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Campioni internazionali

Rublev: "Grato per tutto il supporto, essere se stessi funziona"

Il moscovita ha mostrato la gratitudine per i tifosi che lo stanno sempre più apprezzando. Ha parlato anche delle emozioni del primo trionfo Masters 1000 a Monte-Carlo e del suo nuovo team

di | 16 aprile 2023

Monte-Carlo ha abbracciato Andrey Rublev. Il supporto che il moscovita ha ricevuto nel corso di tutto il torneo, finale compresa, rispecchia l'accresciuta simpatia nei suoi confronti da parte degli appassionati. Si è fatto apprezzare per le parole espresse contro la guerra in Ucraina, per la simpatia con cui si mostra sui social, per un'impressione di educata autenticità che offre nelle risposte alle domande dei giornalisti. "Nessuno è perfetto. Una volta credo di averlo scritto, ho commesso tanti errori nella mia vita, ho ferito la mia famiglia, persone a cui volevo bene. Non so se sono così buono o così cattivo come persona, ma questo sostegno significa che di sicuro posso essere una persona migliore - ha detto in conferenza stampa dopo la vittoria -. Sono molto grato di tutto il supporto che ricevo, perché averne non è facile".

Dietro il suo differente atteggiamento, alla sua maggiore apertura che ha aumentato l'empatia del pubblico, c'è anche il lavoro del coach Fernando Vicente. "Ha fatto un grande sforzo su di me. Ho imparato ad essere aperto, ad essere me stesso - ha spiegato -. All'inizio era una cosa nuova, ero molto timido. Non volevo aprirmi troppo, perché non sapevo se alla gente sarei piaciuto oppure no. Con Fernando ho capito che essere se stessi è la cosa migliore".

RUBLEV RACCONTA LA FINALE

Parlando della finale, Rublev ha fornito qualche dettaglio in più sui problemi fisici avvertiti sul 4-1 nel terzo set in favore di Rune. "Ho iniziato ad avvertire degli spasmi nella parte bassa della schiena. Ma mi sono detto: più ci pensi e peggio è, la testa fa la differenza. Ho cominciato a calmarmi, non ci ho prestato troppa attenzione. Poi gli spasmi sono finiti, non era niente di speciale" ha detto.

Sul primo match point, ha ammesso, "ho pensato quando fosse strano trovarmi avanti 40-0 intanto. E poi mi sono detto: non pensarci, tira. E' tutto qua".

Rublev, il nuovo Principe di Monte-Carlo

Il più prestigioso successo finora in carriera è un momento di svolta per Rublev, che tante volte aveva ammesso una certa mancanza di convinzione nelle proprie possibilità di imporsi nei grandi tornei. Mai, però, ha perso la speranza di poterci un giorno riuscire. "Ho sempre creduto che, se avessi fatto le cose giuste fuori dal campo, in allenamento, avrei avuto l'occasione di vincere i tornei più importanti - ha detto a Monte-Carlo dopo la finale -. Certo non sapevo quando sarebbe successo. E' accaduto qui, e all'inizio della settimana non me lo sarei aspettato. Poi, però, ho cominciato a vincere una partita alla volta e alla fine ho vinto il titolo".

In finale, ha trasformato sei delle 19 palle break avute nel corso del match. "In quei momenti, quando senti molta pressione, vuoi farcela subito, fare il break alla prima occasione e prendere un vantaggio maggiore. A volte ci riesci, altre serve più tempo. Oggi sono molto contento di come ho gestito le mie emozioni".

I PROSSIMI OBIETTIVI

Guardando avanti, dopo la conquista di un Masters 1000, si potrebbe pensare che Rublev possa legittimamente aspirare a competere per vincere gli Slam.

Anche dopo questa grande gioia, però, il moscovita rimane misurato, composto nell'espressione delle sue ambizioni. "Il mio obiettivo è sempre lo stesso. Sento che sto lavorando molto bene fuori dal campo, per quanto riguarda allenamento, preparazione, prevenzione, tennis, cura della parte mentale. Penso che posso migliorare ancora molto, e punto a continuare a lavorare duro come sto facendo e a migliorare il più possibile".

IL NUOVO TEAM DI RUBLEV

Infine, Rublev ha parlato anche del contributo di Alberto “Beto” Martin, ex numero 34 del mondo che dopo la carriera tennistica ha studiato psicologia all’Università di Barcellona. Da inizio stagione Martin è entrato nel suo team. "E' una persona molto umile, va molto d'accordo con il mio coach Fernando [Vicente], è molto bello lavorare con lui: sono entrambi molto umili - ha detto -. Per me è importante avere dei legami anche fuori dal tennis con i miei allenatori. Puoi essere anche il coach migliore del mondo, ma se fuori dal campo non c'è rapporto, non sono il tipo che continua a lavorare con te. E non trovi tanto spesso un legame così, è un po' come trovare una fidanzata. Sono fortunato, perché ho questo legame, e Alberto e Fernando vedono le cose nello stesso modo. Alberto che è anche laureato in psicologia può spiegarmi delle cose più facilmente in certi momenti stressanti, e mi sta aiutando molto. Poi ho anche un nuovo preparatore atletico, un nuovo fisioterapista, un nuovo agente. Lo staff è completamente nuovo, solo Fernando è rimasto dall'inizio".

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