Leo Borg conquista il titolo più prestigioso della sua carriera junior, il Grade 1 di Porto Alegre. Entra nella top-20 del ranking under 18. Il padre gli consegna il trofeo
di Alessandro Mastroluca | 01 marzo 2021
Vinci il torneo più prestigioso della tua carriera da junior, e una leggenda del tennis ti premia. E' una di quelle sensazioni che ti restano nella memoria. Chiedere a Lorenzo Musetti che ha ricevuto da Ivan Lendl il trofeo dell'Australian Open under 18. Poi, se la leggenda è anche tuo padre l'effetto è ancora più forte.
E' andata così a Leo Borg, che ha conquistato il torneo junior di Porto Alegre, sulla terra battuta. Il torneo è classificato di Grade 1, secondo livello per importanza dopo i Grade A in cui rientrano anche gli Slam. Borg ha iniziato il suo percorso dalle qualificazioni. Ha raggiunto la finale e battuto 3-6 6-4 6-2 il numero 8 del mondo nel ranking junior, lo statunitense classe 2004 Bruno Kuzuhara.
"Leo ha lavorato duro durante il lockdown, ma ne è valsa la pena" ha detto Bjorn Borg al quotidiano svedese Aftonbladet, "è salito di livello e ha battuto tanti buoni avversari". Come il numero 9 del ranking junior, il brasiliano Pedro Boscardin Dias, che ha eliminato in semifinale.
Il 17enne Borg ha dimostrato una forte tenuta mentale. Nel 2021 ha vinto otto delle nove partite finite al terzo set, e due di queste dopo aver perso il primo.
Ha conquistato così il suo terzo titolo junior, il primo sulla terra rossa. Grazie a questo risultato salirà per la prima volta tra i primi 20 del mondo nella classifica under 18, appena dietro il miglior junior svedese nel ranking, Måns Dahlberg.
"Voglio ringraziare il mio team e tutti quelli che mi stanno vicino e credono sempre in me" ha scritto Leo su Instagram dopo la partita.
Borg junior non sembra avvertire troppo la pressione del cognome pesante. E' stato lui stesso, nel 2017, a proporsi come attore per interpretare il padre da giovane nel film di Janus Metz che racconta la rivalità fra Borg e McEnroe. Il regista, alla luce di una innegabile somiglianza e del suo modo di stare davanti alle telecamere, gli ha assegnato la parte.
Leo ha interpretato al cinema il periodo in cui padre Bjorn ancora non era diventato "L'uomo di ghiaccio", in cui mostrava di più le sue emozioni anche in campo. Un po' come Leo, che ha esultato con evidente trasporto dopo il successo a Porto Alegre.