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Vika non lascia e ci riprova, ancora una volta - Video

All’inizio di quest’anno il tour rosa ha rischiato di salutare la terza ex number one nel giro di un paio di mesi. Ed invece Azarenka ci ha ripensato, si è data un’altra chance ed ha dimostrato di poter competere ancora ai massimi livelli. Del ritorno da protagonista della bielorussa si è parlato anche a “2020 Reloaded”, l’appuntamento delle 21 su SuperTennis

di | 08 dicembre 2020

Un bel primo piano di Azarenka (foto Getty Images)

Un bel primo piano di Azarenka (foto Getty Images)

Da non credere. Il tour femminile ha rischiato seriamente di salutare la terza ex number one nel giro di un paio di mesi (dopo Wozniacki e Sharapova), visto che nella lunghissima off-season che si era presa nel 2019 Azarenka era stata ad un passo dal decidere di appendere la racchetta al fatidico chiodo. Ed invece Victoria ci ha ripensato, dimostrando di poter competere ancora ai massimi livelli.

Intanto è tornata a vincere un titolo, a giocare una finale Slam ed ha chiuso a ridosso dell’élite mondiale una stagione iniziata intorno alla 50esima posizione. Ed anche se oramai viene abbondantemente dopo il figlio Leo - la cui querelle sulla custodia non è ancora del tutto chiusa -, il tennis resta comunque l’altro grande amore della sua vita.

“Ho dimostrato che posso essere madre e continuare a giocare a tennis”, ha detto con orgoglio a New York durante la premiazione del “Western and Southern Open”, il 21esimo trofeo conquistato in carriera. Ed è tornata a sorridere (del ritorno da protagonista di Azarenka si è parlato anche nella nona puntata di “2020 Reloaded”, alle 21 su SuperTennis).

Vika in uno scatto su Twitter

Nomen omen: il nome è un presagio, dicevano i latini. Inizia presto a vincere la ragazzona di Minsk, classe 1989. A 17 anni conquista il suo primo torneo WTA ad Oeiras, in Portogallo, bissato qualche settimana dopo essere diventata maggiorenne a Tashkent, in Uzbekistan. Il 30 gennaio 2012, dopo aver conquistato il primo dei due trofei consecutivi agli Australian Open, a soli 21 anni Vika diventa la regina del tennis mondiale, scettro che difende fino a febbraio 2013 (tranne 4 settimane di interregno di Sharapova all’indomani del trionfo al Roland Garros) prima di essere spodestata da Serena.

Ma la sua carriera non fila via liscia. Il 2014 è un annus horribilis: infiammazione al piede sinistro, fascite plantare, problemi al ginocchio e, sul versante privato, la fine della relazione con Redfoo, all’anagrafe Stefan Gordy, il rapper americano dalla capigliatura ribelle.

Mollata senza troppe cortesie all’inizio della stagione successiva da coach Sam Sumik, si affida a Wim Fissette: perde qualche chilo ed archivia i problemi fisici ritrovando un gioco di gambe accettabile, quasi quello dei tempi migliori.  

Azarenka torna protagonista: mette paura a Serena a Madrid e a Parigi (seriamente) ma anche a Wimbledon, dove raggiunge di nuovo i quarti in uno Slam (dopo un anno e mezzo) ripetendosi poi a New York.

L’inizio del 2016 è di quelli di lusso: vittoria a Brisbane, quarti a Melbourne ed il back-to-back da favola Indian Wells-Miami. Poi in estate, quando è appena tornata nelle zone alte del ranking (n.6), la scoperta di essere incinta (“Ho pensato che la mia carriera fosse finita: ero spaventata, non è stato facile”). La gravidanza si conclude il 19 dicembre 2016 con la nascita del piccolo Leo.

Nonostante i timori il recupero atletico di Vika è piuttosto veloce: a giugno 2017 rientra nel circuito a Maiorca e solo tre settimane dopo è negli ottavi a Wimbledon. Ma l’inferno, sotto forma di causa legale per l’affidamento del figlio, comincia poco dopo.

Il padre del bambino, Billy McKeague, ex giocatore di hockey conosciuto durante una breve vacanza alle Hawai, non vuole che la madre lo porti in giro per il mondo. Per decisione di un tribunale statunitense Leo non può lasciare la California e a partire dagli Us Open Azarenka rinuncia a un torneo dopo l’altro fino a 2018 inoltrato.

Poi il Tribunale di Minsk le dà ragione ma la Corte Suprema di Los Angeles annulla la sentenza rimettendo tutto in discussione (con McKeague che si rivolge addirittura ad Alan Dershowitz, l’avvocato di OJ Simpson…). La questione non è ancora del tutto chiarita anche se la bielorussa, dopo aver seriamente pensato al ritiro, è riuscita a tornare a giocare con una certa continuità.

