-
Campioni internazionali

Si rivede Nalbandian: ci prova come coach

L'argentino seguirà il serbo Miomir Kecmanovic a Cordoba, Buenos Aires e Santiago. Le prime reazioni e una confessione: "Ho detto no ad altri tennisti"

di | 23 febbraio 2021

Solo due volte, diceva il due volte campione Slam russo Marat Safin, "mi è capitato di sentirmi impotente. Una contro Roger Federer, l'altra contro David Nalbandian". A Cordoba, nel torneo in corso questa settimana che apre il breve ciclo di eventi sulla terra rossa in Sudamerica, l'argentino si rivede su un campo da tennis. Numero 3 del mondo nel 2006, unico argentino almeno in semifinale in tutti gli Slam, è il nuovo coach part-time del serbo Miomir Kecmanovic, iscritto al torneo ATP 250 di Cordoba (diretta SuperTennis).

Finalista a Wimbledon nel 2002, sconfitto da Lleyton Hewitt, Nalbandian ha conquistato undici titoli in carriera. Ha trionfato nell'edizione 2005 del Masters, oggi Nitto ATP Finals, in una finale indimenticabile contro Roger Federer. Non avrebbe nemmeno dovuto giocare: era numero 12 del mondo, è volato a Shanghai solo come riserva ma una serie di ritiri gli ha spianato la strada per il trionfo. Nel 2007 ha vinto uno dopo l'altro i due Masters 1000 che si disputavano a fine stagione, Madrid e Parigi-Bercy.

NALBANDIAN DOPO IL TENNIS: "PRENDO ARIA CON PADEL E RALLY" (M.Mazzoni, 2020)

Alla Caja Magica, nel torneo allora sul veloce al coperto, è diventato il primo e finora unico giocatore capace di sconfiggere Novak Djokovic, Roger Federer e Rafa Nadal nello stesso torneo. Ha chiuso la carriera con 383 vittorie, la fama di giocatore dal talento unico non del tutto in sintonia con il logorio della vita moderna da atleta. Amato per i lampi di classe, ricordato per il fulminante rovescio a due mani tra i più belli mai visti su un campo da tennis, non è riuscito a realizzare il sogno che ha inseguito per tutta la vita: guidare l'Argentina alla conquista della Coppa Davis.

Il suo ennesimo nuovo inizio lo vive in casa, nella città dove è nato. Il rapporto con Kecmanovic "è solo una prova, per tre settimane". Non vuole viaggiare tutto l'anno seguendo un tennista full-time. Per questo ha spiegato di aver rifiutato in passato offerte di altri giocatori che gli chiedevano di diventare il loro coach a tempo pieno.

Dal momento del suo ritiro dal tennis, infatti, Nalbandian ha seguito le sue passioni: il padel e le corse automobilistiche, tanto da iniziare una seconda carriera nel mondo dei rally. Gareggia soprattutto a livello nazionale, fino all'anno scorso al volante di una Chevrolet Onix con cui ha chiuso al sesto posto al GP Rally svolto proprio a Cordoba l'anno scorso. Quest'anno ha collezionato due ritiri in due eventi a Cruz del Eje su una Toyota Yaris.

Non ha più giocato in singolare dal torneo di Miami del marzo 2013, perse al primo turno contro il finlandese Jarkko Nieminen. Non si è più visto su un campo da tennis per una partita ufficiale dall'aprile di quell'anno, dal doppio di Coppa Davis contro la Francia.

Nalbandian, genio e follia a un passo dallo Slam

Calore, entusiasmo, richiesta di foto hanno accompagnato il primo allenamento con il serbo, a otto anni dalle sue ultime apparizioni in campo. Nalbandian ha detto sì per due ordini di motivi. Intanto, perché Kecmanovic come giocatore gli piace. "Ho visto delle sue partite, ha tecnica e un bel potenziale" ha detto sempre alla Nacion. Poi, perché si tratta di un incarico breve in un periodo che richiede spostamenti ridotti.

Dopo questa settimana a Cordoba, infatti, Kecmanovic giocherà la prossima a Buenos Aires e la successiva ancora a Santiago del Cile. Dopo queste tre settimane, Nalbandian potrebbe rimanere come una sorta di consigliere, "come una guida per orientarsi e continuare a crescere".

Ex numero 1 del mondo junior nel 2016, Kecmanovic ha vinto l'anno scorso il suo primo titolo ATP a Kitzbuhel. Riuscirci sulla terra battuta ha sorpreso lui per primo, visto che si trova meglio sulle superfici veloci. Non a caso, ha giocato la prima finale in carriera ad Antalya, sull'erba: la perse contro Lorenzo Sonego che vinse il suo primo torneo nel circuito maggiore.

Numero 41 del mondo, testa di serie numero 3 del tabellone di Cordoba, gode di un bye al primo turno. Al suo esordio affronterà il vincente di un primo turno non banale tra il brasiliano Thiago Seyboth Wild e il qualificato argentino Juan Manuel Cherundolo, uno degli otto giocatori di casa in tabellone. Un gruppo nutrito, guidato dal primo favorito del seeding, Diego Schwartzman che non ha ancora mai vinto un titolo ATP in Argentina.

Il fratello di Cherundolo, Francisco, arriva dalla finale persa al Challenger di Concepción nel derby contro il ventenne Sebastián Báez, già medagliato alle Olimpiadi giovanili del 2018. Baez è diventato così terzo argentino più giovane a vincere un Challenger dopo Juan Martín del Potro (17 anni e un mese) e Federico Delbonis (18 anni e 10 mesi).

La finale ha vissuto anche momenti imprevedibili, senza precedenti o quasi nel tennis. Durante il secondo set, infatti, un gruppo piuttosto nutrito della locale squadra di calcio dell'Alianza Bellavista ha interrotto la partita per diversi minuti. Manifestavano per protestare contro un progetto di edilizia sociale della giunta comunale, che ha previsto di abbattere lo stadio della squadra per far posto alle nuove case popolari.

Questa settimana, da tutti i punti di vista, si volta pagina. Vale anche per Kecmanovic, entusiasta del primo approccio con il nuovo allenatore, e per lo stesso Nalbandian. Per capire che allenatore o consigliere potrebbe diventare, si può tornare a una sua intervista su ESPN del 2020. "Un giocatore assume un coach normalmente per farsi dire quello che deve fare. Il primo dilemma da risolvere è questo: ascolti lui o te stesso? Io facevo subito un discorso su obiettivi e modi di lavorare". Con i suoi risultati, avrà la voce giusta per farsi ascoltare anche da coach.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti