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Campioni nazionali

Italiani all'assalto di Wimbledon in diretta su SuperTennis

Dal 17enne Jannik Sinner a veterani come Simone Bolelli e Paolo Lorenzi, sono ben 18 gli azzurri (14 in campo maschile, 4 in quello femminile) che dal 24 giugno saranno impegnati nelle qualificazioni dei Championships. Una prova che SuperTennis trasmetterà per la prima volta in diretta. E le trasmissioni da Wimbledon continueranno ogni sera anche durante il torneo vero e proprio

di | 14 giugno 2019

Paolo Lorenzi a Wimbledon

Sale l'attesa, la speranza si fa via via una certezza. Jannik Sinner, numero 219 ATP e più giovane under 18 in classifica, non sogna solo in grande. Lavora perché il sogno si realizzi. Vorrebbe vincere un giorno lo Us Open.
Ma ora la testa è alle qualificazioni di Wimbledon, che Supertennis trasmetterà in diretta e in esclusiva dal 24 giugno. Una grande novità che porterà i Championships a casa di tutti gli italiani anche durante le settimane successive, quelle del torneo vero e proprio. SuperTennis trasmetterà infatti anche la differita di un match ogni sera, le dirette del torneo juniores e le finali di doppio (in differita).

 

Sinner, che sarà probabilmente il protagonista più atteso di queste qualificazioni in quanto il più giovane in assoluto, sull'erba non aveva mai giocato prima di 's-Hertogenbosch, nemmeno da junior. Ha iniziato con le qualificazioni di un torneo 250, perché come gli ripete il maestro Riccardo Piatti “o vinci o impari”. Ha battuto Lukas Lacko, n.139 molto forte sui prati) e Thomas Fabbiano (n.96 del mondo); per un set se l'è giocata alla pari al primo turno del main draw contro il cileno Nicolas Jarry.
“Ero un bambino che aveva in testa solo lo sci” ha detto a maggio in una bella intervista al Corriere dell'Alto Adige. Ha giocato anche a calcio, poi ha capito la sua vera strada. “ Chi il tennis lo sceglie davvero è perché sa di essere forte” ha detto. Il tennis ha più facce, spiega. Il tennis italiano del futuro, di sicuro, ha la sua. “Spero di diventare il numero uno, non mi vergogno di dirlo” ha detto. Anche per il padre, che non ha avuto le sue stesse opportunità. Gli ha promesso che le avrebbe sfruttate al meglio. E se promette, poi mantiene.

Wimbledon potrebbe diventare il punto di svolta di Simone Bolelli, numero 180 del mondo, l'azzurro con le maggiori soddisfazioni sull'erba tra i qualificati ai Championships. La vittoria in tre set su Stan Wawrinka nel 2011, in un'esibizione fulminante di potenza, precisione e lucidità, resta il punto più alto della sua carriera a Church Road. Battuto in cinque set da Kei Nishikori nel 2014, al terzo turno che rimane il suo miglior piazzamento in un major, e nel 2015, sconfitto l'anno scorso da Fabio Fognini con cui aveva conquistato il primo Slam in doppio per una coppia maschile nell'era Open, Bolelli, che sull'erba raggiunse i quarti a Nottingham nel 2015, potrebbe dedicarsi poi solo al doppio, come aveva lasciato intendere prima del Roland Garros. Quest'anno, infatti, ha vinto due partite di fila in un main draw di singolare solo al Challenger di Sophia Antipolis, sul rosso.

 

Paolo Lorenzi, numero 97, è andato a vivere a Sarasota, a due passi dall'accademia di Nick Bollettieri e dalla spiaggia di Siesta Key, una delle più belle degli Usa. Porta anche ai giovani il valore dell'esempio, “la dimostrazione che il lavoro e la passione pagano”, come ha spiegato al Corriere dello Sport un mese fa. Sull'erba, tra ATP e Slam ha vinto solo cinque partite su 24, gli ultimi due tiebreak persi al secondo turno contro Gael Monfils a Wimbledon l'anno scorso restano come una motivazione ulteriore, come un fiore non colto che può stimolare un ultimo giro di giostra. Con la tranquillità di chi certo non ha più niente da dimostrare.