Vika Azarenka con il figlio Leo

Azarenka al Foro Italico

Dotata di un tennis aggressivo fatto di grandi bordate da dietro e continua ricerca dell’anticipo, Vika sottolinea ogni colpo con un urletto, o gemito che dir si voglia, il volume del quale - una volta lo hanno misurato scoprendo che superava i 100 decibel (e 110 è la soglia di dolore per l'orecchio umano …) - ha fatto di lei a lungo l’indiscussa regina del “grunting”.

Con la maturità questa sua caratteristica è un po’ scemata, anche perché l’essere rumorose è diventato un must praticamente per tutte…

In carriera Azarenka ha vinto 21 titoli - compresi i già citati due trofei Slam - su quaranta finali giocate.

Il conto dei successi si era fermato al “Sunshine double” nella primavera del 2016: ma nel Western & Southern Open dello scorso agosto, eccezionalmente disputato a Flushing Meadows, è ripartito (anche se la finale è saltata per il forfait della Osaka).

Merito anche del francese Dorian Descloix, ex giocatore, grande amico di Monfils.

Vika con il trofeo del "Western & Souther Open" (foto Getty Images)

Il 32enne di Montpellier, al massimo n.666 ATP, era stato segnalato ad Azarenka, alla ricerca di un nuovo team per il 2020, da Patrick Mouratoglou.

I due hanno iniziato a lavorare insieme a febbraio (“Mi ha detto che non faceva nulla da sette mesi, siamo partiti dalle basi”) e dopo qualche settimana Vika ha scelto di assumerlo come coach (“Parliamo di tutto, sia in campo che fuori. D’altra parte lei ha un figlio, mentre io ne ho tre: si parte da una base comune”). Il lockdown a causa della pandemia ha permesso loro di pianificare senza fretta.

Descloix ha aumentato la qualità degli allenamenti di Vika e le ha regalato serenità, soprattutto nel periodo delle grandi proteste popolari contro il presidente della Bielorussia Lukashenko. Quella serenità che le ha permesso di tornare a competere per un trofeo Slam.

E’ accaduto a New York, dove ha giocato la sua terza finale, dopo essersi presa in semifinale la rivincita su chi l’aveva battuta nel 2012 e nel 2013: l’amica/rivale Serena Williams.

E pazienza se anche stavolta si è fermata sul più bello, stoppata da una Naomi Osaka in versione de luxe.

La gioia di Victoria Azarenka (foto Getty Images)

Non sono necessariamente delusa: è solo doloroso perdere - ha poi commentato -. Ero vicina, ma non è andata come volevo. Non starò a piangermi addosso: questa è stata solo un’esperienza in più”. La resilienza di Victoria ha un segreto: “Quando le cose non vanno come vorresti, è più divertente capire come uscirne piuttosto che pensare: ‘Merda, sono nei guai, che faccio?'”.

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“Rispetto a quando ero giovane ora mi sento più realizzata, dentro e fuori dal campo. Penso che sia un vero successo, un risultato molto più importante di altri per me a livello personale”, ha ripetuto in queste ultime settimane. Diventare madre ha addolcito parecchio il carattere - a inizio carriera abbastanza “ruvido” - della bionda di Minsk.

Lo ha dimostrato a Roma, negli ottavi, quando a scavalcare la rete in un lampo e soccorrere Daria Kasatkina franata rovinosamente sulla caviglia destra è stata proprio lei, che poi si è precipitata verso le panchine per recuperare del ghiaccio prima di abbracciare e consolare la sua avversaria, dandole anche un bacio sui capelli come a una figlia.

Dopo i quarti al Foro ed un Roland Garros tutt’altro che esaltante, la stagione si è conclusa con la sconfitta (complice un problema fisico) contro Sabalenka ad Ostrava, nella prima finale tutta bielorussa della storia.

Solo qualche giorno di vacanza la testa è già proiettata al prossimo anno. Azarenka e coach Descloix sono infatti a Boca Raton, nel sud della Florida, per preparare la stagione 2021, con l’obiettivo tra gli altri di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo. Ancora nel segno di Victoria.  

Un'espressione irriverente di Vika

2020 RELOADED - GUARDA LA NONA PUNTATA:  Victoria Azarenka, il ritorno

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IL TEMA DEL GIORNO

"2020 Reloaded" vi consentirà di ripercorrere con cadenza quotidiana i momenti chiave della stagione appena conclusa: dalle imprese azzurre ai record di Djokovic e Nadal, dal ritorno di Azarenka alle sfide di Osaka, dall’assenza di Federer alla crescita di Sinner.

Trentadue racconti testuali al mattino sul nostro sito, trentadue appuntamenti televisivi, ogni sera alle 21 a partire da lunedì 30 novembre per approfondire, riflettere, rivivere con SuperTennis le grandi emozioni di questo anno unico e, a suo modo, indimenticabile.

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