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Campioni internazionali

Ons, l’araba più forte di tutti (uomini compresi)

Grazie alla qualificazione per i quarti di finale del WTA 1000 di India Wells, Jabeur entrerà lunedì tra le prime 10 della classifica mondiale. Un traguardo mai raggiunto da un tennista arabo. Un’impresa che la rende un simbolo in quella parte di mondo in cui spesso per le donne non è facile accedere allo sport professionistico

13 ottobre 2021

Ons Jabeur batte la campionessa del Roland garro 2020 Iga Swiatek e si qualifica per i quarti di finale a Wimbledon

Ons Jabeur batte la campionessa del Roland Garros 2020 Iga Swiatek e si qualifica per i quarti di finale a Wimbledon 2021

Una delle prime a congratularsi è stata Billie Jean King, via Twitter: la donna che ha voluto e ottenuto con grandi battaglie la parità nel tennis tra i montepremi dei giocatori e quelli delle giocatrici ha festeggiato con entusiasmo l’impresa di Ons Jabeur, prima tennista araba a entrare nella Top 10 mondiale. Prima in assoluto che si tratti di mondo ATP o Wta. La prima donna araba prima di qualunque uomo arabo.

Un’impresa che di questi tempi, quelli in cui il ritorno dei Talebani in Afganistan proibisce lo sport alle donne, acquista un significato simbolico ancora più forte. L’impresa di una tennista che si è guadagnata la ribalta “quindici” dopo “quindici”. E che grazie al successo di stanotte contro la russa Kalinskaya che la proietta ai quarti di finale del WTA 1000 di Indian Wells è sicura di salire tra le prime dieci della classifica mondiale, probabilmente al n.9.

E’ stata un’altra grande annata per la 27enne di Ksar El Hellar: ha vinto il suo primo torneo WTA, sull’erba di Birmingham. Ha raggiunto due finali, sulla terra battuta americana di Charleston e sul cemento di Chicago, la scorsa settimana. Ma soprattutto si è guadagnata l’ingresso nel Last Eight Club di Wimbledon raggiungendo per la prima volta i quarti di finale ai Championships.

Un’escalation eccezionale partita da lontano con quel primo risultato davvero eclatante, i quarti di finale degli Open ‘Australia 2020, la sua prima stagione da Top 50 mondiale.

Ci uniamo alle congratulazioni di Billie Jean King e di tutto il mondo del tennis riproponendo il ritratto di Ons che fece per noi Vincenzo Martucci dopo l’exploit di Melbourne 2020

Jabeur, talento e testardaggine, fa la storia dell’Africa

La foto dei tanti bar di Tunisi aperti a tarda sera con la gente incollata davanti alla tv sono la miglior pubblicità possibile del tennis, del fenomeno Ons Jabeur e delle donne.

Così i primi quarti di finale in uno Slam di un tennista tunisino sono tre volte storici e indimenticabili per la 25enne dal braccio d’oro, alta appena 167 centimetri, che si fa largo battendo tre ex top-10 (Konta, Garcia e Wozniacki) e Qiang Wang, la castigatrice di Serena Williams.

Ce la fa, perché favorita dalla palla più pesante e dai campi più lenti di questi Australian Open (come sostengono tanti partecipanti) e anche per la pesante preparazione invernale che ha effettuato con coach Bertrand Perret, dopo la delusione di fine 2019 a Mosca. Dov’è uscita al primo turno e, non confermando i punti Wta della finale di dodici mesi prima, è scivolata dal numero 53 al 78 mondiale, allontanandosi dall’obiettivo “top 20”. 

Ons Jabeur non ci sta. Non dopo le belle promesse da junior con finale la 2010 (persa con Elina Svitolina) e il successo al Roland Garros 2011 (contro Monica Puig), è diventata la prima nordafricana a firmare un titolo Slam sia pur under 18.

Allora ha masticato amaro vedendo le rivali del tempo che salivano in fretta la classifica pro: “E’ stato un po’ frustrante, ma ho sempre saputo che il mio gioco è diverso, spesso ho tante di quelle opzioni che non so quale scegliere. Però sapevo che un giorno avrei trovato la chiave, dovevo solo aver pazienza e fiducia in me stessa. Confesso, mi è capitato di perdere la speranza, ma ho avuto sempre alle spalle una super squadra, la mia famiglia, che mi ha aiutato a continuare a sognare. Certo, mi ha aiutato essere testarda. Perché tanti allenatori hanno cercato di cambiarmi invece di insegnarmi quando era meglio fare la palla corta o variare il ritmo o cambiare taglio della palla, cose che so fare di natura, e che amo fare. Così come mi viene naturale scegliere la tattica giusta”. 

