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Campioni nazionali

Nadal:"Bravo Fabio, ma adesso sistema quel piede"

Prestazione spettacolare dell’azzurro che, nei quarti del Masters 1000 di Montreal, per 40 minuti domina Nadal sul suo stesso terreno, l’aggressione continua da fondocampo, come aveva fatto in aprile a Monte-Carlo. Poi lo spagnolo reagisce e i dolori al piede destro condizionano il ligure. Finale un po’ amaro ma tra gli applausi.

di | 11 agosto 2019

Fognini allungo

Non ce l’ha fatta Fabio Fognini a ri-battere Rafa Nadal, come aveva fatto in aprile a Monte-Carlo. Ma per un set, il primo, si è rivisto quel giocatore, unico al mondo, capace di prendere letteralmente a pallate lo spagnolo da fondocampo. Uno spettacolo di classe, timing e lucidità tattica che ha ammaliato per 40 minuti il pubblico della Rogers Cup, stipatissimo sul Centrale di Montreal per il quarto di finale più nobile del torneo.

Come in semifinale nel Principato, Fabio giocava controbalzi in tutta tranquillità, comandava gli scambi, rallentava e accelerava mandando fuori giri l’avversario. Solo Djokovic in qualche occasione è stato in grado di demolire il vincitore di 18 Slam in questo modo sul suo terreno preferito, quelli degli scambi da fondo. E il risultato era lo stesso dell’ultimo set al Country Club monegasco: 6-2 Fognini. Roba da cineteca.

 

A quel punto entrambi i giocatori approfittavano della fine del set per un pit-stop negli spogliatoi. Purtroppo quella che è ricominciata poco dopo è stata un'altra partita.

Nulla pareva cambiato sul piano tecnico e tattico ma alla prevedibile aggressione del più grande combattente dei court Fognini risponde, nel proprio primo turno di battuta, con due millimetri errori di diritto (due vincenti che si stampavano sul nastro), un rovescio fallito di un niente e un doppio fallo.

Era un break che rompeva l’equilibrio nel punteggio ma non pareva incidere sull’inerzia del gioco. Fognini c’era e continua a giocarsela da par suo, con qualche errore in più del primo set.

Il punto più bello del torneo - Allo scadere della prima ora di gioco, sull’1-3 e servizio Rafa, un momento-chiave: sul 30-30 si crea la situazione per il più bel “quindici” non solo della partita ma probabilmente del torneo. Nello stesso scambio (RIVEDILO QUI) si vedono due smorzate, un pallonetto di rovescio al volo e una ‘veronica’ di Fognini; due recuperi pazzeschi e un tweener di Nadal (lob giocato, spalle alla rete, con la racchetta in mezzo alle gambe). Il punto lo fa Fognini, con la seconda smorzata. E lo stadio viene letteralmente giù.

L’azzurro ha così la palla del controbreak che riequibrerebbe il set. L’occasione non si concretizza, con gran merito di Nadal, e lì la partita in un certo senso finisce. Anche perché progressivamente, nel prolungarsi dello sforzo, emergono i problemi ormai cronici al piede destro dai quali Fognini non riesce a liberarsi.

Il trainer due volte in campo - Nadal ormai è un treno in corsa e due interventi del trainer (con spray, pomate, bendaggi per il piede) non riescono a ridare a Fabio quella brillantezza che nel primo set gli aveva permesso, oltre agli straordinari vincenti (sia dal lato del diritto che da quello del rovescio) anche alcuni fulminei recuperi difensivi in slice, fondamentali per salvare punti importanti. La seconda partita finisce 6-1 per lo spagnolo, dopo un’ora e 15 di gioco.

E all’inizio del terzo c’è subito il break: Nadal scappa 2-0. 
L’ennesima chiamata in campo dello staff medico, sull’1-2, è un tentativo disperato. Fognini tiene dignitosamente il campo ma ormai si vede che non è in grado di esprimere quel 110% del suo potenziale che servirebbe per annichilire Nadal come gli era riuscito in apertura.

Il finale è un po’ amaro, come sempre quando non si ha avuto la possibilità di esprimersi pienamente.
Nadal chiude 6-2 il terzo set, con la stretta di mano dopo un’ora e 57 minuti. L’azzurro esce dal campo tra gli applausi a passo lento, leggermente zoppicante. Ma gli 11.000 di Montreal serberanno nella memoria giocate che pochissimi al mondo possono permettersi.

Farò Cincinnati e US Open, poi deciderò prima della Laver Cup se sottopormi a un intervento chirurgico per il problema al piede. Il 2020 sarà un anno particolare, ho un figlio in arrivo e sarà complicato viaggiare con due bimbi piccoli al seguito. Nel frattempo voglio finire al meglio questa stagione, visto che sono ancora in corsa per le ATP Finals" ha dichiarato Fabio, cui lo stesso Nadal (che ha sofferto di una patologia simile) ha consigliato l'intervento, cui lui stesso si è sottoposto vincendo i naturali timori che atleti di questo livello possono avere. 

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