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Campioni nazionali

Berrettini: "Ora non mi pongo limiti"

Per due set abbondanti della semifinale a New Yorkha lottato alla pari con un fuoriclasse assoluto come Rafael Nadal che a fine match gli ha fatto i complimenti: "Diventerà un grandissimo giocatore. Lo è già ma ha tanti anni davanti a se per migliorare ancora".

di | 07 settembre 2019

Us Open 2019

Per due ore e due set ha lottato alla pari con Nadal nel match più importante della sua carriera Matteo Berrettini che lascia New York con una nuova consapevolezza. 

Matteo, hai affrontato Nadal a viso aperto, aggressivo, ed hai avuto tante chance sopratutto nel primo set. Esci a testa alta dagli US Open..
"L'obiettivo era aggredirlo subito anche perché nello scambio lui è forse il migliore al mondo. Ho cercato di usare le mie armi al meglio e ci sono riuscito per buona parte della partita. Poi ha preso il sopravvento, anche perché fisicamente tutti questi match giocati qui li ho accusate. Ha avuto tante palle break e le ho annullate con coraggio, sono andato 4-0 al tie-break giocando molto bene. Poi questo è il tennis, non ho nulla da rimproverarmi. Il doppio fallo sul match point con Monfils me lo sarei rinfacciato mentre oggi ho fatto tutte scelte aggressive cercando di andare sempre a prendermi il punto. Sono orgoglioso e mi fa piacere che voi lo siate di me. Fino a poco tempo fa non pensavo di raggiungere una semifinale in uno Slam: lui era pronto per giocare 6 ore ad alti livelli, io magari 3 o 4. Questo è un aspetto che dovrò migliorare Però sono molto contento, ho avuto le mie chance perché me le sono meritate, ho giocato bene. Quindi ho tanta fiducia nonostante la sconfitta".

Ti aspettavi questo Rafa?
"Sì, un Nadal molto pesante con il dritto, veloce con il rovescio che mi ha dato molto fastidio. Il suo servizio è un colpo che viene spesso sottovalutato. È davvero fastidioso, varia tanto gli angoli e poi ti fa molto male con il primo colpo dopo la battuta . Per prepararmi al meglio ho guardato molte partite di Fabio (Fognini) contro di lui. Lui dà sempre molto fastidio a Rafa perché sta vicino sulla diagonale del rovescio. È una cosa che ho provato a fare anche io. A volte ci sono riuscito, in altre circostanze un po' meno. Se penso che il rovescio era il mio colpo un po' barcollante e che oggi invece tenevo la diagonale con Nadal non posso che ritenermi soddisfatto".

A fine partita Nadal ti ha fatto i complimenti e ha detto che sei pronto. Pronto a fare cosa secondo te?
"Parole che fanno impressione. Oggi ho dimostrato di essere pronto per questi palcoscenici. Sono entrato a testa alta anche se il braccio tremava. Ho sempre provato a farmi avanti e a dimostrare che in campo c’era un giocatore. Questa non era una cosa scontata alla vigilia perché poteva accadere quello che avevo vissuto a Wimbledon. Non è successo, vuol dire che ho imparato dalle esperienze passate . Mi fa piacere che Rafa, Roger e Nole parlino bene di me . Sto lavorando tanto, non dico per raggiungere i loro livelli perché forse sono inarrivabili, però mi fa piacere condividerci il campo".

Sei arrivato qui con una caviglia traballante, torni a Roma con una semifinale Slam, il numero 13 virtuale del mondo, ed il numero 9 della race...
"Sono veramente contento, non me l’aspettavo. Non sono venuto qui con l’ambizione di ottenere questi risultati, ero qui per scavarmi dentro dopo un infortunio, per riuscire a rialzare la testa. Venivo da un periodo dove facevo fatica ad allenarmi perché non mi sentivo bene. Però ho dimostrato che posso reagire, che dentro ho tanta forza . Sarò ancora più pronto la prossima volta perché inevitabilmente gli infortuni torneranno".

Ci pensi alla top-ten?
"Ogni partita cerco di alzare l’asticella. La classifica la guardo, non si può non farlo, sta andando tutto molto velocemente. Pochi mesi fa questo momento sembrava impensabile, sicuramente non mi pongo limiti. Quando sono uscito dalla top 20 ho pensato a chissà se ci sarei ritornato un giorno: adesso invece manca poco alla top 10. Devo continuare a lavorare come sto facendo con lo stesso atteggiamento di sempre, mettendo un mattoncino alla volta".

A chi dedichi questa avventura newyorkese?
"La dedico a tutto il mio team ed alla mia famiglia che mi è stata vicino durante l’infortunio ma anche quando ero piccolo e le vittorie non sempre arrivavano. E pure quando c’era da fare qualche sacrificio economico. Adesso sono contento di poterli portare con me. Stavolta è venuto solo mio padre ma mia madre e mio fratello era come se fossero qui. Stanno sempre accanto a me, continueranno a seguirmi in giro per il mondo. Questi risultati sono per loro".
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