È una fase di cambiamento anche per Stefano Travaglia, numero 112. Vincitore del Challenger di Francavilla, semifinalista a Heilbronn e Cherbourg, sarà seguito a tempo pieno da Simone Vagnozzi dopo la fine della collaborazione con Marco Cecchinato, anche se in alcuni tornei continuerà a viaggiare con Uros Vico per dare continuità al lavoro. Sull'erba non ha mai giocato a livello ITF e ha passato un turno nell'unico Challenger giocato (ha battuto Jason Jung a Ilkley l'anno scorso, perse al secondo turno contro Michael Mmoh). Tuttavia si è qualificato due volte su due a Wimbledon. Nel 2017 è diventato il secondo tennista marchigiano (in campo maschile) ai Championships dopo Massimiliano Narducci, ha pagato l'inesperienza al primo turno al quinto set contro Andrej Rublev. L'anno scorso ha perso una sola volta il servizio nei tre match di qualificazione ma ha subito un break per set al primo turno contro l'australiano John Millman. L'anno scorso aveva promesso una programmazione con un paio di Challenger sull'erba prima di Wimbledon, ma dopo il Roland Garros ha continuato sul rosso andando a giocare a Shymkent, in Kazakistan, dove è testa di serie numero 2. Poi andrà a Parma per poi tentare le qualificazioni a Wimbledon con l'obiettivo di entrare direttamente nel main draw dello Us Open.

 

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Hanno continuato sulla terra, dopo il Roland Garros, anche Gianluca Mager (n.128) e Filippo Baldi (n.151), che proprio dal genovese ha perso negli ottavi del Challenger di Poznan dopo la finale a Vicenza. L'erba non l'hanno vista mai, nemmeno nelle qualificazioni di Wimbledon. Sarà una prima volta tutta da scoprire. Mager e Baldi hanno incrociato nelle ultime settimane Alessandro Giannessi (n.152), che ha li ha battuti tutti e due, tra semifinale e finale, a Vicenza. Fermato da Andrea Vavassori, dopo sette vittorie consecutive, a Poznan, anche lo spezzino non ha mai giocato un match di main draw sull'erba, nemmeno a livello ITF o in un Challenger, ma ha tentato quattro volte le qualificazioni ai Championships. La sconfitta con Travaglia all'ultimo turno l'anno scorso resta il suo miglior risultato sui campi di Roehampton. Lontano il ricordo del secondo turno nel torneo junior del 2008.

 

 

 

Salvatore Caruso (n.122), che ha passato un turno di qualificazioni in tre tentativi a Wimbledon, si presenta con l'esperienza in più del Roland Garros e del match con Novak Djokovic. “L’insegnamento che traggo da questa partita è che bisogna essere costanti per affrontare avversari di questo livello. Devi essere solido in ogni frangente della partita” ha ammesso il siciliano, che ha guadagnato 25 posizioni e ritoccato il best ranking al numero 122 del mondo. Si è cancellato dal Challenger di Poznan, dopo i tanti match di Parigi, per proiettarsi direttamente alla stagione su erba.

 

Lorenzo Giustino, numero 144, ha perso i suoi unici due match di qualificazione a Wimbledon, Stefano Napolitano spera di completare uno step in più rispetto all'eliminazione all'ultimo turno di quali dell'anno scorso. Federico Gaio, numero 210, cerca la prima vittoria a Roehampton, come Roberto Marcora che ha tentato una sola volta le qualificazioni nel 2015 e perse contro Guido Pella, che quest'anno ha vinto più partite di tutte sulla terra battuta nel circuito maggiore nel 2019 insieme a Rafa Nadal.

 

Andrea Arnaboldi (n.213), che a livello Futures ha due vittorie in tre partite sull'erba, ha provato quattro volte a qualificarsi a Wimbledon: ci è andato vicino nel 2015, quando gli è mancata una sola vittoria per l'ingresso nel main draw ma sulla sua strada ha incontrato all'ultimo turno Dustin Brown.

 

Luca Vanni (n.227) si è qualificato a Wimbledon nel 2015 quando riuscì al massimo a portare James Ward al quarto set, con il rimpianto delle sei palle break non sfruttate. L'anno scorso ha sfiorato la replica della stessa impresa, ma all'ultimo turno il pirotecnico francese Stephane Robert, a 38 anni, un mese e 11 giorni, è diventato il più anziano qualificato a Wimbledon dal 1974, dai tempi dell'australiano Neale Fraser.

 

Quattro le azzurre iscritte nelle qualificazioni femminili. Martina Trevisan ha giocato sull'erba praticamente solo in occasione delle due precedenti partecipazioni, vincendo solo su Matyna Zanevska al primo turno l'anno scorso. Giulia Gatto-Monticone, dopo l'impresa della qualificazione al Roland Garros, ha giocato le sue prime partite sull'erba a Nottingham ma si è ritirata sotto 5-4 al secondo turno di quali contro la britannica Tara Moore. Difficile ipotizzare come se la caverà Martina Di Giuseppe, all'esordio su questa superficie. Jasmine Paolini, invece, potrebbe ritrovare il gioco che le aveva permesso di sconfiggere al primo turno dell'ITF di Ilkley due anni fa una certa Aryna Sabalenka. E magari entrare per la prima volta nel main draw di Wimbledon.

 

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