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Campioni nazionali

L’Italia under 18 che… fa Slam!

Gli azzurri protagonisti anche tra gli juniores. Musetti ha vinto gli Australian Open, Zeppieri gli corre accanto, poi ci sono Arnaldi, Cobolli e Passaro sempre in vista nei tornei del Grand Slam. Che Sinner ormai, neppure 18enne, non gioca nemmeno più…

di | 03 giugno 2019

Lorenzo Musetti

Lasciamo perdere i risultati. Non sono l’unica cosa che conta, soprattutto a livello giovanile. Oddio, servono anche quelli a capire che un movimento è in salute. Ma se non sono tutto per i ‘pro’, figuratevi per chi ancora non può guidare la macchina. Pensiamo alle presenze, per esempio. E usiamo il Roland Garros, e il suo torneo Under 18, per vedere dove ha posto l’asticella l’Italia della “next Next Gen”. In questo sì, i numeri sono importanti: 5 nostri ragazzotti nel main draw maschile, due in quello femminile.

E ci sarebbe anche…

Cinque maschi, abbiamo detto. Mica male. Alt, fermi tutti: perché all’appello manca pure Jannik Sinner. Prima di cominciare con chi c’è, vale la pena fermarsi a pensare per un attimo a chi non c’è. E non c’è per meriti, non per demeriti: l’altoatesino che si allena con Riccardo Piatti e il suo team a Bordighera adesso è già impegnato a costruire la sua carriera da pro. Ha dimostrato di poterlo fare fin dall’inizio di questo 2019, quando ha vinto prima il Challenger di Bergamo, poi partite su partite nei tornei da 25 mila dollari. Per finire col punto esclamativo che l’ha reso famoso al popolo del tennis di tutta Italia (e non solo) con le prestazioni maiuscole agli Internazionali BNL d’Italia al Foro Italico.

Musetti versione Grande Slam

Tutto questo solo per dire che il nostro plotoncino d’azzurri al Bois de Boulogne era nutrito, agguerrito e pronto a tutto. E il più competitivo, al momento, neanche ci è andato, per continuare a scalare il ranking Atp (ad Halle, sull’erba si parla già di wild card). Sinner a parte, a Parigi ci siamo presentati con il primo vincitore Slam del 2019, il toscano Lorenzo Musetti, da Massa Carrara. Pure nel suo caso, come successo per Sinner, la concentrazione è già volata al circuito dei grandi, ma nella programmazione annuale gli Slam juniores non mancano. Ci sono ancora, anche perché li affronta da testa di serie n.1 e, visti i risultati a Melbourne, da uomo da battere.

A Parigi, come a Wimbledon e presumibilmente a New York. E il bello dell’allievo di Simone Tartarini è che ha le armi tecniche per far male su tutte le superfici, roba da Grand Slam. Due paroline che anche tra i giovani risultano merce rara, rarissima. Tanto che l’ultimo a riuscire nell’impresa di conquistare nello stesso anno Melbourne, Parigi, Londra e New York fu lo svedese Stefan Edberg nell'ormai lontano 1983. Quando i diciottenni di oggi non erano ancora neanche un'idea... 

C’è anche Zeppieri

Ma la giovane Italia non è solo Sinner e Musetti. Da Melbourne in poi lo sanno anche i sassi che un altro cui fare attenzione è il romano Giulio Zeppieri, semifinalista agli Australian Open battuto solo dall'amico Lorenzo e, insieme, protagonisti di una cavalcata in doppio prolungata sempre fino alla ‘semi’. A Parigi è stato sfortunato, costretto al ritiro quando era avanti nel terzo set contro il canadese Baadi, ma si sa che la malasorte colpisce solo nel breve e al massimo nel medio termine; nel lungo fa la differenza un fisico sempre più scolpito e quel braccio sinistro capace di accelerazioni mancine mortifere su cui lavora, alla Capanno Tennis Academy, sotto la guida di coach Piero Melaranci.

Che forza, Arnaldi

Più recente la presa di coscienza, sua e del movimento, delle potenzialità di Matteo Arnaldi. Un ligure classe 2001 smilzo e sempre sorridente. Uno che a Milano, oltre ad allenarcisi part-time con il team della Milano Tennis Academy, è arrivato - perfino un po' a sorpresa - fino alle semifinali del Trofeo Bonfiglio, gli Internazionali d’Italia under 18, un torneo di Grado A come il Roland Garros e riconosciuti da tutti quale 5° Slam juniores dell’anno. Bene, lì ‘Arna’ - prodotto dei campi di Sanremo e del maestro Filippo Sciolli - ha saputo prendere sul tempo tutti, un avversario dopo l'altro. Compreso quel Carlos Alcaraz Garfia che al suo angolo ha Juan Carlos Ferrero e nel mirino tiene Rafael Nadal (che ha già battuto in quanto a precocità nel conquistare punti Atp; lui ci è riuscito a 14 anni).

Ha iniziato a giocare grazie alla passione del nonno, Arnaldi. Una passione che ha prevalso su tanti altri sport praticati in tenera età: "Sciavo, giocavo a calcio e non solo... poi ho scelto la racchetta - ha spiegato  Arnaldi - e se devo guardare avanti, mi piacerebbe vincere gli Australian Open: sono lo Slam che preferisco". Perché se uno deve sognare, è giusto che lo faccia in grande, specialmente a questa età. Benzina migliore da mettere nel serbatoio non c'è.

Matteo Arnaldi, ligure di Sanremo (foto Panunzio)

Daje Cobolli

Arnaldi tira forte, ribatte colpo su colpo, non ha ancora i muscoli ‘palestrati’ ma in compenso ha grinta e carattere da vendere. Come del resto Flavio Cobolli, l’ultimo a unirsi alla festa in salsa Slam. A Parigi ‘Cobbo’, figlio di Stefano (ex pro Atp col quale si allena alla Rome Tennis Academy) ha assaporato i suoi primi successi negli eventi major e adesso è pronto a far fruttare quella sfrontatezza tutta romana e quel rovescio forte e teso che sibila sopra la rete. I suoi #daje sui social tradiscono l’amore giallorosso, accarezzato da grande promessa del settore giovanile della Roma e accantonato per far spazio alla racchetta.

Il romano Flavio Cobolli (foto Panunzio)

Passaro e le ragazze

Non è finita qui, perché a Parigi c’era pure il quinto moschettiere azzurro. Tanto per non farci mancare nulla. Era Francesco Passaro, che ha sbattuto sul rumeno Filip Jianu e che al Bonfiglio aveva messo paura, anzi paurissima, al vincitore ceco Jonas Forejtek (che poi a Milano era passato sopra come un carro-armato sia a Cobolli che ad Arnaldi). A tutto questo va aggiunto che l’Italia under 18 c’è anche al femminile. A Parigi, e non solo: sotto la Tour Eiffel Federica Rossi (nella foto sotto) si è dovuta ritirare dopo essersi qualificata per un problema che si trascina da un mesetto alla spalla destra. E Melania Delai, biondissima trentina di base a Vicenza, ha saputo superare il primo ostacolo Slam della sua giovane carriera.  Il tempo è dalla loro parte. E, beh, anche dalla nostra.

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