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Campioni next gen

Brandi: “Quante emozioni a bordo campo per il titolo di Sinner a Sofia”

Il braccio destro di Riccardo Piatti racconta il trionfo in Bulgaria di Jannik vissuto come coach: “Le sue sensazioni non erano positive all’inizio, ma ha saputo alzare il livello quando contava. Per festeggiare una fetta di torta e un bicchiere di spumante ma a letto alle 22.30”

di | 20 novembre 2020

Cristian Brandi, Jannik Sinner e Claudio Zimaglia

Cristian Brandi, Jannik Sinner e Claudio Zimaglia dopo la premiazione a Sofia

Milioni di appassionati in tutta la Penisola si sono entusiasmati davanti alla tv - grazie alle dirette di SuperTennis e, per la finale, anche di Rai2 - però lui la storica settimana a Sofia, culminata nel primo titolo ATP di Jannik Sinner, ha avuto il privilegio di viverla, minuto per minuto, accanto al più giovane italiano di sempre a riuscire in tale impresa (19 anni e tre mesi). C’erano infatti Cristian Brandi, braccio destro di Riccardo Piatti, come coach e il fisioterapista e osteopata Claudio Zimaglia al seguito del golden boy altoatesino nel torneo nella capitale bulgara.

Riccardo rimane sempre e comunque il punto di riferimento dell’intero progetto – precisa Brandi, 50 anni - poi ci siamo io e Andrea Volpini che accompagniamo Sinner in qualche torneo durante la stagione: questo è il metodo di lavoro in cui crediamo e che portiamo avanti, fra l’altro gradito pure a Jannik, in grado così di confrontarsi di volta in volta nelle diverse esperienze con persone differenti. Ed è a nostro avviso uno dei motivi grazie ai quali questo ragazzo è già così maturo e forte mentalmente, in grado di trovare soluzioni per risolvere i problemi in campo”.

Lo si è visto chiaramente anche all’Arena Armeec, dove il talento di Sesto Pusteria ha messo il punto esclamativo a un 2020 in costante crescita nonostante il lungo stop forzato causa pandemia.
Ma com’è stato vivere da dentro questa fantastica cavalcata? “Dal mio punto di vista non semplice. Siamo partiti sabato per Sofia, dovendo affrontare tutte le difficoltà che ci sono in questo momento per chi affronta viaggi e tornei – spiega l’ex doppista azzurro di Davis, specialità in cui è arrivato al numero 50 del ranking mondiale -. Come da protocollo abbiamo effettuato il tampone e atteso in isolamento 24 ore l’esito. Avuto il via libera, abbiamo cominciato gli allenamenti, come sempre intenzionati a dare il massimo con l’obiettivo di arrivare in fondo. Devo ammettere che all’inizio le sensazioni di Jannik non erano così positive, ma giorno dopo giorno è andato sempre meglio…”.

Fino all’apoteosi di sabato, nel duello conclusivo con Vasek Pospisil, un match a più facce. “Sinner è stato in controllo fino al 6-4 1-0 con break, poi ha perso a zero un turno di servizio e altri quattro punti di fila, si è un po’ disunito e ha iniziato a pensare troppo. Ma si trattava della sua prima finale ATP, a 19 anni, è normale sia così, è umano pure lui – sottolinea Brandi con un sorriso – così come sarà normale che succeda anche in futuro quando si troverà a salire per la prima volta su palcoscenici ancora più importanti. Però, nonostante l’avversario avesse ripreso fiducia, Jannik è rimasto attaccato alla partita, giocando ogni punto, senza lamentarsi o lasciarsi andare ad atteggiamenti negativi. E nel momento decisivo, al tie-break, ha saputo alzare il livello e conquistare il trofeo. E’ così che si vincono le partite nel circuito professionistico”.

Il primo trionfo di Jannik - Le foto

Di sicuro un concentrato di emozioni forti anche per il tecnico originario di San Vito dei Normanni, nel brindisino, che dopo essersi occupato nel recente passato di vari atleti, tra cui Marco Cecchinato, Filippo Volandri, Paolo Lorenzi, Thomas Fabbiano, Alessandro Giannessi e Stefano Napolitano, da giugno ricopre il ruolo di ‘elite coach’ a Bordighera, nel cuore del grande lavoro del Piatti Tennis Center, con la collaborazione degli altri membri dello staff. “Vivo il momento della partita con grande trasporto e passionalità e quindi devo riconoscere che quella di Sofia è stata una settimana intensa, da vari punti di vista. E fra gli impegni con Jannik e il seguire le partite degli avversari per studiarne le caratteristiche devo dire che non ho dormito granché. Come tutti, anche io da fuori soffro molto di più di quando giocavo, perché in campo sei tu a decidere quali colpi eseguire e come condurre un punto mentre in questo caso non puoi far altro che guardare, con il desiderio di aiutare il tennista che segui. Poi comincio ad avere un età e quindi certe tensioni le accuso maggiormente…”, dice scherzando Cristian.

Cristian Brandi e Riccardo Piatti

Cristian Brandi e Jannik Sinner con il trofeo a Sofia

Sarà, però Brandi intanto ha aggiunto un’altra perla alla sua collezione di successi dalla panchina.
Gli ultimi tre tornei in cui ero anch'io con Jannik sono finiti tutti allo stesso modo: Next Gen ATP Finals a Milano e Ortisei lo scorso anno e ora Sofia, niente male direi come media, prima però ero stato con lui anche in qualche Future ITF in cui le cose non erano andate altrettanto bene… Battute a parte, Jannik è tranquillo, sta vivendo questo suo percorso di crescita verso obiettivi ancora più alti, sono come delle tappe che portano a una meta assai ambiziosa: nel 2019 ha vinto a livello challenger e poi, dodici mesi fa, le Next Gen ATP Finals, ora il primo titolo ATP raccogliendo i frutti di un lavoro che parte da lontano. E senza voler peccare di immodestia crediamo che se si fosse rispettato il calendario 2020 del circuito, questo risultato sarebbe anche potuto arrivare prima. Lui sa che deve imparare a gestire al meglio emozioni e tensione, quello che sanno fare i giocatori più forti e soprattutto i campioni, specie nei momenti decisivi dei match più importanti. Sinner è un ragazzo che sa bene quello che vuole. Basti dire che sabato sera abbiamo festeggiato il suo successo con una fetta di torta e un bicchiere di spumante, in camera, in albergo. E lui alle 22.30 ci ha salutato ed è andato a dormire. Si gode questa soddisfazione, ma dentro è già proiettato verso i prossimi impegni”.

Ovvero l’Australia dove il talento azzurro si presenterà sulla scorta dei quarti raggiunti al Roland Garros da debuttante. Già definito il programma di avvicinamento a Melbourne, sempre che le decisioni delle autorità locali non costringano a cambiare i piani. “Dopo qualche giorno di riposo Jannik riprenderà subito ad allenarsi. Del resto il 13 dicembre è fissata la partenza per l’Australia, in anticipo rispetto al solito in considerazione del periodo di quarantena previsto per chi arriva in quel Paese. E questa è l’unica soluzione per poter disputare tre tornei Down Under, sempre che non cambi il calendario. Per fortuna nei mesi di lockdown Sinner ha lavorato tanto dal punto di vista fisico, come fosse una preparazione off season, e quindi non ha bisogno adesso di moltissimo lavoro. A maggior ragione per il fatto che a 19 anni non ha ancora terminato la sua crescita fisica – conclude Brandi – e dunque i carichi in palestra devono tenerne conto”.

Cristian Brandi al lavoro al Piatti Tennis Center di Bordighera

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