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Campioni nazionali

Arnaldi è pronto per il Tour, col preparatore talismano

Quest’anno il sanremese ha vinto tre dei sei Challenger disputati, l’ultimo la scorsa settimana in Germania, salendo al numero 5 d’Italia. Significa che è il momento di tentare il salto in pianta stabile nel circuito maggiore. La curiosità? Il preparatore atletico l’ha seguito in tre tornei da gennaio: li ha vinti tutti

13 giugno 2023

La scelta di evitare i tornei sull’erba in preparazione a Wimbledon per continuare a giocare i Challenger sulla terra battuta aveva fatto storcere il naso a molti, specialmente perché ormai la dimensione di Matteo Arnaldi è da circuito maggiore, come il ligure ha dimostrato vincendo partite fra Madrid, Roma e Roland Garros, le prime a livello Slam e Masters 1000. Ma nel caso del 21enne di Sanremo la decisione di sporcarsi ancora i calzini di polvere si è rivelata azzeccata, con il titolo alla Neckar Cup di Heilbronn a spazzare via le perplessità e ribadire – per l’appunto – che il tempo dei Challenger è ormai giunto agli sgoccioli.

Nel 2023 l’allievo di Alessandro Petrone ne ha giocati sei e vinti tre: a Tenerife a febbraio, a Murcia ad aprile e in Germania la scorsa settimana, in un evento di categoria 125, il più importante mai entrato nel suo palmarès. Nemmeno il periodo d’oro dell’argentino Facundo Diaz Acosta, che nel circuito secondario dell’ATP arrivava da due titoli di fila, è bastato a fermarlo: in finale l’azzurro ha obbligato il rivale a interrompere a 14 la sua striscia di vittorie consecutive e si è preso l’assegno da poco meno di 20.000 euro e soprattutto i 125 punti in palio.

Un bottino estremamente prezioso perché l’ha lanciato addirittura fino al numero 72 del ranking mondiale, 27 posti più in alto del suo best ranking precedente, fissato al n.99 quando dopo Madrid (dove ha battuto Casper Ruud, poi finalista al Roland Garros) aveva vestito per sette giorni un ranking a due cifre. Ora, invece, il sanremese si è garantito la possibilità di conservarlo a lungo e vien da pensare che lo ritoccherà ancora parecchie volte, perché il suo tennis vale sempre di più e funziona sempre meglio. In particolare – curiosità – quando a seguirlo c’è il preparatore atletico Filippo Ferraris: quest’anno l’ha accompagnato per tre volte, proprio nei tre Challenger vinti. Difficile credere sia solo un caso.

Interessante anche la coincidenza temporale in termini di classifica: Arnaldi è entrato nei primi 100 giusto un mese più tardi che – dopo oltre 15 anni di frequentazione con un picco da top-10 – li ha lasciati Fabio Fognini, sanremese come lui, nonché suo mentore nell’agenzia di management Back to Next e fra i primi a fargli i complimenti social per il successo in Germania. Oggi, dietro ai quattro senatori Sinner, Berrettini, Musetti e Sonego, la classifica dice che la quinta forza del nostro tennis è diventato Arnaldi, che ha appena scalzato Marco Cecchinato e grazie a nove anni in meno sulla carta d’identità risulta più credibile nel ruolo primo sostituto in ottica Coppa Davis.

Da inizio anno il sanremese ha sostanzialmente dimezzato la sua classifica, sta esplorando ogni settimana orizzonti nuovi e continua a crescere, muovendosi (bene) lontano dai riflettori. In virtù del successo a Heilbronn ha deciso di dare forfait dal Challenger di questa settimana a Perugia, per recuperare un po’ di energie e poi scendere in campo la prossima settimana all’Emilia-Romagna Tennis Cup di Montechiarugolo, altro Challenger di categoria 125. Visto l’andazzo potrebbe rimanere l’ultimo per un po’, perché la nuova classifica raggiunta gli permetterà di trovare con continuità posto nei tabelloni principali dei tornei maggiori, giustificando l’addio al circuito Challenger.

Discorso diverso invece per Wimbledon: attualmente Matteo è fuori di cinque posizioni (l’entry list ha chiuso durante il Roland Garros) e con buona probabilità dovrà disputare le qualificazioni sui prati di Roehampton, lontano dall’All England Club. Un obbligo che sa di ultimo sforzo nel purgatorio, prima di mesi (o anni) nel paradiso del Tour.

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