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Due anni in più di Carlos Alcaraz, si allena proprio insieme al connazionale nell'Academy di Juan Carlos Ferrero. Ma il suo idolo è un altro spagnolo, il concittadino David Ferrer. A Gran Canaria ha centrato il suo primo Challenger, ma nel 2019 raggiunse la finale di Wimbledon Juniores
di Cristian Sonzogni | 12 marzo 2021
Per essere uno spagnolo, ha cominciato a vincere dal posto meno consueto: l'erba di Wimbledon. O meglio, per l'esattezza non ha proprio vinto e Wimbledon non era proprio Wimbledon, ma con la finale del torneo Juniores dei Championships – persa nel 2019 contro il giapponese Shintaro Mochizuki – Carlos Gimeno Valero ha cominciato a farsi conoscere e a far conoscere al mondo e agli avversari le sue ambizioni.
Oggi Carlos, classe 2001, sta iniziando a raccogliere frutti importanti anche nel circuito pro, con la vittoria al Challenger di Gran Canaria come primo passo concreto verso l'approdo nel tennis che conta, dopo tre timbri lasciati tra 2019 e 2020 in quelli che una volta si chiamavano Futures. Vittoria che, per inciso, è arrivata sulla terra, la superficie per ora (fatta eccezione per la bella parentesi londinese) più adatta al suo tennis.
Un metro e 91 per un'ottantina di chili di peso forma, Gimeno Valero è dunque a metà fra il classico prodotto della scuola spagnola, fatta di sudore e fatica, e un giocatore più moderno e votato all'attacco. Nel team guidato dall'ex numero 1 del mondo Juan Carlos Ferrero, per adesso l'iberico ha un connazionale, peraltro suo ottimo amico, a fargli ombra, pure lui di nome Carlos: il predestinato Alcaraz.
Ma il nativo di Valencia non se ne fa un cruccio, al contrario vede in questo connubio una grande opportunità. Segno di maturità e di intelligenza, per un ragazzo che in effetti in campo restituisce esattamente questa sensazione: quella di un tennista pensante, paziente e ordinato. Che magari non ti fa sobbalzare dalla sedia, ma che prima di perdere un quindici ti fa penare come un dannato.
Ex numero 12 del mondo a livello Under 18, Gimeno Valero è oggi appena dentro ai top 300 Atp, numero 295 proprio grazie al gran balzo effettuato a seguito del primo trionfo Challenger: più 105. Che vuol dire in sostanza cambiare dimensione. All'Academy di Ferrero, a seguirlo direttamente ogni giorno c'è il coach Fran Martinez.
“Con cui – spiega Carlos – sto lavorando per migliorare servizio e fase offensiva. Penso che molte delle mie possibilità di crescere passino proprio da lì. Da Ferrero ho imparato che per vincere devi provare a essere aggressivo, senza limitarti a subire. Ma il mio idolo di bambino era un altro grande giocatore, David Ferrer: per me è stato un'ispirazione, sia in campo, sia come persona”.
Destrorso con rovescio a due mani, la sensazione che lascia vedendolo giocare è di un talento ordinato, che predilige la precisione all'esplosività. Un po' quello che – a ben pensarci – ha sempre mostrato il suo idolo Ferrer.
Anche all'ex top 10 piaceva disegnare il campo, piuttosto che tentare di sfondare, non tanto per gusto personale quanto per necessità e per caratteristiche tecniche.
Il tennis di oggi richiede probabilmente qualcosa in più, per riuscire a imporsi ad altissimo livello, ed è partendo da questa consapevolezza che Gimeno Valero sta cominciando ad evolversi, un passo alla volta come è nella sua natura.
Sorriso solare e volto sereno che dice molto del personaggio, Carlos ha vissuto la sua prima dose di notorietà, tra i professionisti, in maniera decisamente rocambolesca. Stava giocando il secondo Challenger della sua carriera, lo scorso ottobre a Barcellona, ed era a un solo punto dall'eliminazione negli ottavi di fronte all'australiano O'Connell. Il quale però, proprio sul match-point, durante una discesa a rete è caduto malamente procurandosi un infortunio che gli ha impedito di proseguire il confronto.
Dopo quella massiccia dose di fortuna, Gimeno Valero si è guadagnato la promozione sul campo, battendo pure il solido argentino Facundo Bagnis prima di cedere in semifinale al bosniaco Dzumhur. Oggi, nella Race to Milan, è numero 11: tre posti dietro ad Alcaraz, lontano soltanto 14 punti dal connazionale. Comunque vada la corsa verso le Next Gen Atp Finals, la voglia di arrivare del giovane valenciano non si fermerà ai primi traguardi. L'impressione chiara è che sarà uno capace di sperimentare i suoi limiti. In pieno stile Ferrer.