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Campioni internazionali

Auger-Aliassime vince per i bambini: il programma per il Togo

Felix Auger-Aliassime dal 2020 ha donato cinque dollari per ogni punto conquistato nei suoi match e così ha aiutato oltre 2500 bambini in Togo, dove è nato suo padre. Nei giorni scorsi è tornato lì per la prima volta dal 2013

di | 10 dicembre 2022

Un viaggio di scoperta e riscoperta. Prima di godersi l'Islanda con la fidanzata, Felix Auger-Aliassime è tornato in Togo, la nazione d'origine del padre, per la prima volta dal 2013.

Nato a Montreal, il canadese porta con orgoglio sia il cognome della famiglia paterna (Aliassime) sia quello della madre franco-canadese. Ci tiene alla sua identità ricca in quanto multipla, e negli ultimi anni ha creato un nuovo legame, più forte rispetto al passato, con il Togo. Dietro la sua visita con tanto di foto al Tennis Club di Sokode, nella prefettura di Tchaoudjo, dove è nato suo padre, c'è un'iniziativa che ha preso forma nel 2020.

Da allora, Auger-Aliassime ha donato cinque dollari per ogni punto vinto. Alle Nitto ATP Finals di Torino, dove ha debuttato lo scorso novembre, BNP Paribas ha affiancato alla sua donazione una seconda e più cospicua, di 15 dollari per punto.

In questa stagione, il canadese ha ottenuto 6613 punti, portando così a 16.486 il totale nelle ultime tre stagioni. In questo modo ha raccolto e donato 82.430 dollari devoluti attraverso EduChange, il programma dell'organizzazione CARE International. Secondo L'Equipe, quei fondi hanno aiutato direttamente 2740 bambini e indirettamente quasi altri 18 mila. Gli aiuti hanno permesso di rinnovare scuole, modernizzare dieci campi sportivi, formare e dotare di materiali 80 insegnanti. Altri bambini hanno ottenuto cibo, vestiti, cure mediche e psicologiche.

Auger-Aliassime non si è limitato agli aiuti. Ha voluto verificare di persona come stanno andando le cose. "Il progetto sta prendendo forma - ha detto all'Equipe -. Ho visto come hanno rinnovato le aule, abbiamo fornito tutto il materiale didattico e sportivo nelle scuole elementari dei villaggi che ho visitato. Parliamo anche di palloni, scarpe, reti per le porte da calcio".

Grazie al progetto, ha aggiunto, non vengono aiutati solo i più piccoli. "Ho incontrato anche ragazzi e ragazze più grandi - ha raccontato - che abbiamo contribuito a far ammettere come apprendisti carpentieri, sarti o saldatori".

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