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Campioni nazionali

Fognini si sbuccia ma non si piega

Le nocche della mano destra distrutte prendendo a pugni la racchtta, un ginocchio sanguinante non hanno pregiudicato la prestazione dell’azzurro che si giocherà un posto nei quarti contro Sandgren, l’americano che ha eliminato Berrettini

di | 25 gennaio 2020

Fabio Fognini stringe la mano all'argentino Guido Pella battuto al terzo turno degli Australian Open

Fabio Fognini stringe la mano all'argentino Guido Pella battuto al terzo turno degli Australian Open

Alla faccia dei pronostici della vigilia e dello stato di forma esibito nei primi due turni, nella quinta giornata degli Australian Open Serena Williams è finita fuori dal torneo, seguita da Naomi Osaka e Stefanos Tsitsipas. E anche Roger Federer ha visto i fantasmi contro Millman.

Ironia della sorte, quello che fino a 48 ore prima sembrava sul punto di gettare la spugna è proprio quello che ha avuto la vita più facile, qualificandosi per gli ottavi di finale con tre uppercut.

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Mercoledì notte, Fabio Fognini era accartocciato su una sedia della sala stampa, lamentava dolori dappertutto e affermava  di sentirsi vecchio. Pretattica o no, quello che ha dominato la sfida con Guido Pella in 2 ore e 8 minuti per 7-6 6-2 6-3 sembrava indemoniato. “È parecchio tempo che mi sveglio con forti dolori, ma se va bene mi prendo quel che viene. Se invece va male ho una scusa per giustificare la sconfitta – ha ironizzato - .

Dopo la maratona con Thompson sono andato al letto alle 4.00, ho dormito poco ma mi sono svegliato senza dolori. Per questo ieri mi sono allenato poco con Alberto Giraudo (l’allenatore in seconda, mancino come Pella ndr) ma gli ho chiesto di non farmi correre. In ogni sfida contro Pella la chiave è stata il servizio. Ne è uscita una prestazione con la P maiuscola”.

Sarà la settima volta in carriera che Fabio giocherà gli ottavi di uno Slam. Nei sei precedenti solo in una circostanza il 32enne di Arma di Taggia è riuscito a superare l’ostacolo, a Parigi nel 2011, con quel famoso 11-9 al quinto contro lo spagnolo Albert Montanes, talmente logorante che Fabio non scese neanche in campo nei quarti contro Djokovic.

Proprio il serbo nel 2018 e Berdych nel 2014 lo hanno fermato alle soglie della seconda settimana australiana, lasciandogli rispettivamente 5 e 9 game. Stavolta, ad aspettarlo nel quarto turno c’è Tennys Sandgren, col quale le prospettive sono diverse, anche se la storia dei confronti diretti racconta che il ligure ha vinto i due precedenti sulla terra rossa, mentre l’americano l’ha spuntata sei mesi fa a Wimbledon in un match archiviato tra mille polemiche. “Quella partita mi è rimasta qui – dice l’azzurro indicando la gola – anche per il passante incrociato col quale ha vinto il secondo set. Sicuramente Sandgren non vale la centesima posizione in classifica: ha battuto Matteo che è un top ten e ha dato tre set a zero a Querrey. Quindi se ci limitiamo al ranking parto come favorito, ma credo che sia un match alla pari. Però è vero che se guardiamo i due big contro i quali ho perso in passato, questa terza possibilita qui in Australia è sicuramente più concreta. Ma al momento voglio godermi questa vittoria, poi da domani penserò all’americano”.

In tribuna a fare il tifo per lui c’era anche Alessandro Diamanti, l’ex fantasista di Brescia, Bologna, Livorno e Nazionale che da 6 mesi si è trasferito a Melbourne per vestire la sedicesima maglia della sua carriera, quella neroverde dei Western United, neonata franchigia del campionato di calcio australiano. “Un amico in piu’ - spiega Fabio –. Mi ha scritto qualche tempo fa e abbiamo cominciato a scambiarci messaggi. Ieri siamo andati a cena insieme e ci siamo scambiati tanti aneddoti, visto che a me piace il calcio e lui è un appassionato di tennis e ha condiviso lo spogliatoio con gente come Pirlo, Bobo Vieri, Balotelli e Cassano. Vorrei andarlo a vedere giocare, ma domenica torno in campo”.

Fognini discute con arbitro durante il match con l'argentino Pella

A proposito di amici, nell’intervista rilasciata a bordo campo, Fabio Fognini ha ricordato il suo trionfo del 2015 in compagnia di Simone Bolelli, che nella giornata delle sorprese ha esordito nel tabellone di doppio assieme a Benoit Paire eliminando niente meno che la coppia Herbert-Mahut.

“Sono davvero contento per lui – spiega Fabio - Simone è mio fratello e se lo merita. L’anno scorso è rientrato tra i 100 e gli ho promesso che gli avrei dato una mano per risalire ancora un po’ in classifica. A febbraio giocheremo alcuni tornei indoor insieme”.

Simone Bolelli e Benoit Paire hanno superato al primo turno del torneo di doppio la fortissima coppia francese Herbert/Mahut

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