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Campioni nazionali

Ricomincio da Travaglia

Dopo la fine della collaborazione con Marco Cecchinato, coach Simone Vagnozzi riparte per portare in alto anche Stefano Travaglia. Entrambi marchigiani di Ascoli, amici da sempre, hanno già avviato un lavoro che potrebbe portarli lontano

di | 27 giugno 2019

Stefano Travaglia

Ascoli on my mind. Stefano Travaglia e Simone Vagnozzi, concittadini, amici da una vita, sono pronti a stupire con il loro nuovo connubio. Il coach marchigiano, che ha portato Marco Cecchinato alla semifinale del Roland Garros e al numero 16 del mondo, vuole portare ‘Steto’ al suo massimo potenziale. I due ascolani si allenano insieme già da un anno, ma il lavoro full time è ufficialmente iniziato da un paio di settimane: finale a Shymkent, quarti di finale a Parma e ingresso nella Top 100 Atp. Vagnozzi, ex numero 161 nel 2011 e considerato oggi uno dei giovani tecnici più preparati in Italia, ha in mente obiettivi ben precisi. “L’obiettivo a breve termine è entrare nel tabellone principale degli Us Open – ha spiegato – ma ciò che più conta è che Stefano si renda pienamente conto dei propri grandi margini di miglioramento”.
Iniziamo con una domanda semplice: dove può arrivare Stefano Travaglia?
“A inizio stagione ci eravamo posti l’obiettivo di chiudere il 2019 in Top 100. Abbiamo raggiunto questo traguardo a giugno, ma sarà importante rimanerci a fine anno. Stefano ha grandi potenzialità e ha la fortuna di adattarsi molto bene su tutte le superfici, dalla terra sino al cemento outdoor e indoor. Voglio che ‘Steto’ capisca che la sua velocità di crociera può e deve aumentare”.

In che modo?
“Stefano a volte si accontenta e non spinge come potrebbe. Vorrei che aumentasse velocità e pesantezza media dei suoi colpi, anche dalla parte del rovescio, che è un fondamentale molto migliorato ma anche con tanti margini. Ha trovato ordine e solidità con il rovescio, ma adesso vorrei che si rendesse conto che può comandare anche su quella diagonale, rimanendo però sempre molto ordinato”.
E mentalmente?
“Non è ancora convintissimo del livello a cui può ambire, anche se adesso, con l’ingresso nella Top 100, credo possa avere una iniezione di fiducia. È un aspetto su cui si può lavorare e migliorare. Credo sia solamente questione di tempo e vedremo un Travaglia ancora più convinto e convincente”.

La collaborazione con Cecchinato è terminata da poco. Ora ti dedicherai solamente a Travaglia?
“Da parte mia c’è la massima disponibilità di tempo e impegno. Mi dedicherò full time al lavoro con Stefano, anche perché vivere nella stessa città aiuta. È una fortuna trovarci entrambi ad Ascoli perché, anche quando ci prendiamo qualche giorno per stare in famiglia, abbiamo modo di continuare ad allenarci”.

Da quanto vi conoscete?
“Da sempre. I genitori di Stefano sono stati i miei maestri, quindi l’ho visto nascere e crescere. Ricordo che lo incontrai nuovamente nel periodo in cui mi allenavo a Caldaro: era acerbo ma talentuoso. Si capiva subito che era un ragazzo dalle grandissime doti tennistiche”.

Abbiamo raggiunto i top 100. Siamo sulla strada giusta e non vogliamo fermarci. Andremo avanti a piccoli passi, ma senza porci limiti
Obiettivo dichiarato: main draw a New York. Come raggiungerlo?
“Siamo in partenza per la Germania: Stefano giocherà i challenger di Ludwigshafen e Braunschweig, sperando di conquistare i punti necessari per essere matematicamente nel tabellone principale di New York anche se, come dicevo, l’obiettivo è chiudere in Top 100 a fine stagione. La programmazione proseguirà sperando di entrare nei main draw di Umago e Gstaad, oltre a disputare le qualificazioni nell’Atp 500 di Amburgo”.

Vi sposterete successivamente negli Stati Uniti?
“Partiremo con anticipo per l’America: qualificazioni a Cincinnati e poi, sperando di essere entrati a New York, ‘Steto’ si presenterà a Winston-Salem e agli Us Open”.

Cosa ti aspetti dai prossimi mesi?
“Sono molto curioso di vedere come andrà questa seconda parte del 2019. Per il momento siamo sulla strada giusta (attualmente Travaglia è numero 88 della Race to London; ndr) e non vogliamo fermarci. Iniziamo con i challenger tedeschi, un passo per volta, senza porci limiti”.
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