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Kyrgios, amore e odio per il tennis: "Rimpiango quando tutto era più semplice"

In un'intervista per Esquire Australia Nick Kyrgios racconta il suo rapporto complicato con il tennis e la sua passione per il basket. Il ritratto di un tennista sensibile e di talento, orgoglioso e insoddisfatto insieme

di | 17 giugno 2023

Un primo piano di Nick Kyrgios (Getty Images)

Un primo piano di Nick Kyrgios (Getty Images)

"Mi sento trattato come un robot o una scimmietta per quasi tutto il tempo. Raramente le persone che mi usano o che hanno bisogno di me si preoccupano di come mi senta". In un'intervista pubblicata come servizio di copertina per il primo numero dell'edizione australiana di Esquire, Nick Kyrgios si racconta con una franchezza perfino spigolosa, senza perdonarsi niente né trasformare gli angoli bui in curve nella memoria. Dalle sue parole emergono incompiutezza e rimpianti, quel mix di orgoglio per i risultati ottenuti e insoddisfazione per essersi incamminato su una strada scelta da altri che ricordano molto da vicino l'Andre Agassi che si ritrova nelle pagine di Open, la sua celebre autobiografia. 

L'intervista a Esquire completa in un certo senso il quadro della confessione più scioccante contenuta in una delle puntate della seconda stagione di Break Point, serie Netflix distribuita dal 21 giugno. Kyrgios, come riportato dalle testate di tutto il mondo, è stato ricoverato in un reparto psichiatrico dopo la sconfitta al secondo turno a Wimbledon 2019. Ha anche spiegato di aver pensato all'ipotesi del suicidio. "Avevo perso. La mattina dopo mi sveglio e vedo mio padre sul letto che piange sconsolato. Quella scena mi ha risvegliato. Ho pensato: non posso continuare così" ha detto.

L'australiano Nick Kyrgios (Getty Images)

Non riusciva a reggere, ha detto, alle aspettative, all'avere sempre addosso gli occhi di tutti. Non è questione di talento o di abilità, ha ammesso, ma di motivazione. "Gioco in media un dodicesimo degli altri tennisti" ha raccontato. Ma nel 2022 gli è bastato per arrivare in finale a Wimbledon. "Sentivo tanti commenti negativi, la gente diceva che non sarei più tornato al top, che il mio tempo era passato. L'anno scorso ho ricordato a tutti che so ancora giocare un gran tennis, che sono capace ogni volta che voglio".

Resta però un grande "che sarebbe successo se..." nella sua storia. Rimane una domanda non risolta a cui non si è ancora rassegnato. "Il basket è più nelle mie corde. La maggior parte dei miei amici a Sydney sono giocatori di basket, e la cultura è più rilassata. Adoro giocare in una squadra" ha detto a Esquire. I genitori però l'hanno incoraggiato a scegliere il tennis invece della pallacanestro.

"All'inizio non ero molto felice della decisione, è stata dura da accettare. Ma crescendo ho capito che era la scelta migliore che potessi prendere - ha detto Kyrgios -. Non giocavo per diventare ricco e famoso. Giocavo perché era la sola cosa che sapevo fare. Andavo ancora a scuola quando arrivai nei quarti a Wimbledon. Mi limitavo a giocare, come sempre, ed è successo tutto. Non ho mai voluto cambiare la mia situazione". 

Come ha scritto Christopher Riley, che l'ha intervistato e ha scritto l'articolo, "è grato per la vita che ha vissuto o forse è troppo consapevole per lamentarsi dei privilegi derivati dal suo lavoro, come gli oltre 18 milioni di dollari guadagnati di soli montepremi a 28 anni. Ma allo stesso tempo, c'è un sottotesto sottile ma inconfondibile: non ho chiesto niente di tutto questo".

Kyrgios: un personaggio (da urlo) in 10 foto

Infatti Kyrgios rimpiange i suoi primi tempi, gli anni da junior. "Erano tempi più facili. Era davvero molto divertente. Con mia padre dormivamo in ostelli orribili, giravamo l'Australia in macchina. Viaggiavamo sei, sette ore, mangiavamo maccheroni al formaggio scaldati al microonde e finiva lì. I giorni erano così. Poi sono , non so, passato a un'altra fase". E' iniziata una transizione verso la vita da professionista, sempre sotto osservazione, esposto alle critiche e ai giudizi. Una vita che sente meno sua.

Una vita in cui gli può capitare di vedere sua madre minacciata da un ladro armato penetrato in casa per rubare la sua Tesla, che poi ha contribuito a far arrestare rallentando l'auto a distanza attraverso l'app. In quell'occasione si è procurato una ferita al piede sinistro che ha rinviato ancora il suo esordio stagionale, arrivato solo questa settimana a Stoccarda.

Sui suoi social, però, il tennis compare con continuità, quasi più del solito. "Una parte di me è contenta di tornare in campo, di giocare davanti ai tifosi. Ma d'altro canto so quanto sia duro, e quanto questa vita ti tolga. Competere è bello ma è anche stressante. Per cui il tennis un po' mi manca e un po' no".

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