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Campioni nazionali

Max Sartori avvisa: "Ceck risalirà, Seppi non molla"

Il coach si occupa della crescita della sua Accademia in Veneto, ma con l'attenzione sempre alta sui due giocatori di vertice impegnati nel Tour: "Cecchinato ha vissuto alcuni mesi difficili, ma ha l'atteggiamento corretto per vivere un grande 2022"

14 gennaio 2022

Lui è a Vicenza, per curare l'accademia che sta costruendo e che è nel pieno della propria crescita. Loro sono a Melbourne, con preparatori al seguito e con uno Slam che li attende. 'Lui' è Massimo Sartori, uno dei tecnici più esperti e preparati, in Italia e non soltanto. 'Loro' sono i giocatori che hanno deciso di affidarsi alle sue cure, quell'Andreas Seppi che ha vissuto tutta la sua carriera insieme al coach vicentino, e quel Marco Cecchinato tornato da un paio d'anni nel gruppo col quale aveva cominciato la sua avventura da professionista.

“A Melbourne – racconta Sartori – abbiamo Tommaso Castagnola e Massimiliano Pinducciu, che formano il team di lavoro al servizio tanto di 'Ceck', quanto di Andreas. Sono in ottime mani e attendiamo con fiducia quello che arriverà, anche se la preparazione, per Marco, non è certo stata ideale. Sta riprendendo e ultimamente ha lavorato tanto, ma la lesione al gomito che lo aveva fermato sul finire del 2021 era piuttosto delicata da ricucire. In più, per complicare ulteriormente le cose, c'è stata pure l'infezione al covid, che non è stata banale e lo ha lasciato per un po' senza energie. Adesso i dolori sono spariti, ma ancora – come ovvio – la tranquillità non c'è. Abbiamo deciso di andare in Australia perché fa più caldo e per il braccio avrebbe trovato condizioni migliori. Non siamo riusciti però a preparare la trasferta come avremmo voluto. Così, dopo la tournée sudamericana, faremo un richiamo per allenarci a pieno ritmo, cercando di recuperare il tempo perso in inverno”. 

Il diritto di Marco Cecchinato (foto Getty Images)

Intanto c'è alle porte un Major che – come sempre accade – rappresenta uno dei momenti clou della stagione. Per Cecchinato, all'esordio, ci sarà il tedesco Kohlschreiber, avanti per 2-1 negli scontri diretti. “Kohlschreiber è entrato come uno degli ultimi, ma Ceck ha cominciato a giocare questa settimana, quindi non sappiamo cosa aspettarci. Nel 2021, il vero cambio di marcia l'ha avuto a Madrid, mantenendo la condizione fino a Parigi, dove ha fatto un ottimo torneo e ha perso una bella partita per merito del suo avversario, Lorenzo Musetti. Quello che non siamo riusciti a fare come avremmo voluto è tenere un livello di attenzione alto per tanto tempo durante l'anno. Per questo, sarà un obiettivo specifico da raggiungere quest'anno”. 

Il particolare del focus, dell'attenzione, torna spesso nelle parole di Sartori. “E vale anche per allenamento. La stagione di Marco deve durare dieci mesi, non sei, dunque fino alla fine di novembre. In questo senso, le indicazioni che ci sta dando sono molto buone: pur con tutti i problemi che abbiamo avuto, l'avvio del 2022 è stato molto più ordinato e costruito direttamente da lui. Mentre prima cercava di trovare la soluzione per venirne fuori con l'aiuto degli altri, adesso è lui per che crede di poter cambiare. È più motivato, sta cercando di fare il suo lavoro come deve essere fatto. Noi gli diamo una mano ad avere una visione complessiva di come deve tornare a farlo”.

La delusione sul volto di Marco Cecchinato (foto Sposito)

Prima l'infortunio al gomito, poi il covid: non è stata una preparazione semplice quella in vista del 2022. Ma l'atteggiamento di Ceck è quello giusto (Massimo Sartori)

Certo il periodo non aiuta, perché la pandemia ha stravolto i piani di tutti e ci sono alcune persone che la soffrono più di altre. “Per esempio lui, Ceck, ultimamente la soffre sempre di più, perché lo limita nella vita normale e perché parliamo di un ragazzo con un carattere tendenzialmente esuberante. Andreas invece la patisce meno, perché riesce ad accettare le limitazioni che gli vengono imposte, anche per quegli anni in più che gli donano maggiore esperienza”.

Nella programmazione 2022 di Cecchinato ci sarà un ritorno importante. “Sempre che tutto proceda secondo copione, dopo la terra vogliamo preparare bene la stagione sull'erba. Dove, per esprimerti al meglio, devi riuscire a muoverti in modo più semplice. Sono convinto che l'erba sia la superficie dove si impara di più a giocare a tennis. Mette ordine nella testa. C'è un passaggio, nell'erba, dove la racchetta deve attraversare la palla e quel momento ti costruisce la tecnica più di ogni altro sulle superfici più comuni. Un dettaglio che ho imparato seguendo Andreas nei tornei sui prati”.

“Sul cemento? Deve imparare a giocare come sulla terra. Invece lui cambia idea, va a produrre un tennis un po' diverso, più veloce. E come conseguenza gli rimane il campo troppo corto. In ogni caso, per Ceck i tornei più prestigiosi devono diventare la normalità, a prescindere dalla superficie, e devono dare un rendimento che incida sulla classifica portandolo verso l'alto. Mentre i tornei sulla terra rossa devono essere quelli su cui si costruisce la sua base di punti”.

Nel frattempo l'altro allievo, Seppi, comincia l'ennesima stagione nel Tour, senza nessuna volontà di appendere la racchetta al chiodo, malgrado una famiglia che presto si andrà ad allargare. “Andreas sta bene – spiega ancora Sartori – e si è allenato in maniera produttiva negli Stati Uniti anche se poi fin qui non ha giocato benissimo in partita. La cosa positiva è che non ha problemi fisici, e questo ci potrebbe aiutare nel rispettare i tempi per la seconda infiltrazione all'anca, quindi per programmare una stagione diversa. Ritiro? Non solo non ne parla, ma è deciso ad andare avanti, anche perché in questa fase spesso riesce a fare la differenza grazie alla sua esperienza, al di là delle giornate più o meno buone”.

Intanto, per coach Sartori, c'è l'accademia di Vicenza da mandare avanti. Un orgoglio e un piacere. “Si tratta dell'attività più bella – conferma Max – perché sto lavorando tanto con i ragazzi più piccoli, dove ho fatto più la differenza nella mia vita perché mi piace stare a contatto con loro. In più, insieme a me ho degli allenatori in gambissima, stiamo creando un bell'ambiente che mi ricorda quando ero più giovane. Lavoreremo ancora un paio d'anni sulla formazione degli allenatori, poi tireremo le somme. Vicenza sta crescendo sull'attitudine e non sui numeri. E gli istruttori devono essere i primi a mettere dedizione nel lavoro. Un concetto che poi si trasferisce anche ai giocatori: personalmente preferisco uno di livello più basso ma con una forte attitudine al lavoro, sacrificando qualche giocatore forte che questa dote non ce l'ha”.

Massimo Sartori con il suo team a Vicenza

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