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"Il servizio di Lorenzo - spiega il coach - è da sempre un cantiere aperto. Ma adesso stiamo crescendo anche in continuità. Battere Alcaraz? Difficile, ma chi ha fantasia può avere più chance". Niente obiettivi di ranking: "Parliamo solo e sempre di obiettivi di lavoro"
di Cristian Sonzogni | 04 agosto 2022
“Lorenzo è sempre stato un talento precoce, ma al talento ha sempre abbinato il lavoro. Non si è mai chiuso ai miei inviti nel modificare qualcosa, è sempre rimasto aperto a nuove soluzioni. E questa è una dote molto importante, decisiva per la sua crescita”. A Simone Tartarini brillano gli occhi, quando parla di Lorenzo Musetti. Il titolo di Amburgo strappato a Carlos Alcaraz è fresco, le emozioni vibrano ancora, i ricordi vanno a scavare nel passato recente come in quello più remoto. Per ricordare come si era e come si è.
“Ho cominciato a seguirlo che aveva 8 anni, una vita fa. Ricordo che vinse il Lemon Bowl da Under 10, poi ha avuto una carriera giovanile precoce, costantemente precoce. Tanto che a 16 anni se la giocava già coi migliori Under 18, fino a che poi è arrivato a conquistare il trofeo agli Australian Open Juniores. Ha bruciato le tappe, non c'è dubbio, da quel punto di vista lo possiamo definire un predestinato. Ma le sue capacità non si sarebbero sviluppate se non avesse trovato un terreno fertile, che in questo caso era la sua capacità di ascoltare”.
Simone Tartarini (foto Fioriti)
Amburgo, per quanto sia stato importante, non è ovviamente un punto di arrivo, caso mai di partenza verso traguardi più ambiziosi. “Amburgo ha una storia di altissimo livello e un albo d'oro stellare. E in questa edizione, con la finale tra Lorenzo e Carlos, ha ritrovato il pubblico dei bei tempi. Credo di non aver mai ricevuto tanti ringraziamenti come stavolta, dagli organizzatori di un evento. Evidentemente il gioco di Lorenzo piace e attira pubblico, dunque questo aggiunge valore alle sue vittorie”.
E pensare che Alcaraz era stato già dichiarato pressoché imbattibile, sulla terra. O battibile solo dai primissimi, dai big. “Gioca in modo incredibile – conferma Tartarini – ma come tutti i ragazzi della sua età deve ancora crescere, ha margini e dunque a volte può attraversare dei momenti di incertezza. Detto questo, Lorenzo ci ha messo molto del suo in quella vittoria. Per vincere contro Alcaraz, è utile variare ritmo, non dargli riferimenti, e questo è nelle corde di Lorenzo più che in quelle di altri giocatori”.
Le incertezze, le paure, sono anche quelle di Musetti, come in quel servizio da sotto sul match-point della semifinale contro Francisco Cerundolo. “Cosa ho pensato in quel momento – sorride Tartarini – non lo si può dire... Ma possiamo fare alcune precisazioni in merito a quell'episodio. Intanto, pur essendo stato un servizio da sotto, non era affatto male, anzi Lorenzo lo aveva giocato proprio bene, ma dall'altra parte Cerundolo ha saputo trovare un passante stretto molto bello in risposta. In secondo luogo, la reazione a quella situazione è stata da giocatore vero. Lorenzo non si è fatto distrarre e ha proseguito a macinare il suo tennis, fino a che ha chiuso. Lo stesso è accaduto contro Alcaraz: dopo alcune occasioni mancate, è sempre stato bravo a crearsene delle altre”.
Proprio il servizio è una delle chiavi dell'ottima condizione del toscano. “Il servizio da sotto lo fa quando è un po' nervoso, è una reazione naturale all'impossibilità di gestire quel determinato momento. Ma in generale il servizio di Lorenzo è un cantiere aperto da sempre, da quando aveva 12 anni. Più volte lo abbiamo cambiato, e ancora ci stiamo lavorando. Per lui è importante in particolare il lancio di palla, è importante trovare il giusto bilanciamento e la posizione corretta dei piedi. Sono piccoli dettagli tecnici sui quali lavoriamo costantemente. E che quando vanno a posto producono frutti importanti, tanto che ad Amburgo ha servito spesso sopra i duecento orari”.
Obiettivi ce ne sono, ma non si parla di ranking. “Mai, mai parlare di classifica – conferma il coach – bensì soltanto di miglioramenti nei singoli settori. Sappiamo che dobbiamo crescere sotto tanti aspetti, ma queste vittorie danno morale e fiducia, fanno capire di essere sulla strada giusta. Poi i riconoscimenti da fuori ci gratificano, ma non devono farci perdere la direzione. Va bene il talento, ma noi dobbiamo lavorare duramente per esprimere il potenziale che Lorenzo porta con sè”.