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A quasi 41 anni, a regina del Roland Garros 2010, ex numero 4 del mondo, rilancia l’esperienza dopo aver guidato Caroline Wozniacki
di Vincenzo Martucci | 15 aprile 2021
Siamo sempre contenti quando un ex professionista ritorna al tennis come coach perché rappresenta un arricchimento per il giocatore di cui si occupa specificatamente e per l’ambiente tutto, e perché testimonia che il suo amore per lo sport in generale e ancor di più per quello delle racchette è sempre vivo.
Se poi questo professionista è anche una persona bella come Francesca Schiavone siamo ancora più contenti, perché il tennis ha fortemente bisogno di caratteri forti e di campioni che capiscono il gioco e riversano in campo le loro più intime passioni come “Nostra Signora dello Sam”, come abbiamo definito “La Leonessa” al Roland Garros nel 2010 quand’ha firmato il primo Slam di singolare della storia del tennis italiano al femminile. Cui s’è aggiunto nel 2015 il titolo degli US Open vinto da Flavia Pennetta nella finale contro Roberta Vinci.
Francesca Schiavone, che è tornata a vivere nella sua Milano dov’ha aperto un pub sui Navigli, allenerà la trentenne croata Petra Martic, numero 21 del mondo.
Comincerà dal torneo di Istanbul della prossima settimana, per poi proseguire a Madrid dal 26 aprile, agli Internazionali BNL d’Italia di Roma dal 9 maggio e quindi al Roland Garros dal 30 maggio. Seguendo quindi tutti i maggiori appuntamenti sulla terra rossa dove ha costruito la sua storica affermazione, sfiorando nel 2011 il bis nella finale persa contro Na Li.
Francesca Schiavone non è nuova nel ruolo di allenatrice, aveva già affiancato sempre sul “rosso” papà Piotr Wozniacki - da sempre coach della figlia Caroline -, per dare alla famosa “Sunshine” del tennis quel qualcosina in più che la portasse a sfatare anche il Roland Garros dopo aver sfiorato il titolo con le finali del 2009 e 2014.
Del resto, la Leonessa vanta anche il record assoluto nella classifica WTA delle tenniste italiane, col numero 4 del mondo raggiunto il 31 gennaio 2011, oltre al match più lungo, 4 ore e 44 minuti, dei vittoriosi ottavi degli Australian Open 2011 contro Svetlana Kuznetsova, ed è stata il pilastro di tre Fed Cup conquistate dalle azzurre nel 2006, 2009 e 2010.
Come conferma del suo spirito battagliero ma anche della capacità di farsi amare e rispettare dalle compagne e dall’ambiente che la conosce.
Il suo talento tecno-fisico è stato notevole. Tanto che, all’acme, è stata la giocatrice che si è avvicinata di più alla maestria di Justine Henin, anche per via del rovescio a una mano che caratterizza la milanese e la fuoriclasse belga.
Ma quello che più ha colpito nella carriera di Francesca è stata la straordinaria determinazione nel realizzarsi come giocatrice, transitando per tante esperienze diverse, fino a trovare la quadra con l’ausilio di Renzo Furlan e Corrado Barazzutti. Con due allenatori quindi del settore tecnico della FIT a Tirrenia.
Estremamente sensibile nei rapporti umani, molto amica della coppia Pennetta-Fognini, a dieci anni dal trionfo di Parigi, ”Nostra Signora dello Slam” è riuscita poi a superare un tumore raccontando la sua esperienza nell’autobiografia “La mia rinascita”. E adesso, a quasi 41 anni (li compie il 23 giugno), forte delle mille partite pro giocate e degli 8 titoli WTA di singolare, è pronta a rimettersi ancora una volta in gioco.
Grazie, Francesca: il tennis ha bisogno di te.