La pubblicazione di un'email attribuita a Peng Shuai scatena la reazione della WTA. "Fatico a credere che l'abbia scritta lei" dichiara il CEO Steve Simon in un comunicato.
di Alessandro Mastroluca | 17 novembre 2021
Diventano sempre più inquietanti i contorni della vicenda di Shuai Peng, la giocatrice cinese che ha accusato di molestie sessuali l'ex vice-premier Zhang Ghaoli.
Da allora l'ex campionessa di Wimbledon è sparita. Cancellato anche il messaggio brevemente comparso sul suo profilo su Weibo, il principale social network cinese.
Il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, ha detto di "non aver sentito nulla della che, comunque, non è una questione diplomatica".
La WTA e l'ATP hanno preso posizione, come giocatori e giocatrici che hanno diffuso su scala globale l'hashtag #WhereIsPengShuai (dov'è Peng Shuai).
L'incertezza sulla sorte della tennista che ha di fatto aperto il movimento #MeToo in Cina con le sue gravi accuse a uno degli uomini più potenti della nazione fino a qualche anno fa, si è trasformata in pesante inquietudine.
La tv cinese CGTN-Europe, divisione europea di un canale affiliato allo Stato, ha pubblicato il testo di un'email inviata alla WTA e attribuita a Peng Shuai.
From Chinese state media, “from” Peng Shuai. Deeply dubious. pic.twitter.com/XJkB169VD9
— Ben Rothenberg (@BenRothenberg) November 17, 2021
"Riguardo alla notizia pubblicata sul sito ufficiale della WTA, il contenuto non è stato da me confermato o verificato ed è stato pubblicato senza il mio consenso. La notizia, inclusa l'accusa di molestie sessuali, è falsa. Non sono sparita, non sono in pericolo. Mi sto solo riposando a casa, va tutto bene. Grazie per esservi preoccupati di me.
"Se la WTA pubblicherà altre notizie su di me, che le verifichi con me e le diffonda con il mio consenso. DA tennista professionista, vi ringrazio per la considerazione e la vicinanza. Spero di promuovere il tennis in Cina con voi tutti se ne avrò l'occasione in futuro. Spero che il tennis cinese diventi sempre migliore" avrebbe scritto Peng Shuai.
Il CEO della WTA, Steve Simon, ha confermato in un comunicato di aver ricevuto il messaggio. Ma questo, soprattutto alla luce dello stile di comunicazione, non tranquillizza affatto.
Il testo, ha scritto in un comunicato, "non fa che aumentare la mia preoccupazione sulla sua sicurezza. Fatico a credere che Peng Shuai abbia scritto l'email che abbiamo ricevuto o creda a quanto le viene attribuito. Peng Shuai ha mostrato un coraggio incredibile ad accusare di molestie uno dei vertici del governo cinese. La WTA e il resto del mondo hanno bisogno di una prova indipendente e verificabile che stia bene. Io stesso ho provato a raggiungerla attraverso numerosi canali di comunicazione, ma senza esito".
La WTA chiede anche un'indagine trasparente e la possibilità per la giocatrice di parlare liberamente, senza coercizione o intimidazione. Sarebbe il momento, però, di passare dalle parole, per quanto pesanti, alle iniziative di fatto.
Anche a costo di tagliare i legami forti costruiti con la Cina negli ultimi dieci anni. Legami che hanno portato all'accordo decennale per ospitare le WTA Finals a Shenzhen, dove finora a causa della pandemia si è disputata finora solo l'edizione 2019. Gli organizzatori hanno messo in cantiere di investire un miliardo di dollari nei dieci anni e intanto hanno aumentato il prize money a 14 milioni.