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Campioni nazionali

'Master' Berrettini in esclusiva: “Io e Roger, Rafa, Nole e… “

Alla vigilia della partenza per le Atp Finals di Londra, l’azzurro neo n.8 del mondo, affronta ad uno ad uno con noi i suoi formidabili rivali. E lancia la sua sfida: “Negli scontri diretti sono in svantaggio con tutti ma di sicuro me la gioco con tutti”

di | 05 novembre 2019

Matteo Berrettini primo piano intervista

“Ero a Monte-Carlo e stavo per andare a cena con un amico. Il telefono ha cominciato a vibrare, vibrare. Messaggi, tanti. Ho capito…”. Venerdì 1 novembre non aveva voluto guardare la partita decisiva del Masters 1000 di Parigi-Bercy tra Monfils e Shapovalov, nè seguire il live score: Matteo Berrettini ha appreso di essere uno degli otto ‘masters’ delle Atp Finals di Londra così, dalle vibrazioni.

Racconta di aver festeggiato ordinando una bottiglia di vino rosso e chiamando la sua famiglia prima di tutto. E brindando con loro, al telefono.

Il 4 novembre Matteo è n.8 del mondo in classifica, nuovo record personale, e va ufficialmente a completare il quadro dei migliori 8 giocatori del mondo che da domenica 10 novembre giocheranno le Atp Finals alla O2 Arena di Londra. Il primo italiano a compiere un’impresa del genere dai tempi di Panatta e Barazzutti. Un italiano di soli 23 anni, alla sua seconda stagione sul circuito maggiore.

Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Lui si sta prendendo una piccola pausa dopo una stagione pazzesca in cui ha giocato 25 tornei (vincendone 2), disputato 63 partite (42 vittorie e 21 sconfitte), guadagnato di soli premi 2.613.218 dollari. Oggi riprende ad allenarsi, giovedì sarà a Londra per acclimatarsi sulle rive del Tamigi.

Inaspettatamente è comparso all’Allianz Cloud di Milano (ex Palalido) dove lo attendeva una passerella speciale sul campo delle Next Gen Atp Finals. Occasione per fargli dire che: “Questo grande traguardo raggiunto lo dedico a tutte le persone che hanno aiutato a crescere quel bambino magrolino che giocava bene di diritto ma si faceva male ogni due per tre…”.

L’occasione anche per farci raccontare come si vede là, in quel cast stellare con i tre migliori tennisti di sempre (Roger, Rafa e Nole, 55 Slam in tre) e quattro giovani emergenti (Medvedev, Thiem, Tsitsipas, Zverev) che hanno dimostrato di essere i più decisi e pronti a cercare di raccoglierne l’eredità. Lui con tutti, lui contro tutti, uno per volta dall’altra parte della rete.

Io e Novak Djokovic - “Contro Nole è tosta… Perché secondo me ha delle caratteristiche che mi danno molto fastidio. Risponde molto bene, gioca molto bene col rovescio, quindi è una partita molto difficile dal punto di vista tecnico. Però sarebbe anche una bellissima emozione, perché ancora non l’ho mai affrontato. Ci conosciamo, certo, ci siamo allenati insieme a Cincinnati. Abbiamo parlato un po’ anche fuori dal campo. E’ una persona piacevole, molto disponibile. Mi piacerebbe incontrarlo: considerato che a Pechino ho giocato contro Andy Murray, Nole è l’ultimo Fab Four che mi manca”.

Io e Rafael Nadal - “Una lotta, una battaglia. Come è stata per i primi due set nella ‘semi’ agli Us Open. Secondo me ho giocato una grande partita, ho avuto le mie occasioni. Lui è un combattente. Con lui bisogna entrare in campo con il dente avvelenato, decisi. E non fargli prendere troppo campo. Bisogna cercare di aggredirlo con i colpi di inizio gioco e vedere come va…Il fatto di averci già giocato un po’ m’aiuta anche se è un grandissimo campione e dunque si adatterà velocemente alle soluzioni che troverò io. Sicuramente anche lui mi ha conosciuto meglio e quindi sarà più pronto”.

