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Campioni internazionali

Opelka: "Noi favoriti in Davis? Piuttosto l'Italia..."

Il gigante di St. Joseph, Michigan, numero due del team a stelle e strisce, ritiene che gli USA non siano favoriti alle Finals ma che possano essere una mina vagante. Sottolinea tutta la sua ammirazione per il neo capitano Mardy Fish ("una gran persona, uno che a molte cose da dire su problemi importanti dello sport"). E si aspetta tanto tifo per l'Italia, ma la cosa non lo spaventa, anzi

di | 23 novembre 2021

Team Stati Uniti (foto Davis Cup website)

Con i suoi 211 centimetri Opelka è il tennista più ato del tour (a pari merito con il croato Karlovic): è dotato di un servizio potentissimo, che raggiunge i 235 chilometri orari. Oltre alla battuta, il suo punto di forza è il diritto mentre ha qualche problema negli spostamenti legato alla stazza. Dietro quel barbone folto che gli da unìaria un po' burbera si nasconde un ragazzone intelligente e curiodo, meno scontato di tanti nelle risposte durante le interviste. I profili social di Reilly raccontano i tanti interessi del n.26 del ranking ("best" n.19 siglato lo scorso 13 settembre) che spaziano all’arte alla cucina alla moda: in anni di viaggi ha visitato musei e pinacoteche (tra gli altri Villa Borghese a Roma e il Prado a Madrid). E’ uno dei pochi che ha come miglior amico nel circuito un rivale e connazionale come Taylor Fritz (forfait dell'ultim'ora a Torino), che ha battuto nella semifinale di Wimbledon junior nel 2015 e di cui è poi stato testimone di nozze. Il pubblico italiano ha avuto modo di conoscerlo bene quest'anno a Roma dove agli Internazionali BNL d'Italia si è arreso solo in semifinale a Nadal. 

Un primo piano di Reilly Opelka (foto Davis Cup website)

Negli ultimi anni hai giocato nella squadra statunitense di Davis Cup in situazioni molto diverse, e hai potuto sperimentare cosa rappresenta questa competizione. Come la definiresti?

"È speciale. L’ultima volta abbiamo giocato alle Hawaii, dovevamo qualificarci. È stato fantastico disputare quell’incontro in casa, una bellissima sensazione. Però l’ultima Davis è stata dura: alcune partite non iniziavano prima dell’una di notte e non si rientrava in albergo prima delle quattro di mattina. È stato strano nel 2019, con il nuovo format non c’erano molti fans, l’atmosfera era molto tranquilla quindi è stata un esperienza diversa. Penso che giocare la Laver Cup sia stata una esperienza importante per me: anche quella è una manifestazione a squadre e si gioca in una atmosfera eccezionale. Credo che per me sia stata una buona preparazione quest’anno prima della Davis".

Gli Stati Uniti sono la nazione che ha vinto di più in Coppa Davis, questo vi mette addosso una maggiore pressione?

"Assolutamente no. Non siamo affatto tra i favoriti. Basta guardare alcuni dei giocatori qui dietro (sul poster Road to Madrid; ndr). Guarda l’Italia, contro la quale dovremo giocare: è una formazione fortissima! La squadra americana è cambiata: abbiamo vinto molti titoli, ma questo non ha nulla a che vedere con il nostro team. Riguarda più l’era di McEnroe, Connors, Agassi, e Sampras. Noi non abbaimo contribuito a nessuno di quei titoli, quindi non penso si possa parlare di noi in quel contesto".

Con una nuova generazione di ottimi giocatori e l’esperienza di John Isner vi si può considerare una delle squadre più pericolose per questa edizione? Qual'è la tua opinione?

"Non siamo tra i favoriti. Piuttosto siamo una mina vagante, siamo una squadra pericolosa. Abbiamo la miglior coppia di doppio al mondo con Isner e Sock, e abbiamo una grande seconda opzione con Isner e Rajeev. Abbiamo decisamente un grande doppio e, come hai detto, John è un veterano e uno dei migliori tennisti al mondo nell’ultimo decennio, quindi un giocatore temibile. E questo ci può dare una vittoria contro qualsiasi squadra. Siamo pericolosi, Tiafoe arriverà in fiducia dopo l'ultimo mese. Anche io sono reduce da una bella stagione, quindi credo che si, siamo pericolosi, siamo una mina vagante".

Un recupero di diritto di Reilly Opelka (foto Davis Cup website)

Gli USA giocheranno a Torino nel gruppo E con Italia e Colombia, cosa pensi di queste due sfide? 

"Chiaramente, affrontare l’Italia in casa sarà difficilissimo, ma anche con la Colombia sarà dura. Il loro doppio è molto, molto forte, inoltre hanno un buon numero uno, Galan. Ho giocato una vera battaglia con lui a Washington D.C. ed è uno che a tennis ci sa giocare! Quindi nel Gruppo E non c’è solo l’Italia".

Mardy Fish è il vostro capitano, quanto è importante per i giocatori avere in panchina un ex top 10 con grandissima esperienza?

"Mardy è un grande captaino. La Coppa Davis ci ha avvicinato, ho potuto conoscerlo meglio e mi piace molto il suo modo di ricoprire questo ruolo. È vero che non ho termini di paragone, ho avuto solo lui come capitano, ma averlo sembra la cosa giusta. Penso che sia il tipo di capitano di cui abbiamo bisogno, è sicuramente quello che voglio io, grazie alla sua personalità".

"Ha fatto grandi esperienze, è stato lontano dal tennis per un po’, ha rivalutato le cose e ora le vede da una prospettiva diversa, per lui ora non ruota tutto intorno al tennis. È molto rilassato e comprensivo. Se hai visto il suo documentario uscito recentemente si vede che ha molte cose da dire su certi temi dello sport di cui ora parlano molte persone. Questo dimostra quanta esperienza abbia, quanto sapere abbia acquisito e come è cambiata la sua prospettiva. Attraversare simili avversità ti fa crescere molto come persona, ho un grande rispetto per Mardy".

I fan degli Stati Uniti potrebbero venire a fare il tifo per voi a Torino, hai un messaggio per loro?

"Mah, non so quanti tifosi americani avremo a Torino. Non giocheremo su un campo neutro, questo è certo. Dispiace dover partire così svantaggiati. Penso che i fan che faranno il tifo per gli Stati Uniti saranno Frances Tiafoe, John Isner, Rajeev Ram e Jack Sock, praticamente tutto qui. Speriamo che Jack e John possano portare le loro famiglie cosí avremo qualche persona in più ad applaudirci, ma sarà una atmosfera pazzesca".

"Il pubblico italiano è tosto, divertente: ci sarà un’atmosfera incredibile. Faranno un gran tifo per gli azzurri, sarà probabilmente l’ambiente più pazzesco nel quale io abbia mai giocato. Sono pronto per i fischi, mi piacciono, mi ci esalto. Voglio un ambiente tosto e turbolento...".

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