos Alcaraz. In ogni caso, passata la delusione del momento, la semifinale a Umago – raggiunta partendo dalle qualificazioni – ha lasciato al mancino di Latina un misto di soddisfazione e orgoglio come forse mai l'allievo di Giuseppe Fischetti aveva sperimentato in carriera. Ora Zeppieri sa di poter far parte dei grandi, non solo in teoria, ma pure in pratica. E allora, da sanguigno qual è, si può togliere qualche sassolino dalla scarpa.

“La gente parla, parla, ma spesso senza avere le competenze per farlo e senza sapere cosa accade davvero a noi giocatori”, dice, accomodato in riva al mare istriano e finalmente tranquillo, in riferimento alle critiche (soprattutto social) ricevute negli ultimi mesi. “Insieme agli Internazionali di Roma e al Roland Garros di Parigi, senza dubbio questo di Umago è stato il mio torneo più bello, quello dove ho espresso il tennis migliore. Nelle qualificazioni ho fatto un po' di fatica, poi ho cominciato a giocare decisamente meglio. Sto tenendo una intensità alta per tutta la partita e questo in Croazia ha pagato”.

Una delle chiavi è divertirsi, in allenamento e pure durante la partita. “Sì, adesso mi diverto in campo, e con Giuseppe stiamo cercando di rendere più completo il mio tennis, di avere più scelte durante il match. Ogni tanto va bene, ogni tanto va male, ma è importante insistere su quello che sto facendo, sulla strada che ho intrapreso. Il cambio di coach? Il lavoro in realtà non è stato modificato più di tanto e con Giuseppe ci conoscevamo già da tempo. Non c'è stato nessuno stravolgimento. Con Piero Melaranci ho ancora un rapporto importante, non girare più insieme all'inizio è stato difficile, ma sono soddisfatto della scelta che ho fatto, è stato un passo verso la maturità”.

Zeppieri era il 'gemello' di Lorenzo Musetti nel circuito Under 18. Poi le strade si sono divise. “Sto lavorando molto su me stesso anche fuori dal campo, e mi sono reso conto che ognuno ha i suoi tempi. Lo sport di alto livello è complicato, non tutti a 17-18 anni hanno la maturità per fare le scelte giuste in vista del futuro. Arrivi nel tour dei pro e sei un ragazzo che non sa nulla del mondo, non è tutto rose e fiori. Io ho fatto progressi, ma posso fare ancora meglio a livello di gestione della mia attività. Lorenzo? Siamo amici e parliamo molto, lui ha appena vinto un torneo incredibile ad Amburgo e io spero di raggiungerlo prima possibile in classifica. Mi aspettavo che facesse in fretta a salire, perché ha sempre avuto personalità e carisma, oltre che talento. Come tutti, quando ti affacci a un livello di difficoltà così alto, ci sta che per un periodo si vincano poche partite, ma ha ancora margine e può crescere ulteriormente”.

Giulio Zeppieri - Foto Roberto Dell'Olivo

Per Giulio la settimana di Umago è stato un passaggio importante, a coronamento di un percorso iniziato da tempo. “A Umago non ci sono condizioni semplici, fa tanto caldo e per giunta con parecchia umidità, la racchetta scivola via, bisogna fare molta attenzione. Tutti gli avversari nel circuito maggiore, inoltre, ti costringono a non avere cali di attenzione. Devi fare un torneo importante per raggiungere anche solo i quarti. Verdasco? È un paragone che ci può stare. Quando incontri personaggi ex top 10 con i quali sei un po' cresciuto ammirandoli in televisione, c'è senza dubbio un po' di tensione. Sembrano fenomeni, poi ci giochi contro e capisci tante cose. Io e Verdasco abbiamo un tennis simile, posso ritrovarmi molto in quello che fa. Firmerei per una carriera come la sua, per arrivare al numero 7 del mondo. Anche se ovviamente si prova sempre a fare il massimo, a essere la migliore versione di se stessi”.

Intanto la promessa Zeppieri si sta attrezzando per essere mantenuta. “Una promessa io? Sì, ma alla fine sono sempre stato leggermente oscurato, prima da Musetti e poi anche da Sinner. Non ho sentito questa pressione mediatica, sapevano chi fossi certo, ma non avevo tutti gli occhi puntati addosso. Oggi la gente va per estremi: se vinci una partita sei un fenomeno, se perdi in un challenger sei un mediocre. Non è così, ma devi farci il callo. Quest'anno con il mio coach non ci siamo messi obiettivi di ranking, ma stiamo puntando sul lavoro costante. Ben venga la crescita, anche in classifica, ma parliamo di un percorso di lungo termine. Sto lavorando tanto sul rovescio, che avevo un po' perso nell'ultimo periodo. E sto mettendo molte altre cose nel repertorio: la smorzata, il back, la difesa, per essere più completo”.

I sogni, nel frattempo, sono quelli di tanti giovani che si affacciano alle porte dei top 100: “Il Roland Garros è il mio torneo dei sogni, e anche quando ci sono stato da Juniores mi è piaciuta molto l'atmosfera. Poi, se parliamo di Slam, al secondo posto metto gli Us Open. E ovviamente Roma, perché si gioca e si vince in casa. Come mi trovo fuori dalla terra? A me piace giocare sul duro outdoor, mentre indoor è più complicato per le mie caratteristiche. Adesso non gioco da tanto sul veloce, è difficile fare una scelta di programmazione sul duro quando sei indietro in classifica, ma credo di poter giocare bene un po' ovunque in futuro, persino sull'erba”.

Giulio Zeppieri esulta felice (foto Fioriti)

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