TESTA E GAMBE
L’effetto volàno ha accelerato e amplificato il processo di crescita, che affonda le radici in molteplici aspetti. “La sinergia tra i tecnici federali e quelli per così dire “privati” sta funzionando a meraviglia - continua Volandri - Vincenzo Santopadre, ad esempio, con Berrettini ha svolto un lavoro pazzesco. Ma sono stati introdotti anche altri aspetti per la formazione di un giocatore ad alti livelli, come l’analisi e lo studio approfondito dei dati, in cui Craig O’Shaughnessy, che ha collaborato anche con Matteo, è un vero e proprio guru. Ormai nulla è lasciato al caso. Il 75% dei punti si esaurisce nei primi quattro scambi. E’ per questo che si lavora sul cosiddetto “1+”, vale a dire colpo di inizio e chiusura, quindi ha meno senso allenare un giocatore a maratone interminabili da fondo campo. E’ altrettanto vero, come ci spiegano sempre le analisi dei match, che il restante 25% dei punti articolati su scambi più lunghi ha un’incidenza maggiore nell’economia di una partita e quindi un giocatore va preparato anche a questo tipo di situazioni. Il lavoro che facciamo nel cercare di far crescere un giocatore deve tenere conto di entrambi i fattori, cercando di raggiungere un giusto mix”.
I tennisti italiani sembrano essersi scrollati anche l’etichetta di “pigri”, giocatori destinati a maturare tardi. I 23 anni di Berrettini, i 24 di Sonego, gli appena di 18 di Sinner, già in rampa di lancio, i 17 di Musetti. “Non mi sento ancora di dire che ci sia stata una totale inversione di tendenza. Forse ne potremo riparlare tra qualche tempo. Ogni atleta ha i suoi tempi e nel percorso di crescita la fretta non è mai una buona compagna di viaggio – spiega ancora Volandri – Prendiamo ad esempio Sinner. Sapevamo che era il più pronto della nuova generazione, eppure fino a un anno fa faceva fatica a vincere anche una sola partita nei Futures. Poi ad un certo punto è scattato qualcosa, non soltanto a livello tecnico, ed è esploso in maniera perentoria. Bisogna cercare sempre di modulare il lavoro sul singolo ragazzo, assecondarne tempi ed esigenze. L’aspetto mentale, oggi come oggi, è preponderante, e noi ci siamo affidati ad un fuoriclasse del settore come Lorenzo Beltrame. L’importante è guidare i più giovani ad essere autonomi, portare avanti parallelamente il processo di maturazione tecnico e mentale, ottenendo anche su questo fronte l’equilibrio ideale. Non potremo mai avere un giocatore completo che prescinda da uno dei due aspetti”.