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Il grande pubblico ha fatto la conoscenza del 19enne yankee a Cincinnati dove, in tabellone grazie a una wild card, ha eliminato Sonego e il n.5 del mondo Casper Ruud. Ben, studente all’Università della Florida, dove lo allena suo padre Bryan, è stato chiamato a fare una scelta di vita importante
23 agosto 2022
Essere campione universitario Ncaa è già una grande soddisfazione, ma quando vedi il tuo nome sul tabellone di un Masters 1000 e poi magari lo rivedi anche al secondo turno e agli ottavi di finale, la testa comincia a girare vorticosamente e inizi a farti qualche domanda. Soprattutto una: ha senso continuare con la carriera universitaria oppure è meglio buttarsi direttamente tra le braccia del professionismo?
Un esempio per tutti, un certo LeBron James, che fece direttamente il passo dall’High School al draft Nba saltando il College per poi decidere solo molto tempo dopo, a 31 anni, quando era ormai un campione di fama planetaria, di tornare sui banchi di scuola per iscriversi alla University of Acron. Lo stesso fece, per continuare con gli esempi illustri, anche il compianto Kobe Bryant. Troppi i soldi in ballo per rinunciare.
In questo momento gli Stati Uniti stanno sì vivendo un rinascimento tennistico con tanti giovani che si affermano ad alti livelli, ma non vincono uno Slam da quasi vent’anni (Andy Roddick, Us Open 2003) e non giocano una finale dal 2009 (ancora Roddick a Wimbledon, battuto da Federer). L’obiettivo è quello di tornare ai fasti del passato dove i giocatori a stelle e strisce la facevano da padroni.
Ben Shelton è l’ultimo ragazzo capace di infiammare i sogni di una nazione. Lo scorso 28 maggio, quando vinse il titolo Ncaa era numero 547 del ranking Atp, oggi dopo il 2° turno ad Atlanta, la finale nel Challenger di Chicago e ovviamente, l’exploit a Cincinnati, è numero 171. Diciannove anni, un metro e 93 per 88 kg di muscoli e simpatia, vorrebbe essere lui il prescelto. La nuova promessa del tennis yankee, però, è tuttora al college, studia economia e gioca per l’Università della Florida, dove fa parte della squadra dei Florida Gators – allenata dal padre – con la quale si è laureato campione al suo secondo anno di scuola, grazie a un bottino complessivo di 37 partite vinte e 5 sconfitte.
Con il recente risultato al Western & Southern Open in Ohio, 'Big Ben' si sarebbe assicurato un assegno di 84.510 dollari, una cifra già di per sé interessante se non fosse che per intascarlo dovrebbe decidere di lasciare gli studi e passare professionista. Invece è ancora, formalmente, dilettante.
“Dopo quello che ha fatto, non vedo come possa tornare al college…”, ha commentato il grande Jim Courier, uno che di campioni se ne intende. Allo Us Open per esempio, dove inevitabilmente sarà uno dei nomi di cartello, il prize money per la sola partecipazione sarà di 80.000 dollari. Ma il ragazzo, sulla questione, non si è ancora sbilanciato e come è lecito si prende tutto il tempo per fare la cosa giusta: “Ne parlerò in questi giorni – ha rivelato ai microfoni di Tennis Channel dopo Cincinnati – con i miei genitori, prenderemo la decisione migliore per me, penso già prima degli Us Open”.
Il mancino dal sorriso contagioso, che ha candidamente ammesso di non avere mai giocato un torneo sulla terra rossa o sull’erba in vita sua, questa settimana ha guadagnato 58 posizioni del ranking. Il suo dritto mancino carico e pesante ricorda per certi versi quello di Rafa Nadal, anche se lui ammette di avere una passione per Roger Federer. Attualmente numero 13 della Race to Milan, dovesse continuare a giocare a questo livello aumenterebbero esponenzialmente le possibilità di vederlo in campo a Milano dall’8 al 12 novembre.
“Possiede un talento incredibile – ha detto di lui John Isner, che lo ha battuto a fine luglio ad Atlanta solo al tie-break del set decisivo –, l'avevo visto giocare un anno e mezzo fa al college e mi sono reso conto che ha il talento e il fisico per sfondare. Sarò un suo fan, e onestamente mi auguro di non doverlo più affrontare in futuro”. Chissà se John, che scelse a 22 anni di diventare professionista, gli ha dato qualche suggerimento per aiutarlo nella scelta.
Ovviamente, il miglior consigliere per Ben sarà il padre, ottimo professionista a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, che in carriera si è spinto fino al numero 55 Atp ed è stato capace di battere campioni del calibro di Michael Stich, Andre Agassi e Richard Krajicek. Bryan, che come ha recentemente ammesso il figlio, non ha mai spinto il ragazzo verso il tennis (a sette anni, baby Shelton giocava a football americano e sognava la Nfl) dirà la sua nell’interesse del ragazzo, anche perché se dovesse scegliere il proprio, di interesse (quello di coach dei Florida Gators), la sua sarebbe una scelta obbligata.
Un consiglio, Ben, lo accetterà sicuramente anche dalla fidanzata, Anna Hall, di un anno più grande, medaglia di bronzo nell'eptathlon ai recenti Campionati Mondiali di Eugene. Una coppia di giovani sportivi che promette di monopolizzare le copertine delle riviste americane. Molto cavallerescamente ha ammesso che: “Nella nostra relazione non sono di certo io l’atleta migliore”. Ebbene, la sua scelta Anna l’ha fatta proprio la scorsa settimana decidendo di passare professionista.
Chissà che non abbia avuto un ruolo nella scelta di Shelton. Infatti lo statunitense ha comunicato attraverso i suoi profili social che sta per iniziare il nuovo capitolo della sua vita. Ha dato addio all'università dopo quelli che ha definito "due anni incredibili". Ha ringraziato tutti per averlo fatto entrare "nella famiglia della Florida" e ringraziato tutti i compagni e i componenti dello staff. "Mi avete aiutato a diventare la persona che sono oggi" ha scritto. Shelton diventerà un tennista professionista ma non ha intenzione di abbandonare gli studi. Continuerà infatti a frequentare online i corsi di economia mentre cercherà la via per affermarsi definitivamente nel circuito.
Lotta love for the Gators?????? pic.twitter.com/ZVdbW6lGmp
— Ben Shelton (@benshelton1009) August 23, 2022