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Fognini, sconfitto da Sandgren, torna sul penalty point ricevuto nel secondo set. "Non voglio fare la vittima perché non lo sono, ma avevo ragione io" dice. E annuncia che verserà l'equivalente della multa per la lotta agli incendi in Australia
di Dario Castaldo, da Melbourne | 26 gennaio 2020
La buona notizia è che Fognini contribuirà alla raccolta fondi per le famiglie vittime degli incendi che hanno flagellato l’estate australiana. La brutta notizia è che Fabio lo annuncia in conferenza stampa, spiegando che devolverà in beneficenza l’equivalente della multa che verosimilmente gli verrà comminata per le parole, le opere e le omissioni di cui s’è reso protagonista sulla Melbourne Arena nel suo ottavo di finale degli Australian Open contro Tennys Sandgren. Quella peggiore di tutte è che la partita che gli avrebbe potuto aprire le porte del primo quarto australiano contro Federer, Fognini l’ha appena persa per 76 75 67 64.
Fognini non chiarisce i motivi del contendere “perché – spiega - non voglio parlare di una persona che non rispetto”. Ma rivela di aver comunicato al suo entourage che qualunque sia l’ammontare della multa, verserà l’equivalente in beneficenza. “Tanto non è un problema di soldi” aggiunge. Il problema, semmai, è che nonostante la prestazione è mancato il risultato. E alla fine quel che resta della trasferta australiana è un bicchiere pieno solo a metà. “Sono contento di come ho giocato tutta la settimana e sono tranquillo perché ho dato tutto quello che avevo, compresa la mano – scherza con tono amaro -. Dopo il terzo set dovevo essere sopra 2 a 1, e nel quarto set Sandgren non mi ha dato chance sul suo servizio. Dopodiché nell’ultimo game avete tutti visto cosa ha fatto: neanche se vado a Lourdes e mi bagno nella vasca dell’acqua santa faccio cose del genere. Lui ha giocato bene, anzi in maniera pazzesca. E comunque col senno di poi non si va da nessuna parte”.