Io e Roger Federer - (Ride). Roger…. Con Roger mi vien a ridere. Una risata bella ma anche un po’ nervosa. E’ il mio idolo, l’ho sempre detto. Affrontarlo a Wimbledon è stata un’emozione troppo forte da gestire. Però spero di rigiocarci. Se succederà a Londra spero di imparare almeno quanto ho imparato a Wimbledon. Sicuramente mi faro trovare più pronto dal punto di vista tattico e per quanto concerne la gestione dell’emozione. Dove gli tirerò la “prima di servizio” nel primo punto del primo game? Non glielo dico altrimenti si prepara. Ma no, va bene: gliela tiro forte alla “T” …”

Io e Daniil Medvedev - “Mi ci sono allenato a Parigi-Bercy. L’ho trovato cambiato. Ci avevo giocato lo scorso anno a Indian Wells. E’ cresciuto tanto, è in grandissima fiducia. E’ migliorato tantissimo dalla parte del diritto, quella dove faceva un po’ più fatica. Si muove molto bene, copre bene tutto il campo, è molto solido. Un avversario davvero ostico. Lo scorso anno, nell’occasione di cui parlavo prima, ero arrivato molto vicino alla vittoria, ero 7-6 3-1 per me. Con lui me la gioco di sicuro: siamo due giocatori molto diversi, è forte ma una volta che sono lì…”

Io e Dominic Thiem – “La sfida con Thiem sta diventando un classico. Non è un segreto che a lui piacciano di più altre superfici come la terra battuta, o il duro ma all’aperto. Però quest’anno abbiamo fatto una bellissima partita a Vienna e io ho giocato una grandissima partita a Shanghai. Anche l’anno scorso al Roland Garros la nostra sfida era stata di livello molto alto. Tra me e Dominic è così: per le caratteristiche che abbiamo alla fine vengono fuori sempre delle gran partite. Se ci incontreremo di nuovo, a Londra, di sicuro sarò pronto e saprò cosa aspettarmi. Però poi sarà la sensazione sul campo quel giorno a dirmi cosa fare nei momenti importanti”.

Io e Stefanos Tsitsipas – “Quella con Tsitsipas è stata un’altra grande lotta che ho fatto quest’anno: l’ho affrontato a Melbourne, nel primo Slam stagionale. Ho perso in quattro set, giocando bene. E poi lui ha è arrivato in semifinale, battendo Federer. E’ più giovane di me però ha già tantissime partite di alto livello alle spalle. L’anno scorso ha vinto le Next Gen Atp Finals, quest’anno ha fatto anche finale a Madrid, a Dubai, ha vinto due tornei. E’ bello aggressivo, gli piace venire a rete. Abbiamo le carte in regola per darci fastidio a vicenda. Io soffro di più quelli che si difendono molto bene. Lui attacca bene. E’ forte ma mi dà meno fastidio”.

Io e Alexander Zverev – “L’ultima volta che ci siamo incontrati, a Shanghai, ha servito in modo imbarazzante: statistiche altissime. Quel giorno era molto solido anche da fondo. Ha giocato meglio lui. A Roma avevo giocato meglio io e infatti l’ho battuto. Ha sicuramente più esperienza di me, in particolare al Masters, dato che lo scorso anno l’ha addirittura vinto. Non sta vivendo la sua miglior stagione anche se ha chiuso n.7 del mondo e questo la dice lunga sul suo valore. Sono curioso di affrontarlo su una superficie diversa, visto che mi dicono che a Londra la palla rimbalza meno, resta più bassa rispetto a Shanghai anche se in entrambi i tornei si parla di hard court. Contro di lui le variazioni sono molto importanti. Vedremo come riuscirò ad adattarmi alla superficie".

Io e Roberto Bautista Agut (la riserva) - “Con lui ho giocato già 4 volte. Sono state sempre partite molto buone, lottate. E’ un giocatore molto solido che mi dà fastidio perché si difende bene ed è difficile prendergli campo. Però l’ho battuto tre volte su quattro e questo significa che, anche se mi dà fastidio, riesco ad arginarlo”.

Io e Londra - “Non mi piace entrare in campo battuto. Negli scontri diretti sono in svantaggio con tutti però di sicuro me la gioco con tutti”.


Anche alle Atp Finals la morale è la stessa di sempre. Matteo non perde mai: o vince o impara.

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