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Lo scozzese, che il ranking ATP mette ancora al n.135 del mondo, è in finale a Sydney dopo un bel successo sullo statunitense Opelka n.25. E continua a dimostrare la statura del grandissimo campione
di Enzo Anderloni | 14 gennaio 2022
Mentre tutti i riflettori sono accesi sulle gesta di Novak Djokovic nel match contro il ministero australiano per l’immigrazione, un altro Fab Four continua a far parlare la racchetta.
Sì, un Fab Four, perché Sir Andrew Barron Murray merita di essere per sempre accreditato del suo posto in questo club a quattro che ha contraddistinto oltre un quindicennio, unico e probabilmente irripetibile nella storia del tennis.
Vederlo scavalcare con millimetrici pallonetti liftati anche un gigante di 2 metri e 11 come Reilly Opelka, e qualificarsi così per la finale dell’ATP 250 di Sydney, è una gioia per gli occhi e per la mente. E suscita istintivamente una reazione al fatto che, da quando il povero Andy pareva costretto al ritiro dalla grave usura all’anca, i Fab 4 siano immediatamente diventati nelle cronache, i Fab 3.
Perché? In fondo anche l’inimitabile Roger non è più un giocatore di tennis da un paio di stagioni (nel senso che non sta praticagiocando). Eppure resta “Favoloso” per la classe che ha comunque espresso sul campo le poche volte che lo si è visto, per quello che dice quando apre bocca (o posta sui social) e per quello che non dice (tante volte un bel silenzio esprime qualità umana molto più di tante affermazioni).
Murray, dei quattro dominatori del tennis del Terzo Millennio, è quello che più deve alla forza fisica, amalgamata a una determinazione incrollabile. Ovvio che dovendo praticamente ricostruirsi da zero dopo la lunghissima pausa dovuto all’operazione di protesi all’anca, abbia faticato moltissimo a recuperare un livello di competitività compatibile con la sua fama precedente. E’ molto difficile anche che possa coronare il sogno espresso in questi giorni di riuscire di nuovo a giocare un ruolo importante, da grande protagonista, in una grande prova, anche perché mentre lui era fermo gli altri andavano avanti, specie i più giovani, i Medvedev, gli Zverev, i Tsitispas, i Sinner.
Però lui ci prova, fino in fondo. E oggi riesce ad esprimere un tennis da primi 20 del mondo, combattendo su ogni palla. Pazzesco per un giocatore che aveva già annunciato il ritiro. Qualcosa che gli vale come minimo il riconoscimento di Fab 4 per sempre.
Per riuscire a tornare davvero forte com’è, capace di battere Basilashvili e Opelka a Sydney ma anche Carlos Alcaraz a Indian Wells in ottobre, Hubert Hurkacz a Vienna e Jannik Sinner a Stoccolma in novembre, bisogna essere dei grandi campioni “dentro”, come persone. Bisogna essere dei giganti con i piedi per terra, sufficientemente umili da scendere in campo con una classifica vergognosa (per il sistema del ranking ATP, chiaramente deficitario nell’esprimere il reale valore di un tennista), n.135 del mondo, e battersi come un n.1.
Bisogna essere quei campioni di se stessi, cioè consapevoli di voler esprimere sempre il massimo dei propri talenti, che sanno alimentarsi del lavoro quotidiano che serve per essere competitivi e godere di ogni piccolo miglioramento.
Andy Murray è un Fab 4 a vita perché ha dimostrato per tutta la sua carriera di essere un riferimento non solo per il livello di gioco e di impegno sul campo ma anche per la lucidità della sua visione del mondo e per i valori che ha dimostrato di incarnare (e qui sarebbe interessante parlare di come li metteremmo in classifica, al loro interno, i Fa4…).
Meravigliosa la prontezza con la quale ha pizzicato sui social il sovranista, populista, pro-Brexit Farage, prontissimo a farsi riprendere a Belgrado nella casa dei Djokovic come grande difensore del No vax Novak Djokovic, bloccato alla frontiera dagli australiani.
“Per favore – ha scritto dandogli del “tu”- registra il momento in cui dici loro che hai dedicato la gran parte della tua carriera politica a batterti perché i migranti dell’Est Europa venissero rimandati a casa loro”.
Please record the awkward moment when you tell them you’ve spent most of your career campaigning to have people from Eastern Europe deported.?? https://t.co/rfFn1hdXlu
— Andy Murray (@andy_murray) January 9, 2022