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Ogni cosa che tocca con la racchetta si trasforma in oro: a Sinner riesce una magia che prima era esclusiva assoluta di un certo Roger Federer. E non è un caso: il re RF che ha vinto tutto e l’aspirante JS che ha appena cominciato, non si assomigliano ma hanno lo stesso Dna
di Enzo Anderloni | 25 dicembre 2020
Babbo Natale o Gesù bambino? Nel video di Natale del Piatti Tennis Center di Bordighera Jannik Sinner fa il miracolo: tira una palla dritta verso il cielo e questa, quando scende e gli torna tra i piedi, si è trasformata in un grande, candido fiocco di neve.
Certo, a lui che è nato tra le nevi di San Candido, in Val Pusteria, certe cose possono venire più facili che ad altri. Ma l’idea volatile del video augurale fotografa involontariamente la sostanza del più giovane tennista tra i primi 40 del mondo, il golden boy del circuito Atp, il teenager che tanti pronosticano prossimo n.1: Sinner trasforma in oro tutto ciò che tocca con la sua racchetta magica (di Jannik Sinner si è occupata anche la 26esima puntata di "2020 Reloaded" su Supertennis).
Negli ultimi 15 anni questo ruolo era incarnato da un altro mago: un certo Roger Federer. Ora però a Bordighera è cresciuto un Harry Potter con i capelli rossi e Roger si avvia a diventare glorioso e canuto come Albus Silente. Ci sono tutti i presupposti perché il passaggio di consegne avvenga senza grossi traumi e con la soddisfazione di entrambi. E pure con quella dei tifosi.
Qualcuno potrebbe subito obiettare che il tennis di Sinner c’entra poco o nulla con quello di re Roger. Il giovane Jannik è stato più spesso paragonato a Novak Djokovic o a Andy Murray. E questo perché nell’osservare i giocatori si finisce quasi sempre per guardare lo stile, la gestualità. L’atteggiamento o le scelte tattiche. Il temperamento o il modo di impugnare l’attrezzo. Le forme.
In questo modo si perde di vista la sostanza, che accomuna Sinner e Federer nelle due cose più importanti: un tempo sulla palla (il famoso timing) fuori dal comune e, come direbbe coach Riccardo Piatti, l’essere mono-pensiero: in testa hanno solo il tennis.
Leggi l'intervista a Riccardo Piatti sulla preparazione invernale e la ripartenza di Jannik nel 2021
I nostri ‘google analytics’ hanno da tempo individuato il fenomeno, una sorta di predestinazione: i grafici dell’interesse per un contenuto si impennano regolarmente solo per due soggetti: RF e JS, Babbo Natale e Gesù bambino.
Due fenomeni di due generazioni che appartengono proprio a due mondi diversi (Sinner potrebbe essere figlio di un Roger padre a vent’anni), gestualità diverse, anche diversa eleganza, che hanno però in comune una dote che conquista subito gli occhi e il cuore: giocano facile. O meglio fanno sembrare facile il gioco. Tirano fortissimo senza sforzo apparente. Tutti vorremmo essere come loro.
Ammiriamo Nadal per i suoi supermuscoli, la grinta, le palle arrotatissime, l’indomabilità: ma che fatica vincere così! Lo stesso dicasi per esempio per uno come Dominic Thiem. E quanto deve correre comunque anche Djokovic, quanto deve ‘strecciarsi’ in spaccata, quanti diagonali di rovescio deve piazzare prima di prendersi il “quindici”.
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Invece Roger non suda. E Jannik, impassibile e sottile come uno stecchino, quando decide, spacca la palla e fa un buco per terra. Così, in scioltezza. Con la naturalezza senza sforzo con cui, noi che guardiamo dalla tribuna, chiudiamo la portiera dell’auto o la porta del frigo.
E qui scatta l’identificazione. Quello è il tennis che vorremmo giocare anche noi. E se vediamo che dietro quei gesti di leggerezza angelica si agita l’emotività di un essere umanissimo come noi, che tentenna, vacilla, soffre ma resta composto e corretto con l’avversario, la frittata è fatta. Nasce la passione. E google analytics si impenna, i social impazziscono. Ogni partita è come fosse Natale: ogni colpo magico è un regalo.
Oggi sotto l’albero Sinner ha messo solo il primo titolo Atp, il 250 di Sofia. Roger circonda l’abete con i suoi 20 Slam. Jannik, come dice sempre lui, non ha ancora vinto niente (anche se i quarti di finale a Parigi 2020 e il modo in cui ha giocato contro Nadal sono un indizio di futuro importante), Roger ha vinto tutto. E qualcosa di più.
I due però hanno in comunque quella passione monotematica per il tennis cui accennava Riccardo Piatti. E’ gente che finita la propria partita (e il lavoro post-partita) va nella sua camera d’albergo, accende la tv e guarda… le partite degli altri.
In quest’anno di lockdown guardare registrazioni di match suoi e dei grandi avversari di oggi (e domani) è stata una delle attività prevalenti di Sinner. E studiarli insieme a Piatti, commentarli.
Provare a immaginare come giocare contro quegli avversari. E poi, di conseguenza, allenare quelle situazioni di gioco. Provare e riprovare quelle azioni in cui si sentiva meno a suo agio, perché più forte è l’avversario più è capace di farti giocare male, di portare il punto in quella zona di campo dove tu ti esprimi peggio. Per informazioni, chiedere a un certo Daniil Medvedev, grande maestro in quest’arte oscura e fatale.
I mono-pensiero tennistici come Roger e Jannik (che non ha a caso hanno per allenatori Ivan Ljubicic e Piatti, a loro volta legati da una vita di comune passione) non hanno pace finché non risolvono tutti i rebus avversari. Anche questa è una dote naturale: a loro la vita piace così.
Invece di fare il sudoku o la Settimana Enigmistica, sognare vacanze esotiche o sperimentare ricette da gran gourmet (non vi fate ingannare dagli spaghetti al sugo di Roger…) si scervellano su come rendere più tagliente il servizio per far sbagliare Djokovic o mandare fuori giri Nadal. E non si fermano alla prima soluzione. Vogliono migliorare di continuo, per continuare a risolvere enigmi e a battere gli avversari una volta di più.
E’ l’altro motivo per cui sono numeri uno (Roger per 310 concretissime settimane, Jannik nelle sue aspirazioni). Le loro racchette magiche trasformano tutto in oro, in meraviglia, in possibilità. E la palla da tennis diventa un grande fiocco di neve.
Jannik lo guarda un po’ incredulo e poi lo rimette in gioco, come una passione condivisa.
Babbo Natale o Gesù bambino, ci regalano da piccoli un‘atmosfera di magia che ci portiamo dentro per la vita. Nel mondo del tennis hanno in mano una racchetta. E ognuno crede a quello che gli regala più speranza di felicità.
2020 RELOADED - GUARDA LA VENTISEIESIMA PUNTATA: Jannik Sinner, il predestinato
IL TEMA DEL GIORNO
2020 Reloaded" vi consentirà di ripercorrere con cadenza quotidiana i momenti chiave della stagione appena conclusa,: dalle imprese azzurre ai record di Djokovic e Nadal, dal ritorno di Azarenka alle sfide di Osaka, dall’assenza di Federer alla crescita di Sinner.
Trentuno racconti testuali al mattino sul nostro sito, trentuno appuntamenti televisivi, ogni sera alle 21 a partire da lunedì 30 novembre fino a mercoledì 30 dicembre per approfondire, riflettere, rivivere con SuperTennis le grandi emozioni di questo anno unico e, a suo modo, indimenticabile.