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Campioni next gen

Maestrelli, gioiello di Tirrenia: "Studio, equilibrio e lavoro"

Tra i nomi nuovi del tennis italiano del presente e del futuro, spicca quello di Francesco Maestrelli. Pisano di nascita, classe 2002, l’azzurro si è fatto scoprire dal grande pubblico con la vittoria del suo primo titolo Challenger a Verona. Lo racconta Gabrio Castrichella

20 luglio 2022

Prequalificazioni Internazionali BNL d'Italia, Francesco Maestrelli (Foto Sposito)

Francesco Maestrelli (Foto Sposito)

Tra i nomi nuovi del tennis italiano del presente e del futuro, spicca quello di Francesco Maestrelli. Pisano di nascita, classe 2002, l’azzurro si è fatto scoprire dal grande pubblico con la vittoria del suo primo titolo Challenger a Verona. Un successo importante, che oltre a fargli fare un salto di ben 100 posizioni nel ranking (da numero 337 a 237 ATP), è stato utile per certificare la bontà del lavoro svolto negli ultimi anni al Centro Tecnico Federale di Tirrenia.

Francesco ha iniziato a giocare a tennis quando aveva 4 anni e non ha più abbandonato la racchetta. Merito indiretto della sorella maggiore, Valentina, che il “Drago di Pisa” voleva emulare e superare a tutti i costi, come sempre o quasi accade tra fratelli in tenera età. Da bambino c’è stato anche il calcio nella sua quotidianità e il cuore non può che battere per i colori nerazzurri, per quel Pisa che l’eccentrico presidente Romeo Anconetani portò prima in Serie A e poi alla storica semifinale di Coppa Italia del 1989.

Maestrelli quella maglia l’ha indossata, a livello giovanile, tra i 6 e i 12 anni. Da allora soltanto tennis, con passione e quotidiana abnegazione. Tra prati verdi e terra battuta, c’è stata anche la scuola da portare avanti. Conciliare sport e studio non era semplice e negli anni del Liceo Scientifico Ulisse Dini, Francesco è stato chiamato ogni giorno ad una impresa simile a quella di Verona. Archiviato il diploma, il viaggio è diventato una cosa seria.

Francesco Maestrelli in azione al tennis Club Todi durante gli Assoluti

Da qualche anno Francesco è approdato al Centro Tecnico di Tirrenia, dove si allena con Claudio Galoppini, Mosè Navarra e Gabrio Castrichella. “Fino ai 13 anni – racconta quest’ultimo – Francesco si allenava a Livorno con Claudio Galoppini. Sul finire del 2018 è arrivato da esterno a Tirrenia e nel periodo scolastico era qui non più di una volta a settimana. Negli ultimi due anni io, Claudio e Mosè abbiamo pensato di non lasciare i ragazzi con un coach fisso ma di interagire e scambiarci informazioni al fine di una crescita condivisa a 360 gradi. Maestrelli ha sempre preso la scuola come una cosa seria. I voti erano ottimi e ci teneva a finirla nel migliore dei modi".

"Lo scorso anno, prima della maturità, ha scelto di fermarsi un paio di mesi per prepararla bene e abbiamo compreso la sua decisione. Una scelta di questo tipo è sintomo di grande maturità ed i progetti di vita, a mio modo di vedere, vanno sempre assecondati. Riprendere l’estate non è stato semplice ma in qualche modo ce la siamo cavata”. La svolta è giunta poi nella fase finale della stagione. “Da ottobre in avanti ci siamo ritrovati e la vittoria del primo titolo ITF ad Heraklion (15 mila dollari) è stata molto importante”.

Francesco Maestrelli (foto Sposito)

Nel veder giocare Francesco, servizio e rovescio sono i colpi che impressionano maggiormente. “Per fortuna – spiega Castrichella – con lui si lavora molto bene. Il rovescio è il suo colpo naturale, quindi ci siamo concentrati tantissimo sul diritto, un colpo con il quale si è chiamati a fare la differenza. L’altezza, senza dubbio, lo aiuta molto con il servizio. Ha una palla molto potente ma era importante, e lo è anche oggi, sviluppare una seconda precisa ed efficace. Ritengo anche che siamo stati bravi a sfruttare un imprevisto a nostro vantaggio".

"Nel 2020 era partito con l’attività Juniores, prima che mondo intero e sport si fermassero per i motivi che sappiamo. A luglio Francesco non aveva ancora punti ATP, e dopo aver capito che non aveva più senso continuare tra gli Under 18 abbiamo fatto il punto della situazione. Senza tornei Challenger e ITF in giro per il mondo ha giocato qualche evento Open ma soprattutto si è allenato. In quel periodo è cresciuto moltissimo dal punto di vista fisico, e vedere come è in grado di muoversi oggi in campo ci ripaga di tutti quei sacrifici”.

Fuori dal campo, Francesco è un classico ragazzo della sua età. “È molto equilibrato al momento e il tennis è la sua unica priorità. Quando crescerà affronteremo insieme le novità e continueremo a gestirle. La famiglia ha un ruolo fondamentale ma è giusto che ciascuno abbia la propria sfera di competenza. Obiettivi? Il balzo di oltre 100 posizioni in classifica ci impone di rivederli (sorride, ndr). Onestamente speravamo di chiudere l’anno nei primi 300 puntando alle qualificazioni degli Australian Open 2023. Oggi è già 237 del mondo e possiamo sperare di volare a New York per giocarci il tabellone cadetto degli US Open. Adesso giocherà altri due tornei sulla terra battuta, San Benedetto e Cordenons, poi si vedrà. Nel frattempo - chiude Castrichella - continuiamo a lavorare sodo”.

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