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Uno dei pericoli della nazionale slovacca di Coppa Davis è il doppista Filip Polasek: aveva smesso nel 2013 cedendo agli infortuni, ma dopo 5 anni da maestro di provincia ha deciso di riprovarci. Si è scoperto più forte di quanto avesse sempre creduto, conquistando la top-10, vincendo l’Australian Open 2021 con Ivan Dodig e diventando uno dei big della specialità
02 marzo 2022
Quella di venerdì e sabato a Bratislava non sarà la prima sfida di Coppa Davis fra Italia e Slovacchia. Gli appassionati più attenti ricorderanno il precedente del 2009 sulla terra di Cagliari, quando la nostra nazionale lottava per riguadagnarsi il vecchio World Group dopo anni difficili, e vinse quel duello per 4-1. In virtù del forfait di Fabio Fognini, l’unico dei protagonisti di allora che sarà in gara anche 13 anni dopo è il doppista Filip Polasek, che peraltro all’epoca conquistò l’unico punto dei suoi nella trasferta in Sardegna, battendo Potito Starace e Flavio Cipolla per 9-7 al quinto set, in coppia con Michal Mertinak.
Polasek, attualmente numero 13 del ranking di specialità, è il giocatore più vincente nei doppi di Davis nella storia del suo paese, ma soprattutto è uno dei tennisti dal percorso più particolare in circolazione, grazie a una carriera divisa in due per il ritiro del 2013, quando a 28 anni fu costretto a dire basta a causa dei problemi fisici. Il dolore più grave era alla gamba sinistra ma nasceva dalla colonna vertebrale, a causa dello schiacciamento dei nervi. Così Polasek non riusciva a caricare peso sulla gamba, e dopo ogni match questa poteva andare avanti a muoversi anche per un quarto d’ora. Volendo evitare di portarsi problemi più gravi nel post carriera, lo slovacco decise di non andare oltre, lasciando con 11 titoli ATP e un best ranking da numero 20.
Messo via il pensiero, per cinque anni si è dedicato a insegnare tennis in un normale club di provincia, senza chissà quali ambizioni. Ma cinque anni dopo si è riscoperto giocatore in un batter d’occhio.
Tutto è iniziato nella primavera del 2018, quando Mike Bryan si trovava per qualche giorno in Slovacchia (nazione della moglie) e cercava uno sparring per allenarsi. Si è ricordato di lui, l’ha contattato, hanno giocato per 3-4 giorni e del famoso problema alla gamba non è emersa alcuna traccia. Così Polasek ha accettato anche la proposta di un club del campionato tedesco per giocare qualche match a squadre: è andata a finire che ne ha disputati sette, scoprendo di poter essere ancora competitivo anche a ottimi livelli. Ma soprattutto ha iniziato a convincersi del fatto che il problema alla gamba fosse sparito sul serio, cancellato da anni di inattività.
Così non ha perso tempo: a giugno del 2018 è tornato nel circuito, in breve tempo è passato dai Futures ai Challenger e nell’estate dell’anno successivo ha ricevuto la chiamata di un signore della specialità come Ivan Dodig. Due settimane più tardi erano in semifinale a Wimbledon, poi hanno vinto il Masters 1000 di Cincinnati e Pechino, si sono qualificati alle ATP Finals e Polasek si è trovato fra i primi 10 del ranking mondiale.
Proprio lui che fino a un anno e mezzo prima faceva il maestro e col tennis professionistico sembrava aver chiuso per sempre, invece si è scoperto un giocatore ancora migliore di quanto aveva sempre creduto, trovando anche il tempo per impreziosire il proprio palmarès con un titolo Slam. L’ha vinto sempre con Dodig all’Australian Open dello scorso anno, in finale contro Ram/Salisbury.
Anche al suo successo all’Australian Open è legata una storia particolare: Polasek, infatti, era stato in dubbio fino all’ultimo se partecipare o meno, visto che il termine della seconda gravidanza della compagna Karin era fissato proprio nella data di un’ipotetica semifinale. Così hanno fatto un accordo: la compagna gli ha detto che l’unica condizione per cui gli avrebbe permesso di perdere la nascita della loro secondogenita sarebbe stata la finale, e Polasek ha rispettato il patto. Anzi, è andata a finire che ha compiuto addirittura uno step in più, diventando l’unico giocatore slovacco (uomo) ad aver conquistato un torneo del Grande Slam.
Ora la collaborazione con Dodig è terminata, ma Polasek ha trovato subito un partner ugualmente all’altezza nell’australiano John Peers, col quale lo scorso anno ha vinto a Indian Wells e poi recentemente a Sydney, battendo in finale i nostri Bolelli/Fognini. Nel doppio di Davis, che inaugurerà la seconda giornata (nel turno di qualificazione la formula prevede quattro singolari e un doppio), il 36enne originario di Zvolen dovrebbe invece fare coppia con l’altro specialista Igor Zelenay, a meno che capitan Tibor Toth non decida di prestare al doppio uno dei singolaristi.
L’impressione è che per Polasek non faccia troppa differenza, visto che dei suoi 17 titoli ATP ben 9 sono arrivati con compagni diversi. L’importante è portare avanti la sua striscia vincente: con la maglia della nazionale non perde dai tempi della sua prima carriera, e il bilancio nella seconda è di 5 successi su 5. Agli azzurri il compito di condannarlo di nuovo a una sconfitta.