Con queste armi Ons ha messo altre altre pietre miliari anche giocando nel WTA Tour: nel 2017, quand’è diventata la prima tunisina a battere una “top 10”, Cibulkova, e a qualificarsi al terzo turno in uno Slam (al Roland Garros), prima araba che ha superato un turno in un Major (dal colpo di Parigi 2008 di Selima Sfar), e quindi anche prima lucky loser che è arrivata così lontana in tabellone dal 1996 (dall’italiana Gloria Pizzichini), per poi aggiungere un altro record nel 2018, quale prima finalista araba di un torneo Wta, alla Kremlin Cup di Mosca. 

Ons non è solo una tennista, è una bandiera di un’intera area geografica e delle loro donne. E’ quella che può dare delle decisive spallate alle consuetudini del suo mondo, come spiegò bene durante le sue campagne di guerra a Parigi: “Non posso rispettare il Ramadam, sono un’atleta, ho bisogno di bere e di alimentarmi. Compenserò dopo il torneo con un giorno di digiuno per ogni giorno in cui non ho potuto osservare il Ramadan. Spero davvero che Dio mi perdonerà”.

Emancipata dai tanti tornei in giro per il mondo, favorita dal matrimonio con Karim Hamoun, bronzo ai Giochi Panarabi nel fioretto individuale e argento a squadre (“E’ uno sportivo, conosce le difficoltà e lo stress di un  atleta”), abituata ad arrangiarsi, transitando dal team dell’amica Kasatkina e poi con coach Mislav Hizah, a Trnava, quindi in Belgio, per spostarsi part-time a Parigi con l’attuale guida. 

Ons sa benissimo quello che vuole: “Ero seccata di aver perso così nettamente due volte su due contro Wang, quindi stavolta a Melbourne mi sono imposta di stare calma, di allontanare la pressione”.

Ons è in missione anche per abbattere lo stereotipo dell’atleta alta e potente, che lei, rotondetta, tutte invenzioni di fioretto, certamente non è: “Spero di dare una motivazione extra e di ispirare molte ragazze della nuova generazione a casa, in Tunisia, in tutto il mondo arabo e soprattutto in Africa. Se io sono ai quarti di uno Slam significa che non è un traguardo impossibile. Io ce l’ho fatta: dai 3 ai 16 anni mi sono allenata al mio paese, sono al 100% un prodotto della Tunisia. Ho avuto tante offerte di università statunitensi, ma le ho rifiutate perché volevo diventare una professionista di tennis, e quindi ho solo ascoltato mamma, ho preso il diploma e quindi ho seguito la strada che volevo seguire”.

Ons capta l’importanza dei suoi risultati: “Ho ricevuto messaggi di gente che aveva visto il match anche alle 5 del mattino, ne vado fiera, speriamo che continuino a farlo e lo facciano di più, non solo negli Slam ma anche negli altri tornei. Spero davvero di dare un buon esempio”. Ons è ambiziosa: “Ho sempre sognato di alzare uno dei dei trofei dello Slam, a essere onesti pensavo a quello del Roland Garros, perché è il più vicino al mio paese, ma qui sto giocando molto bene e spero di continuare, il viaggio non è finito”. Ons pubblicizza al meglio la sua Tunisia: "Abbiamo tanti circoli e tanti campi. Quello che ci manca è l’esperienza: come giocatori abbiamo avuto solo Selima Sfar nei top 100, speriamo di vederne sempre di più, forse un giorno io potrò offrire re la mia esperienza e lo stesso potrà fare Malek Jaziri. Già lo faccio: sono in contatto con tanti giocatori che mi chiedono consigli e io divido quel che so con loro”.

Ons non smette di sorridere anche davanti alla prossima avversaria, Sonia Kenin (che ha stoppato baby Coco Gauff), l’ha incrociata in palestra e, scherzando, vedendola tutta rossa, le ha chiesto: “Sei stanca o sei infortunata?”. Strappandole un sorriso. La 21enne Usa, tanto più avanti in classifica (numero 15 contro 78), è in vantaggio anche nei precedenti (3-0) e in altezza (tre centimetri in più) con la 25enne tunisina. Il peso le donne non lo pubblicizzano sulla bibbia della stagione, ma siamo sicuri che anche in quella proporzione la terza statunitense nella classifica mondiale dopo Serena Williams e Madison Keys è più leggera dell’atleta nordafricana più famosa del momento. Siamo però ugualmente certi che quando mette sulla bilancia varietà e nella qualità di colpi tennistici Ons Jabeur un certo vantaggio ce l’ha, chissà solo se riuscirà a farli diventare decisivi.

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