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Campioni nazionali

Berrettini, una sconfitta per crescere 

Dopo il titolo a Stoccarda, si ferma in semifinale a Halle, la sua prima in un ATP 500. E' il più giovane italiano ad aver raggiunto i tre titoli in carriera, potrebbe diventare il terzo più precoce in top 20. "A Wimbledon è uno di quelli da tenere in considerazione" ha detto Federer

di | 22 giugno 2019

Matteo Berrettini

Si ferma a otto vittorie consecutive la serie di Matteo Berrettini sull'erba. Contro il belga David Goffin piazza 14 ace, più che nelle altre partite del torneo, ma non gli basta per raggiungere la prima finale in un ATP 500 e l'ingresso sicuro fra i primi 20 del mondo.

Paga il 44% di punti sulla seconda, anche se in stagione ha vinto quattro partite sulle sei in cui non è arrivato al 45% di trasformazione. Paga soprattutto il 38% di punti in risposta contro la seconda. E' la settima partita in cui non raggiunge il 40%: ne ha vinte quattro.

Ha servito il 62% di prime, come nella finale di Stoccarda contro Felix Auger-Aliassime, suo rivale nella corsa alla top 20. In stagione, a tutti i livelli, è salito 13 volte sopra questa soglia (10-3 il bilancio); ha vinto comunque 20 delle 27 in cui è rimasto sotto questa percentuale di efficienza con la prima.

"Matteo è uno di quelli da tenere d'occhio a Wimbledon" ha detto Roger Federer dopo la semifinale a Halle. "Di lui ho guardato solo tre game, non posso dire di averlo visto bene. Però ho seguito i suoi risultati, sono impressionato, ha giocato quattro finali da Gstaad l'anno scorso. Ha vinto a Stoccarda senza perdere il servizio, poi ha continuato con una serie di notevoli risultati qui. Va tenuto in considerazione".
Contro Goffin, che ha centrato la seconda finale sull'erba dopo quella persa a 's-Hertogenbosch tre anni fa, ha cominciato con un solidissimo turno di battuta al servizio. La partita, però, è girata sul nastro sul 4-3 al tiebreak, l'ottavo che ha perso sui sedici giocati nel circuito maggiore nel 2019. Lì è iniziata a maturare la tredicesima sconfitta della stagione, la 33ma in carriera. Berrettini, che ha un bilancio di 6-5 al set decisivo quest'anno, ha subito la nona sconfitta su 14 partite dopo aver perso il primo parziale.

Goffin nel secondo set ne espone le debolezze nell'angolo sinistro. Berrettini salva le prime cinque palle break concesse ma alla sesta Goffin fa la differenza. Il belga, mai oltre gli ottavi a Wimbledon in carriera, va a servire per il match, chiude col sesto ace, e conferma di avere le armi per far bene sull'erba. Il successo nei quarti su Zverev, che pure non si può conderare un match manifesto del suo livello su questa superficie, aveva già fornito indizi concordanti in tal senso.

Berrettini però continua un positivo percorso di apprendimento e di crescita. A Stoccarda è diventato l'italiano più giovane nell'era Open a festeggiare i tre titoli ATP in carriera. Fognini, l'azzurro più titolato, ha vinto il terzo torneo a 26 anni e due mesi; Bertolucci (6 in totale) a 24 anni e nove mesi; Barazzutti (5) a 24 anni e 6 mesi; Gaudenzi ha vinto l'ultimo dei suoi tre a 28 anni, Seppi a 28 anni e 7 mesi, Canè a 26 anni e un mese, Cecchinato a 26 anni e 5 mesi.
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La rapidità dei progressi di Berrettini, entrato in top 100 nel marzo del 2018 con la vittoria al Challenger di Irving, è evidente. Nel giro di 15 mesi ha fatto il suo primo ingresso fra i primi 30 del mondo e potrebbe diventare il decimo italiano tra i primi 20. 

Solo tre italiani hanno raggiunto un best ranking più alto prima di lui: Paolo Bertolucci, numero 12 nell'agosto del 1973 a 22 anni e un mese; Andrea Gaudenzi, numero 18 nel febbraio del 1995 a 21 anni e 7 mesi; e Francesco Cancellotti, numero 21 nell'aprile del 1985 a 22 anni e due mesi.

Resta ancora uno step, non proprio irrilevante. Nei grandi tornei, tra Slam e Masters 1000, Berrettini ha vinto infatti sette partite su 20. La strada per la grandezza passa da qui.
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